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Re: [Lab 12] Per la verità

@Alberto Tosciri mi ha fatto un sacco piacere leggere il tuo commento che è di gran lunga più bello del mio modesto racconto.
Spero che un giorno capiterai a Firenze. Di sicuro non è più come la ricordi, ma penso che sappia ancora regalare delle belle emozioni a chi la visita.
Per quanto riguarda l’esercizio del “giallo” ho cercato di fare del mio meglio ma l’impresa di realizzare una buona trama con poche battute va ben oltre le mie attuali capacità anche perché mi sono focalizzata proprio sull’esercizio a mente chiusa senza valutare tutte le possibili sfumature e forme di un giallo.
È come se avessi appena imparato ad andare a spazzaneve e mi fossi addentrata in una pista nera.  Tant’è…  grazie del passaggio  :sss:

Re: [Lab 12] Per la verità

Grazie @bestseller2020
comunque la ex praticante è stata scelta dall’avvicato proprio per la sua attitudine a paladina delle persone indifese.
Chi è indagato per delitti di una certa gravità che prevedono pene consistenti sono comunque messe regime di custodia cautelare in carcere (non a casa)
Per il personaggio di Eva che tu giudichi borgata ra hai ragione. Ho dovuto tagliare un colloquio col giudice Valenti che chiariva meglio quale fosse la relazione (degenere) tra i due. Ma i figli sono piezz’e core…
Il perizoma non l’ha certo conficcato nella gola la Gilda ma il colpevole stesso e lo dice l’avvocatina nel pippone
Giusto che un’avvocato non si comporti come lei ma infatti opera come investigatrice per il Paolin. Mente alla Valenti perché altrimenti lei non avrebbe permesso di essere avvicinata
Sono completamente d’accordo che non si vedano le prove a carico del Paolini manca un incontro tra Nesti e La Feletti con alcune rivelazioni che lui le fa. 
Brutta bestia i gialli in poche battute 
Alla prossima!!! E grazie ancora per il passaggio 

Re: [Lab 12] Per la verità

@aladicorvo adoro! 
la ricostruzione che hai fattto è di gran lunga migliore di tutti i miei scervellamenti mi fai morire 🤣🤣🤣🤣

La riunione di condominio è terribile, lo so… avevo scritto anche riunione della scuola ma mi pareva pure peggio. Forse era meglio lasciare in sospeso e scrivere una emerita boiata che facesse cadere qualche sospetto pure su di lei… la fantasia corre ma le battute restano lì dove il limite vuole. Magari mi verrà voglia di riscriverla fuori dai vincoli dell’esercizio.
Per qua to’ riguarda la faccenda da della testa di cavallo… è una cervellata mi rendo conto. Ma la signora Gilda rivini ama così tanto i cavalli da affibbiare al suo purosangue il nome del suo amante (Julian)
Nell’intreccio in cui più volte mi sono intrecciata non sono riuscita a valorizzare l’indizio e capisco che non potesse essere raccolto così facilmente in un racconto breve. 
Ho anche avuto molti dubbi sulla sequenza degli pseudo interrogatori. Forse il Nesti doveva venire per ultimo ma temevo il deus ex machina. 
Le foto (nel mio intento che è rimasto solo mio) le ha messe sotto la porta proprio il Nesti su ordine del furbo avvocato che voleva fuorviare la sua ex praticante.
Doveva esserci due incontri con il giovane Nesti (uno nel,piazzale Michelangelo eh eh che) in cui si sarebbe spiegato perché il praticante decida poi di fornire la lista contenente il nome di Paolini (anche se lui non sospetta mai nonostante questo che proprio il suo “mentore” sia l’omicida)
Ho galoppato troppo, meglio scendere dal cavallo, vah. 
Grazieeee 😘

Re: [Lab 12] Per la verità

Grazie @Marcello ci tenevo al tuo parere. Non ci crederai ma ho lavorato tanto su questo testo, non riuscivo mai a trovare un modo per inserire almeno gli elementi indispensabili. Taglia taglia… è stato proprio un esercizio impegnativo. Bel lab grazie siete fantastici 

