La ricerca ha trovato 2 risultati

Torna a “[Lab6] L'antro di Mnemosine”

Re: [Lab6] L'antro di Mnemosine

ivalibri ha scritto: Schegge di città, sistemate in fila o piuttosto arredi di un interno giorno.
Questa frase mi ha fatto inciampare nella lettura, quell’interno giorno non riesco a capirlo. 
ivalibri ha scritto: una corda trasparente,
Perché non tubicino trasparente? È lei che non riconosce il termine esatto? Perché lo chiama corda?


Ciao @ivalibri 

che testo angosciante! Il ritmo lentissimo, i pensieri sconnessi, i frammenti di ricordi, le sensazioni corporee visive, tattili… tutto rende molto bene il torpore e lo spaesamento del risveglio dopo un’anestesia. Le descrizioni sono minuziose, opulente a tratti, per mio gusto, un filo troppo cariche.
Se questo è l’incipit del racconto, ti consiglierei di sfoltirlo un po’ perché manca l’innesco della storia che nella sinossi mi aveva colpita molto.
Questo indugiare sulle descrizioni rende tutto molto “angosciante” e per questo ti faccio i complimenti. Mi sono sentita ferma, bloccata su quel letto, confusa… Mi pare che fosse proprio l’effetto che desideravi ottenere e, per me, lo hai ottenuto! Forse il ritmo col prosieguo della storia cambierà. Attendo il racconto completo!  :libro:

Re: [SLab6] L'antro di Mnemosine

Ciao @ivalibri

la trama che proponi è interessante.  Mentre leggevo mi è venuto in mente uno dei miei film preferiti di sempre: Kill Bill. Alla splendida Uma Thurman, black mamba, capita proprio ciò che racconti tu. La parte innovativa del racconto è insinuare il dubbio nel lettore che possa trattarsi di un qualche esperimento. Secondo me sarà determinante la scelta del periodo storico in cui ambienterai il racconto proprio per evitare la sensazione del “deja vu”.
Potrebbe essere anche nel futuro per esempio, ma eviterei l’epoca contemporanea.
A leggerci! 
Buone feste 🎉 

Torna a “[Lab6] L'antro di Mnemosine”