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Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula
M.T. ha scritto: se non ci coordiniamo, non riusciremo a venire a capo di questa situazione
Il gentile signore qui presente ha ragione. 
Che ne dite di sederci tutti in salotto? Preparerò caffè, cioccolata calda e tè al gelsomino, e vi servirò meringhe e torta di mele. Sono sicura che una sosta ci farà bene. Siete d'accordo? 

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Che paura. Ho sentito un alitare orribile sul collo, proprio mentre era andata via la luce. Possibile che sia stato il respiro di quel giovane che ora mi rivolge la parola? Una stranezza sull'altra, non ne posso più. Le parole di Amilcare mi danno un po' di conforto, almeno non sono la sola a sentire la mancanza del caro signor Gabriel. E poi Amilcare ha ragione: chi le conosce tutte queste persone? cosa ci fanno qui? e cosa è questa frenesia di scendere in quell'orrendo buco? Sarebbe davvero il caso che ci presentassimo meglio. Intanto rispondo al giovane, non vorrei apparire maleducata.

<<Sì, certo che entrano! Per volere del professore hanno libero accesso a ogni stanza della casa. Io, però, tutte le volte, pulisco per bene zampe e musi. Perché me lo chiede?>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Mentre osservavo, attonita, il buco nero nella mia cucina, un qualcosa di violento e spaventoso (un vento maligno? l'alito di una bestia enorme e invisibile? qui, ormai, tutto è possibile) ha fatto stramazzare a terra la povera Eleanor. Potrebbe essere morta! 
Mentre mi affretto verso di lei, fortunatamente alza il capo e sorride. Dio sia lodato. 
Eleanor, ancora provata dal colpo, accenna a una luce proveniente dal buco, e in effetti ha ragione: nella botola lampeggia qualcosa.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Vedo Eleanor che si guarda intorno come se cercasse qualcosa. Mi avvicino a lei e le apro il cassetto dei coltelli. Il grido straziante che proveniva da sopra ci ha lasciato senza fiato: dobbiamo essere pronte a tutto. 
Il giovane alto, fermo sulla soglia della cucina, mi dice qualcosa a proposito di chiudere tutto affinché nessuno esca o entri. Temo, però, che qualcuno, o "qualcosa", sia già entrato.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Eleanor mi sta chiedendo qualcosa, ma quasi non sento le sue parole, tanta è l'angoscia che mi sale al petto nel vedere la cucina ridotta in questo stato. Non c'è nulla che sia al suo posto, e il pavimento è pieno di fango... so che non è il momento per pensare a questo, ma Dio solo sa quanto tempo impiegherò per fare ordine e pulire. 
Tutto sembra andare a rotoli, e io mi sento persa. 

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Lascio Amilcare ai suoi pensieri e seguo Eleanor che si dirige verso la cucina, dalla quale in effetti si sente rumore di stoviglie rotte. 
Apre la porta con lentezza, temendo forse che dentro ci sia qualcuno. Ma chi? Mi posiziono dietro di lei, e cerco di guardare anch'io dentro la stanza. Poggio una mano sulla sua spalla, per tirarla indietro se mai dovessi accorgermi di qualcosa di strano.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Bene, quel giovane mi dice di essere un antiquario. Così, almeno, non dovrò preoccuparmi di come maneggia i volumi: lascio che si accosti di nuovo alla libreria per cercare non so cosa su un marchio a forma di occhio. Perché i cani abbaiano tanto? Eppure hanno mangiato. 
Mi volto per entrare di nuovo nell'anticamera e vedo Eleanor che si avvicina per chiedermi se questo strano sibilo, che ora sento anch'io, provenga dalla cucina.

<<No, non è possibile che ci siano fuochi accesi. Poco fa ho spento il bollitore per il tè e chiuso il rubinetto del gas. A proposito, il tè! Qualcuno ne gradisce una tazza, prima che l'acqua si raffreddi?>>

Non faccio in tempo a concludere la frase che Amilcare, con uno sguardo preoccupato, mi chiede da quanto non spolvero la libreria. Strana domanda, chissà a cosa gli serve saperlo.

<<Spolvero i libri antichi tutti i giorni, secondo il volere del signor Gabriel. Significa che tutti i santi giorni, a parte questi ultimi e non per mia scelta, pulisco con un piumino speciale tutta la libreria che occupa la parete in fondo allo studio, dove quel giovane antiquario ha preso il volume rosso. Le altre librerie di casa, quelle che custodiscono i libri più recenti, le spolvero, a rotazione, una volta alla settimana. Amilcare, posso portarti una tazza di tè zuccherato? Sei pallidissimo. Ho fatto anche le madeleine.>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Comincio a non sopportare questo caos. 
Sono qui, sulla soglia, e penso che dovrei dividermi in due: una parte di me dovrebbe rimanere nello studio, per aiutare quel ragazzo a soccorrere Miss Brown, che pare abbia avuto un altro malore; l'altra metà dovrebbe tornare nell'anticamera, dove tutte quelle persone sbraitano e si agitano. Ecco, difatti vedo Napoleon avvicinarsi. Cosa vuole? Sembra quasi che cerchi protezione.