Re: [Lab 12] Per la verità

Grazie @Poeta Zaza 
alla riunione condominiale partecipa la moglie della vittima (è una delle informazioni di cui dispone l’avvocato difensore) e che esclude subito la donna (che peraltro non compare tra i personaggi) dal delitto.
La domanda successiva non lla capisco,
Giorgia sta interrogando l’imputata. (Che non è la moglie della vittima.) 
Probabile che io potessi scrivere meglio ma mi sembra una lettura un po’ “di corsa” 
Grazie per la segnalazione del refuso 🙏🏻

Re: [Lab 12] Per la verità

Grazie @Marcello 
 sono così asina che non ho ancora capito come poter ingrandire i caratteri quando incollo i miei lavori.
Sono così piccoli che pure io faccio una gran fatica a rileggere. 
Mi puoi spiegare (di nuovo) come si fa? 
Scusa per il “doppio lavoro”  :arrossire: Corsivi ok
e grazie grazie grazieee🙏🙏🙏

[Lab 12] Per la verità

Giorgia Feletti entra nello studio a testa bassa: l’ennesimo caso pro bono non l’aiuterà a pagare l’affitto. Le parole dell’avvocato Giuliano Paolini di Firenze, presso il quale anni prima aveva svolto il praticantato, continuano a ronzarle in testa.
“Ho pensato a te per un incarico di fiducia. Ti andrebbe di venire al mio studio domattina?”
L’autostrada, prima dell’alba, è quasi deserta. Giorgia preme a fondo l’acceleratore.
Nello studio opulento, il silenzio è rotto dal rumore in sottofondo di un’ambulanza e dallo sferragliare dei tram. I convenevoli sono una formalità espletata in pochi minuti. Il professionista va dritto al punto.
«Immagino che tu abbia sentito parlare del caso Grandi.»
Giorgia annuisce.
«Il giudice Valenti mi ha affidato la difesa della figlia.»
«Un caso complesso...»
«Sì, molto delicato. Vittorio Grandi era un imprenditore in vista e l’omicidio è avvenuto in circostanze scabrose.» Paolini sospira «Le prove a carico sembrano schiaccianti, ma io sono sicuro che la ragazza sia innocente.»
«E perché lo dice proprio a me?»
«Eva Valenti deve uscire pulita da questa storia, ma non accetterebbe mai un avvocato pagato dal padre. Ho bisogno di una persona brillante che lavori per me… in modo riservato.»
«Capisco, ma non credo di essere io quella giusta.»
«Giorgia, rifletti. Ho saputo che non te la passi molto bene. L’onorario sarebbe adeguato.»
Firenze è magnifica anche sotto la pioggia. Ai tempi dell’università, Giorgia frequentava la biblioteca delle Oblate; dal bar si gode di una vista impareggiabile sulla cupola del Brunelleschi. Un buon caffè l’aiuterà a chiarire le idee. L’affitto da pagare, i casi pro bono… la proposta è allettante, ma quello non è il suo mondo. E… se quella donna fosse davvero innocente? Potrebbe aiutarla.
L’avvocato Paolini apre il fascicolo: «Questa è la lista dei clienti del Kamacore, il club esclusivo dove è avvenuto il delitto.» 
Giorgia la scorre con l’indice. Tutti nomi d’insospettabili dell’alta società fiorentina: imprenditori, avvocati, notai... Uomini e donne. Il mercato del sesso non soffre crisi, riflette.
«Avete già parlato coi parenti della vittima?» 
«Abbiamo avuto accesso ai verbali della polizia: la moglie era ricca di famiglia, il Grandi un gran puttaniere. Lei voleva il divorzio, lo avrebbe lasciato all’asciutto. Chi l’ha ucciso le ha fatto un favore… ma non è stata lei. Ha un alibi di ferro: la sera dell’omicidio si trovava a una riunione condominiale e i presenti lo hanno confermato.»
«Vorrei parlare con la Valenti.»
«È in custodia cautelare nel carcere di Sollicciano. Le farò avere il permesso.»
Struccata, i lunghi capelli ramati raccolti in una coda di cavallo, insaccata in un’anonima tuta blu, Eva la scruta in modo ostile.
