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Re: [H23] L'ultravivente

Ciao Mariangela, 
innanzitutto mi complimento con te perché in questo racconto mi sembra che tu abbia fatto lo sforzo di uscire dalla tua comfort zone per tema e atmosfere. Secondo me sei anche riuscita più del solito a tenere a bada la tua vena lirico-troubadour-oratoria per provare a fare qualcosa di diverso.
Ti sono scappate solo un paio di eccezioni notevoli
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmMi urlo dentro dal terrore
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmQuesto è il nuovo terrore che mi avvinghia...
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmIl collaterale dramma di non avere voce si appalesa nel mio strazio muto
"nessuno può mettere [il lirismo di] Zaza in un angolo" perché spunterà fuori dalle fessure :lol: (dopo questa coltissima citazione anni 80 puoi depennarmi, non ti biasimerò)

Detto questo, l'idea, la brevità, la struttura sono davvero ben trovati (ho solo un dubbio sulla cosa delle calze nell'incipit: dal testo io l'ho percepito steso su un letto, impotente, circondato di macchine e monitor, invece riesce ancora ad alzarsi e camminare? Dal testo io non lo intuivo).
Quello che toglie forza alla narrazione, e quindi annulla un po' la sensazione di angoscia che dovrebbe provare il lettore impatizzando con il racconto in prima persona è che la sospensione dell'incredulità viene meno: il tuo io narrante si descrive, descrive le cose intorno a lui, come se scrivesse delle memorie o un diario, o parlasse a un interlocutore immaginario (il lettore, sì ma no)... Dovresti invece farci davvero "credere" alla sua condizione e alla sua angoscia senza scampo, perché possiamo entrare in empatia, mostrandoci tutto non attraverso una descrizione elaborata e quasi esterna, ma attraverso le sue sensazioni e reazioni immediate.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmHo rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmLa donna che entra e si accosta  al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre le cade la borsetta e si rovescia sul mio letto. Lei fugge e il mio terzo occhio cade sugli oggetti e i miei neuroni sul binomio borsetta - specchietto. Infatti eccolo, lo prendo: un cammeo incornicia una superficie riflettente. Da non so quanti lustri non vedo il mio volto. Gli specchi sono banditi in questo reparto. 
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmCerco di tirarmi su, ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.
questi 3 passaggi mi sembrano esplicitare bene il "difetto" di cui parlo, ma non sono i soli.
Detto questo, mettere in pratica un io narrante "credibile" ed efficace, soprattutto volendo rendere una situazione angosciante come quella da te dipinta, è difficilissimo. Criticare, molto più semplice :)

In ogni caso, di tutti i tuoi "horror" che ho letto nel tempo, questo è il più spaventoso e riuscito, a mio modesto parere.
un saluto

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