La ricerca ha trovato 1 risultato

Torna a “[CP8] Da galassie remote”

Re: [CP8] Da galassie remote

Adel J. Pellitteri ha scritto: lun ott 24, 2022 10:49 am
Io sono
Universo, umanità, vita

Sono
L’epoca memorabile e felice.

Sono
Voce, creatività, coraggio.

Sono
Preziosità del tempo.

Sono
Guerra, bomba, cratere.

Un Dio proveniente
da galassie remote
@Adel J. Pellitteri

Carissima, come la scorsa volta, hai estrapolato dal testo scelto dei versi compiuti, dal significato complesso e molto interessante.
Una poesia complessa, a mio parere, perché rimanda sia alla corrente letteraria del Futurismo, che con vigore ed entusiasmo proietta l'Uomo Nuovo verso il futuro (ma esalta anche la guerra e la distruzione del passato), sia alla difficile dottrina di Protagora dell’homo mensura, l’idea cioè che "l’uomo è misura di tutte le cose". Per Platone e Aristotele la dottrina di Protagora rappresentava il manifesto del relativismo e veniva respinta perché implicava l'esistenza di solo ciò che è percepibile coi sensi, vale a dire che se non ci fosse colui "che percepisce", non esisterebbe neppure "il percepito". Ciò era una specie di sacrilegio. Non è l'uomo, si ribatteva pertanto, ma Dio "la misura di tutte le cose". 
E qui arrivo alla tua poesia: ci fu chi, come Niccolò Cusano, negò il nichilismo di Protagora, osservando che se viene meno la conoscenza dei sensi viene meno anche la possibilità di conoscere "sensibilmente", per l'appunto, la gloria dell’intelletto divino. L’uomo dunque, proprio in quanto "misura di tutte le cose", riesce ad arrivare alla conoscenza di Dio.
Grazie per queste riflessioni che mi hai portato a fare, un abbraccio. 

Torna a “[CP8] Da galassie remote”