«Sono l’avvocato Giorgia Feletti, piacere.» 
«Se la manda mio padre, può fare a meno di sedersi.»
«Suo padre non c’entra.»
«Che cerca, allora? I suoi cinque minuti di notorietà da sfigata?»
«Voglio solo tirarla fuori da questo casino.»
La ragazza tamburella con le dita sul tavolino, lo sguardo perso nel dialogo interiore. Si alza e rovescia le tasche dei pantaloni. 
Giorgia è pronta a reagire.
«Non lo faccio per i soldi. Mi interessa la verità.» 
Eva abbozza un sorriso beffardo: «Una vera santa…» poi, guardandola dritto negli occhi le dice: «Non l’ho ammazzato io.»
«Le prove però dimostrano altro. L’uomo è stato strangolato con delle calze di seta e gli hanno trovato un perizoma conficcato nella gola. Su quegli indumenti c’è il suo DNA.»
«Se è venuta ad accusarmi si metta in fila e si levi dal cazzo.»
«Che ci faceva al Kamacore quella sera?»
«Ero lì per farmi qualche riga. Può chiedere a Gilda.»
«Chi?»
«La moglie del notaio Rivini.»
L’appuntamento con la signora Rivini è presso il maneggio Sangiovenale a Reggello, poco fuori la città. La donna ha un fisico da fantino e ostenta un sorrisetto tirato.
«Bell’animale, come si chiama?» chiede Giorgia andandole incontro.
«Julian. È un purosangue arabo.» 
«Un nome originale.»
«Sì…» accarezza il muso del cavallo «ma lei è qui per chiedermi di Eva.»
«Se la vuole aiutare è importante che mi dica tutto ciò che sa. Come vi siete conosciute?»
Il sorrisetto si spegne.
«Mio marito si è occupato della successione della madre. Lei era così depressa… Siamo diventate amiche e abbiamo iniziato a uscire insieme. Mi avevano parlato del “Kama” e ho pensato che distrarsi un po’ l’avrebbe aiutata.»
«E suo marito? Lo sapeva che frequentavate quel club?»
Gilda elude la domanda. «C’era un uomo pazzo di lei che non sopportava di vederla con altri.»
«Eva stava con Vittorio Grandi quella sera, almeno stando ai testimoni.»
«Con lui ci andava solo per potersi incipriare il naso
«Chi era l’altro uomo?»
«Non me l’ha mai voluto dire. So che indossava sempre una maschera… Eva era strafatta quella sera, non può essere stata lei. Non aveva alcun motivo di farlo.»
«Se ricordasse altri particolari, mi chiami» le porge un biglietto col suo numero. 
Giorgia esce dal colloquio con più domande che risposte.
Paolini le ha dato le chiavi di un monolocale nei pressi di via Calzaiuoli, la strada dello shopping di lusso: la vista degli abiti firmati coi loro colori pastello intonati alla primavera non riesce a distrarla.
Aperta la porta, nota una busta sul pavimento. Anonima. Dentro ci sono delle foto esplicite di sesso estremo tra Gilda e qualcuno che indossa una maschera. L’immagine non è a fuoco, ma sembra la testa di un cavallo. Giorgia rovista frenetica nella borsa in cerca del telefono.
«Pronto, avvocato. È ancora allo studio?»
«Stavo per uscire… Sì, sì ti aspetto.»
Pochi minuti dopo lei è lì.
«Allora, cosa c’è di tanto urgente?»
Gli mostra le foto.
Paolini strabuzza gli occhi. «Come le hai avute?»
«Speravo che me lo dicesse lei. Erano sotto la porta del monolocale. Chi lo sa che alloggio lì?»
«Solo io e il mio praticante, l’avvocato Nesti. È molto strano…»
«E se il colpevole fosse il notaio Rivini?»
«No, no. Lo escludo. Lo conosco troppo bene.»
«Gilda lo tradiva…»
«È una donna esuberante, l’hai conosciuta. Rivini ha vent’anni più di lei. Le avrà lasciato i suoi spazi.»
«Ma la gelosia non ha età.»
«Perché uccidere proprio il Grandi?»
«Magari ricattava Gilda. Forse è stato lui a scattarle queste foto.»
«Comunque dobbiamo consegnarle alla polizia.»

