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Re: La camminata

Un caldo infame mi appiccica i capelli alla fronte. Il sole mi abbaglia, ma io continuo risoluto a seguirlo passo dopo passo.
cambierei il "mi abbaglia" in m'abbaglia.
È davvero atletico e dalla falcata lunga. Non c’è salita che lo rallenti e io ansimo dietro di lui che nemmeno se ne accorge.
è davvero atletico: ha la falcata lunga e non c'è salita che lo rallenti. Io ansimo e lui nemmeno se ne accorge.
Alzo gli occhi e vedo le pareti di roccia. Mi auguro che voglia fermarsi qui. Non ce la faccio a salire lassù, sono già stremato adesso.
invece di lassù (che non mi sembra indicare nulla: le pareti di roccia? la cima? dove?) userei "oltre" oppure "ancora". Non è il dove che lo blocca, semplicemente non vuole più camminare.
Ai piedi della prima parete si ferma e mi osserva mentre copro gli ultimi cento metri. Sono completamente sudato, il fiato l’ho lasciato a valle e mi irrita che lui si goda questo spettacolo mangiando la sua barretta.
Mi sorride e appena sono abbastanza vicino mi offre la sua borraccia.
“Acqua?”
Gliela strappo quasi di mano e me la bevo tutta a canna.
“Non si preoccupi, qui vicino c’è una sorgente e un laghetto” e mi sorride ancora gentile.
In questo momento non riesco a odiarlo, sono troppo stanco, mi fa male tutto, mi tremano le mani e non so nemmeno bene cosa fare.
L’educazione prende il sopravvento e gli offro una delle barrette che ho nello zaino. Mi cambio la maglietta sudata e non proferisco parola, perché la mia bocca è ancora troppo asciutta dallo sforzo di questa camminata forzata.
Ti ho citato questo passaggio come esempio, ma vale un po' per tutto il racconto: riduci i possessivi, molti sono decisamente ininfluenti, appesantiscono senza apportare nulla al senso.
“Cosa sapeva già?”
“Che mi stavo scopando sua moglie.”
questo passaggio è riuscitissimo. Uno scambio di battute perfetto.
quella che ho provato quando mia moglie non era a casa una volta che ho saltato allenamento.
meglio: quella che ho provato la volta in cui ho saltato l'allenamento e non ho trovato mia moglie a casa.
(così la costruzione è un po' contorta)
Pioveva a dirotto: non che fosse successo qualcosa.
qui non capisco il senso della frase: cosa vuoi dire? Era preoccupato solo perché pioveva a dirotto? Non riesco a capire il nesso tra le due frasi.
lasciamo perdere lei e le sue cosce cellulitiche, per non parlare della pancia che le era venuta in menopausa.
perché un trapassato? che le è venuta
A pensarci bene però non mi ero ancora ripreso dalla salita e lui pareva fresco come una margherita di prato. Mi stava proprio antipatico.
anche qui usi il passato, ma l'azione era al presente, finora.
Forse il racconto era al passato e quando lo hai riscritto al presente ti sono sfuggite delle frasi?

Mi fermo qui con le pulci. Ho trovato l'idea del racconto molto carina e ben trovata. Inizio, con l'inseguimento, poi i due che scoprono le carte; e il finale "stai comodo, passiamo a prenderla" li trovo davvero ben riusciti. La parte centrale, con tutta la spiegazione da parte dell'amante invece mi sembra un po' farraginosa: ci sono tantissimi "colpi di scena" o passaggi, insomma: la ragazza di lui che va col marito, poi lui la tradisce con l'amica, allora lei si vendica e va dalla moglie, la moglie che si vendica a sua volta; le foto del tradimento, i dettagli sulla fidanzata bella ma non sveglia; i tradimenti del marito con le amiche di Barbara, il suo darle poca attenzione, altri dettagli come quello del prendere il sole nuda in terrazzo...
Insomma, secondo me questo dialogo mette troppa carne al fuoco, e soprattutto contorni per la carne che non servono, anzi fanno scemare un po' la tensione con tutti dei mini colpi di scena o gag da teatro di boulevard.
Quindi, personalmente asciugherei un po' tutto il lungo passaggio sulle rivelazioni, per mantenere lo stesso ritmo e coerenza dell'apertura e del finale.
Nel mio "personalmente" è implicito il fatto che tu possa non concordare con nessuna delle mie osservazioni, quindi vedi tu se e cosa ti possa servire, di tutto quel che ti ho detto.
Ciao, Almì :love:

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