come promesso vengo a leggere questo racconto. Commento con pulci, perché lo userò per Caronte. è molto breve, e suppongo già revisionato. Vabbé, io intanto leggo eh. Vado eh. Pronti, partenza, via!
Letto. è un bel testo, e capisco molto bene perché leggendo "il mare" tu abbia pensato a questo. In effetti parlano della stessa cosa: la prepotenza con cui si può affacciare il desiderio di altrove, della forza distruttiva che può avere. I personaggi ne vengono sopraffatti; non possono decidere di rimanere dove sono, devono assecondare una spinta profonda che li possiede. Una differenza, però, è che il mio personaggio maschile fa sì resistenza, ma alla fine si arrende e lascia andar via, il tuo (personaggio maschile?) non vuole la libertà della compagna, a costo di incatenarla (bella l'immagine del palloncino legato al bambino: ho avvertito un bambino pesantissimo).
Le immagini... non tutte mi sono sembrate necessarie, sinceramente, e non tutte mi sono sembrate riuscite. è come se a tratti piuttosto che utilizzarle per rinforzare il messaggio e la sensazione, tu le abbia usate per celare, come quando si scrive in codice per non far trapelare proprio tutta la verità. A volte, invece, semplicemente spiazzano perché sono un po' troppo difficili da visualizzare nel momento stesso della lettura. Provo a spiegarmi meglio più giù, citando il testo (se ci riesco, qui su cdm ho ancora difficoltà a farlo).
Nel complesso mi è piaciuto, ma a maggior ragione perchè è un testo brevissimo avrei eliminato le ridondanze, gli elenchi e le immagini di troppo. Magari in fase di revisione pensaci...
Pulci!
Adel J. Pellitteri ha scritto: gio gen 21, 2021 11:56 am (ex WD)A rileggerci presto
Li aveva tutti facili. Realizzabili nell'arco di un mese, una settimana, un giorno, un'ora anche. Andavano dall'acquisto di un maglione a un nuovo colore di capelli. Sapeva che con i sogni troppo grandi si finisce per fare male non solo a se stessi ma anche agli altri, soprattutto agli altri; coloro che non hanno le tue stesse mete, che non riempiranno mai con te le medesime valigie. Quelli che per forza devi lasciare indietro.
forse qualche esempio e qualche elenco può essere sfrondato. è un incipit un po' troppo saturo. Dovendo sottrarre, sacrificherei l'immagine di riempire sempre le stesse valigie, non si capisce molto se sia un immagine figurata o letterale. Cioè, coloro che davvero condivideranno una valigia con te o coloro che condivideranno una meta? In ogni caso l'hai appena detto nella frase precedente, magari può bastare.
Mamma mia, perdonami, è il primo commento vero che faccio su CdM, non mi rendo molto conto di cosa sto combinando, spero abbia messo in grassetto le parti del testo che volevo ma non ne sono sicuro, con questa interfaccia. Vabbé, andiamo avanti
Per i grandi sogni, lo sapeva, si parte da soli e se non atterri sulla pista giusta ma sopra un'illusoria piattaforma, allora il precipitare è doloroso e rapido.
Qui mi disorienta il cambio di soggetto, inizi con l'impersonale "si parte" e poi usi il "tu", sempre in funzione impersonale. Io avrei mantenuto una scelta, potevi continuare con "si atterra". Trovo poi che qui tu abbia calcato un po' troppo la mano sulle immagini. Il "partire da soli" ti ha indotto a usare la metafora dell'atterraggio per la realizzazione dei sogni, che in verità è un po' troppo indiretta perché non crei qualce inceppo alla lettura. L'illusione di aver realizzato un sogno diventa una piattaforma insicura che lascia cadere giù. Ok, faccio però gran fatica a ritornare dall'astratto al reale (che so, vuoi diventare il comomero più grande del mondo, per cui mangi ma non ci riesci, e dunque la sensazione è di atterrare su una piattaforma che ti fa cadere? Non so, non mi sconfinfera
Lei per spiccare il volo, lui per non lasciarla andare.
Un palloncino al polso di un bambino.
Questa immagine invece funziona molto bene
Non è forse felice il palloncino nel volare? Non è felice il bimbo che lo trattiene a sé?
Non la espliciterei però, non tornerei ripetutamente sulle stesse immagini. (poco prima fai la stessa cosa con l'orizzonte, il sogno e il miraggio)
«Ti prego, non sognare»
molto efficace la frase che dà il titolo al brano. E spietatamente realistica... descrive una dinamica purtroppo molto comune