Ora, però, non posso tornare in anticamera, perché sento il giovane dall'accento italiano nominare la servitù a proposito di qualche scritta in cinese, o almeno così mi pare, ma soprattutto perché noto con grande disappunto che ha tra le mani uno dei preziosi manoscritti del mio padrone! 
Non posso di certo lasciare quell'uomo sconosciuto lì, nel mezzo dello studio e accanto al corpo senza vita del signor Gabriel, senza prima averlo informato che quei volumi sono preziosissimi e vanno maneggiati con estrema cura.

 

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Mentre Amilcare tasta il polso di Balthazar e ne controlla il battito, noto con la coda dell'occhio che Miss Brown, con estrema lentezza, si dirige verso la porta dello studio, dietro il giovane con l'accento italiano. 
Temo di sentire da un momento all'altro un suo grido alla vista tremenda che le si parrà davanti, ma non odo ancora nulla. 
Il giovane in trench nero, quello con la mascella pronunciata, è già dentro: l'ho visto entrare poco fa, prima ancora che entrasse Balthazar sulle spalle del suo soccorritore. 
Forse è il caso che, sebbene a malincuore, vada anch'io a dare un'occhiata. Non mi piace pensare che il corpo del mio caro padrone sia alla mercé di sguardi estranei. Se manca l'affetto, può venir meno la pietà, e non permetterò che occhi irrispettosi sfiorino quelle membra mutilate. Ma forse esagero, come mio solito. 
Eleanor si sta mostrando attenta e compassionevole, ma ora non posso darle retta.
 
<<Cara, non saprei cosa consigliare. Forse è il caso di chiedere al dottore qui presente, ora impegnato con don Dubois. 
Non so dirle se muovere ancora il signor Balthazar possa compromettere la sua già delicata situazione, né se l'alcol, in questo frangente, sia indicato o meno. Nel caso il dottore fosse d'accordo, prenda pure i cuscini dal divano e quel plaid color crema dalla poltrona. Nel mobile bar, in quell'angolo, troverà inoltre decine di bottiglie e bicchieri adatti: non avrà che l'imbarazzo della scelta. 
Mi allontano un momento, grazie per l'aiuto.>>

Entro nello studio, e mi sento soffocare dall'odore e dallo sgomento. Non so se potrò proseguire. 
Mentre, sopraffatta dalla pena, decido di uscire dalla stanza, vedo il giovane dall'accento italiano in piedi davanti all'imponente libreria e sento l'altro, quello vestito di nero, che chiede a Miss Brown, immobile di fronte al camino acceso, se per caso ha bisogno di me. 
Non so se procedere, per capire cosa sta accadendo qui dentro e sorvegliare i tre, oppure tornare in salotto e allertare Amilcare e quel bravo giovane che si è occupato di Balthazar.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Forse posso preparare un tè, o una cioccolata calda. Il pomeriggio prima della disgrazia avevo cotto le madeleine e riposte in un barattolo di vetro: di sicuro sono ancora buone.
Don Dubois si è addormentato, e ciò mi pare strano. Un momento fa agitava la pistola, e ora pare un bambinetto. Che abbia assunto qualche sostanza? O forse Amilcare lo ha ipnotizzato! 
Comunque sia, è stato davvero bravo a disarmarlo: con una pistola carica non si sa mai cosa può accadere.

<<Un bagno, dici? Percorri il corridoio oltre la lavanderia: è l'ultima porta alla tua destra. Ma tu sanguini! In bagno troverai tutto l'occorrente per disinfettare la ferita.>>

Forse avrei dovuto proporre ad Amilcare di aiutarlo, ma vedo che quel giovane che era fuori in giardino sta entrando in casa conducendo sulle spalle il corpo del povero Balthazar. Un'azione generosa, di cui gli sono grata. 
Balthazar respira ancora: sia lodato il Signore. Ma chi è questo "qualcun altro" cui allude il giovane? 
Provo un brivido di paura, mi faccio forza e lo aiuto a distendere il corpo esausto di Balthazar sui fiori turchini del tappeto cinese posto davanti al camino.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Faccio fatica a riconoscere questi ambienti, di cui conosco a memoria ogni angolo e che mi sono cari. Vorremmo che mai nulla scompigliasse il piacere della nostra quotidianità: sarà pur ripetitiva, ma è così confortante! Non posso poggiare gli occhi su queste librerie, sulle poltroncine in velluto, le porcellane, le stampe antiche senza che gli occhi mi si gonfino di pianto. 
La vita del caro signor Gabriel è stata spezzata, e con lei la mia routine in questa casa. Nulla sarà più com'era. Non salirò più nella sua stanza col caffè bollente e le brioches all'albicocca, non scherzeremo più sui tic del povero Balthazar. 
Tutto è finito in modo orribile, e io non mi do pace. E adesso, come se la situazione non fosse già tragica di suo, ci si mette pure il prete a fare il giustiziere. 

