Giusto per darti alcuni feedback dato che userò il commento per postare un mio racconto, ti segnalo alcuni passaggi che mi hanno fatto sentire, in alcuni momenti, una sorta di mancata verità. Cerco di spiegarmi.
Luigi ha scritto: Poi abbiamo pigliato baracca e baracchini e l’ho portata la baracca qui a Testaccioa parte che in italiano la frase non gira al meglio (ma credo che ciò sia dovuto allo “slang” che hai utilizzato), questa frase mi ha portato a visualizzare una situazione in cui vivono persone poco abbienti e magari di bassa cultura. Però questo fatto non viene confermato da successivi aspetti.
Un po’ come se una persona erudita (a un certo punto parli di aoristo e dunque immagino che il personaggio abbia una cultura classica che non appare troppo coerente con l’immagine che mi ero costruita in base a quanto avevo letto fino a quel momento.
Luigi ha scritto: A casa un marcantonio di giardiniere ci tosa l’erba tutti i weekend.altro elemento che non si sposa bene con l’idea e un certo linguaggio con cui fai parlare il personaggio
Luigi ha scritto: Yvonne le pigliano le doglie. Si preme la pancia, urla e dice che le tira tutto.Qui ritorna il “borgataro”
Luigi ha scritto: Yvonne, il trambusto le tedia l’umore, le guasta il bello del viso e gli occhi, paonazza in volto, rigurgita il boccone, si massaggia il pancino, dice: «Calma, Calma», lo dice riempiendo ogni suono d’inflessione francese, quel tipico sbrodolarsi il canto nella bocca che sempre per altro mi schizza l’ormone in su, e s’aiuta a gesti per compensare il difetto di lingua. Sa tre parole in croce Yvonne, ma lascia intendere d’aver capito ogni preciso insulto. Le dico: «Amore, giù stai giù». Le dico: «Tranquilla amore. Non ti scaldare amore». A mia madre dico: «Contenta eh, bagascia, far così della tua prima nipote». Mia madre: «Pigliati la tua negra e andatevene fuori dalle palle!»Questo è d’un pezzo di bravura, ma, come ti ho detto, quello che mi lascia poco convinta è il continuo alternarsi delle due “personalità”. Vedendo come scrivi bene immagino che possa essere una scelta autorale ben precisa, ma in tal caso forse sarebbe utile indagare un po’ più a fondo il personaggio per farsi capire e apprezzare fino in fondo dal lettore.
Luigi ha scritto: ho visto più. Mi dico sì, molto piacere mondo, eccolo il mostro di Testaccio, io ho ucciso, ci vuol del fegato sapete, ho accoppato mia mamma. Mi frugo in saccoccia, piglio la prima cosa che mi viene alle dita e la lapido a colpi di portafoglio. Le carte le scoppiano in pieno naso. Una bella botta. Le carte svolazzano tutte nella cucina, si infrattano per l’aria e nei buchi degli stipetti, planano.Qui ho immaginato il figlio di una famiglia “bene” che si “disfa” di droga (forse le carte che escono dal portafoglio contengono coca? O non ho capito nulla?)
Luigi ha scritto: Il dottore ha girato i tacchi e s’è portato quel camice saltellante, quel maledetto camice s’è l’è portato a sciogliersi lontano dalla mia groppa. La mano giungendo s’è tramutata in faccia. Pioveva di sudore. Mia mamma m’è scivolata nel collo, e ha detto: «Non fare il diavolo con tua madre. Dio mi maledica! Allora, è nata? E Yvonne?» Ha detto: «Yvonne, come sta?»Finale che commuove, la scrittura è di ottimo livello, molto personale e, a tratti, pura poesia.
La lettura mi ha coinvolta ma non del tutto convinta per quegli aspetti che ho cercato di segnalarti.