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Re: [Lab6] Sete

Ciao @Canis
Piacere di conoscerti e di leggerti!
Un bel racconto, ben descritto il delirante risveglio di Febo.
Allora, probabilmente sbagliando, ho letto il racconto senza aver letto la sinossi prima. Ti dirò che leggendo ho sentito una certa confusione, ma alla fine si capisce tutto e i pezzi che risultano strani si rimettono a posto.
Il loop finale funziona bene e arriva inaspettato.
Ti lascio qualche appunto sparso, cose che mi sono venute in mente leggendo:
Canis ha scritto:  Gli venne in mente la noce di cocco che aveva martellato ripetutamente sulla soglia della terrazza. Ciò che provava era simile: una testa pronta a spaccarsi. 
Ottimo incipit.
Canis ha scritto:  - Si sta svegliando, - sentì una voce femminile. 
Qui non è chiaro, o aggiungi dire dopo sentì come ti hanno suggerito oppure separi la frase con un punto a capo.
Canis ha scritto: Suonava in qualche modo professionale
Ummm, quel professionale è un po' strano. Capisco cosa vuoi dire ma non mi convince molto.
Canis ha scritto:   Non si trovava in una clinica. Dalla nebbia dei suoi pensieri emerse un ricordo. Quella a sinistra era la porta dell’anagrafe, più avanti c’era l’ufficio dell’assessore alla cultura, in fondo la biblioteca. Era stato abbandonato nell'infermeria del loro municipio.
Questi luoghi sono interessanti e ci si chiede perché tu li abbia citati. Pensavo avessero a che fare con il mistero che si va svelando e invece no. Forse vogliono sottolineare la confusione tipica dei sogni? Peccato però, mi avevano molto incuriosita.
Canis ha scritto: - Che ci fai qui, Febo? - la sorpresa nella voce dello sconosciuto venne presto sostituita dalla rabbia, - porca miseria, è vero quello che dicono?
Anche qui la tag di dialogo è strana. Proverei a formulare meglio.
Canis ha scritto: L’uomo, che a quanto pare si chiamava Febo,
Allora, qui mi sono fermata un attimo. Volevi far pensare a chi legge che lui non sa come si chiama perché è stordito? Ci può stare, perché dopo si capisce che non ricorda quale è la sua casa, ecc. Solo che, detto così, sembra un'intrusione di un narratore esterno, mentre finora e anche dopo il punto di vista è quello di Febo. Proverei a rivedere perché leggendo dà una strana sensazione di confusione che non sembra voluta.
Canis ha scritto: Una vecchia sulla sedia a rotelle lo stava fissando dall’altro lato del piazzale, la pelle grinzosa ricoperta di nei e gli occhi sgranati. Afferrò per il braccio la badante che stava leggendo un libricino sulla panchina, indicò Febo e sibilò la parola “assassino”.
Allora, poi si capisce che è un incubo e ci può stare, ma che la vecchia sibili qualcosa dall'altro lato della piazza e lui lo senta sembra una svista di chi scrive. È voluto?
Canis ha scritto: raschiò la voce della vecchia, come in un incubo, mentre le ruote della sua sedia stridevano sull’asfalto.
Qui dici come in un incubo. È un modo per sviare il lettore? Ummm...
Canis ha scritto: Non dovere, siniora, non dovere, - fu l’ultimo eco che Febo udì mentre svanivano, - zitta voi, zitta!
Anche perché subito dopo dici che svanivano e pare confermare la cosa.
Canis ha scritto: seguendo un sottile senso di familiarità e di angoscia
Frase non molto chiara. 
Canis ha scritto: Premendo la fronte contro il vetro del portone, con le dita gonfie si tastò le tasche dei pantaloni. Non c’era nessuna chiave.
   - Andate al diavolo tutti.
   Dall’interno si sentì il “din-don” dell’ascensore. Poi il ticchettio dei tacchi e infine la corrente elettrica interrotta dal tasto di apertura. Il peso dell’uomo fece scivolare la porta in avanti. Febo entrò e d’inerzia raggiunse l’elevatore appena liberato. Mentre le due porte automatiche si richiudevano, nella sua visuale finì il volto della donna ancora in corridoio. Era rimasta inchiodata sul posto. Pallida. Gli occhi spalancati per il terrore. 
   Febo sbatté il pugno sui bottoni pe
Confesso che qui ho fatto un po' fatica a capire la dinamica delle varie azioni. Anche rileggendo non mi sembra chiaro. Tra il portone e come arriva l'ascensore e la visione della donna (dove? Dove va?) mi ha confuso. Cercherei di formulare meglio.

Ciò che più ho apprezzato del racconto e che credo sia centrale è la descrizione della sete, martellante, ossessiva, da incubo.
Ottimo lavoro!
Ciao!

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