Gilda Rivini ha un tenore di vita molto alto, ma non tale da giustificare i consistenti prelievi di contante che ha effettuato negli ultimi mesi. La notizia che suo marito è indagato per il delitto Grandi fa scalpore in città.
La suoneria del cellulare sorprende Giorgia alle prime luci dell’alba come l’invito inatteso che riceve. Il giovane praticante Nesti l’aspetta in una saletta appartata della caffetteria Paszkowski in piazza della Repubblica davanti un vassoio di pasticcini.
«Grazie per aver accettato d’incontrarmi qui.» 
Giorgia non si trattiene: «Perché tanto mistero?»
Lui si guarda intorno prima di tirare fuori dalla valigetta un foglio piegato in due.
«Cos’è?»
«La lista dei clienti del club.»
«Grazie, ma ce l’ho già.»
Nesti scuote la testa sussurrando: «Non quella completa.»
Giorgia scorre i nomi e sbianca in volto.
«Perché lo fa?»
«Per la verità.» 
Il giovane si alza lasciandola piena di dubbi. Giorgia decide d’incontrare di nuovo Gilda.

«Cos’ è successo al club la notte dell’omicidio? Sia sincera questa volta. Ho visto le foto dell’uomo in maschera. Un travestimento particolare: una testa di cavallo. Ma non c’era Eva insieme a lui… c’era lei, Gilda.»
La donna resta in silenzio.
«Sa cosa penso? Che lei abbia ucciso Grandi e abbia incastrato la sua amica.»
«Avrei dovuto farlo davvero dato che mi ricattava con quelle foto. Ma le giuro che non l’ho fatto e neppure mio marito. Non sapeva nulla di questa storia.»

Giorgia cammina piano. La strada che la separa dallo studio non è molta, ma è come se il suolo volesse inghiottirla a ogni passo. La verità è davanti i suoi occhi eppure non vorrebbe vederla. 
Quando entra nello studio, l’avvocato Paolini è al telefono. L’uomo la vede e le fa cenno di entrare, ma lei attende che finisca la chiamata.
«Valenti mi sta mettendo sotto pressione…»
«Voglio raccontarle una storia» dice Giorgia, con calma, sedendosi.
«Una donna sposata s’innamora alla follia di un altro uomo. La signora conosce una giovane di ottima famiglia e si serve della sua amicizia per coprire le proprie scappatelle amorose. Gli incontri clandestini avvengono in un club esclusivo al riparo da sguardi indiscreti. Poi, accade l’imorevisto: l’amante della signora perde la testa per la sua giovane amica. La ragazza però non ricambia affatto quei sentimenti: lo tradisce con altri uomini tra cui un certo imprenditore che la inizia all’uso della droga. Quell’uomo ha un gran bisogno di soldi e un forte ascendente sulla giovane: la convince a scattare delle foto compromettenti all’amica per ricattarla e la malcapitata paga. Ma il denaro non basta mai. Così la signora è costretta, suo malgrado, a chiedere aiuto all’ex amante. Lui si reca al club per incontrare il ricattatore e chiudere la questione, ma lo sorprende in compagnia della sua giovane amata. Accecato dalla gelosia, lo strangola usando l’intimo di lei, che, stordita dalla droga, non si rende conto di nulla. In un solo colpo, si libera della traditrice e del ricattatore.
L’assassino è un uomo scaltro che ha sempre protetto la propria identità indossando una maschera, ma non può prevedere che proprio a lui venga affidata la difesa della donna che ha fatto incriminare. Allora, decide di contattare una sua vecchia praticante, una persona sensibile, sicuro che questa lo aiuti a salvare un’innocente. La manipola fornendole i mezzi per far scagionare l’imputata e indurla a incriminare un altro innocente. Così può salvare sé stesso e il rapporto con il potente giudice Valenti…Vero, avvocato?
Paolini è una statua di sale e non riesce a reagire neppure quando Giorgia fa entrare la polizia.

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