<<Padre, perché non mette via quell'arma e comincia a ragionare da uomo di Chiesa, quale dovrebbe essere? Perché tiene sotto tiro Napoleon? Esponga le sue accuse, siamo qui per ascoltarla e cercare di capire. Osservi miss Sarah: non vede com'è attonita? Vuole forse farla uscire di testa?>>

Sento qualcuno che mi sfiora delicatamente un braccio: è Eleanor. Non ci conosciamo ancora, ma il suo gesto di supporto parla per lei. Bene, forse in due riusciremo a far tornare la calma in questo luogo, mostrando un po' di rispetto al padrone di casa che giace senza vita a pochi metri da noi.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Lula

Quella donna si chiama Eleanor... bel nome. Mi ricorda qualcosa, ma non saprei dire che.

Padre! Perchè quella rivoltella puntata contro Napoleon e Miss Brown? Se li ritiene colpevoli, almeno ne spieghi il motivo. 
Mi perdoni, ma lei è il primo che dovrebbe spiegare a noi tutti perché si trova qui, e se ha visto cose strane. Stanno per entrare delle persone, per lo più sconosciute, ma che forse ci potranno aiutare a capire cosa è accaduto al nostro povero signor Gabriel. Mentre le aspettiamo, perché non cominciate a raccontare cosa avete visto?

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Don Dubois mi invita a entrare, ma io temporeggio: qualcuno, dal gruppetto di uomini chini su Balthazar, accenna al fatto che non li ho aspettati. Credo sia quel ragazzo col trench di pelle nera. 
Mentre faccio cenno al padre di attendere un momento sulla soglia, odo un grido alle mie spalle: la ragazza con la macchina fotografica è stata colpita da un ramo del vecchio oleandro! No, forse è illesa, ma devo controllare ed eventualmente darle una mano.
Mentre mi dirigo verso di lei mi rivolgo al giovane:

<<Ehi, sono qui! Vi stavo facendo strada. Riuscite a portare dentro il giardiniere? Amilcare, Balthazar è ancora vivo?>>

Il grosso ramo frondoso mi divide dalla ragazza, che per fortuna non si è fatta niente. Non è possibile spostarlo: per noi due è troppo pesante. 
Don Dubois mi chiede quanto deve aspettare ancora e mi mette fretta. Mi rivolgo allora alla donna:

<<È stata colpita? Se se la sente, può passare sotto il ramo: vedo lo spazio sufficiente per camminare carponi, facendo attenzione ai rami spezzati. Altrimenti può aspettare che uno di quei signori venga a spostare il ramo. Devo entrare nella villa, il padre si sta spazientendo. Io mi chiamo Lula, e lei?>>

Raggiungo di nuovo Don Dubois, che senza dirmi una parola mi conduce di fronte alla porta sfondata dello studio del caro signor Gabriel.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Dio, che freddo. Calzo il cappello fino agli occhi e mi stringo nel cappotto. Ho dimenticato i guanti a casa di mamma, accidenti, e ho le dita congelate. Nuvole nere hanno oscurato il cielo, e il vento sibila. Pareva che tornasse bel tempo, e invece...

Che succede? Perché Balthazar grida così? Oh, Signore, proteggici tu! Dice cose orribili, e io comincio ad avere paura. Vedo due degli uomini che stanno cercando di capire cosa diamine è accaduto al povero Balthazar. Meglio entrare tutti, prima che un fulmine ci prenda in pieno. Ci presenteremo l'un l'altro e ci chiariremo le idee. Sì, sono certa che dentro la villa tutto apparirà meno cupo.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Non può essere un neonato... il dispiacere e la stanchezza mi stanno confondendo. Mi sento sospesa, come se fluttuassi in una bolla: non è mai semplice avere a che fare con la morte, soprattutto se di natura violenta.
Il vetro della jeep è sporco e appannato, e non riesco ad aprire lo sportello: è incastrato. Se fosse soltanto uno di quei bambolotti animati che Gabriel portava ai bambini africani? Forse ne è rimasto uno nella jeep, dimenticato per sbaglio... ma sì, di certo è andata così. Piu tardi tornerò a controllare. Ora mi sembra preferibile seguire l'invito di Balthazar ed entrare dal retro: è nervoso, come al solito, e insofferente. Chissà se ha visto qualcosa di sospetto.
Un giovanotto gentile – libraio? ho capito bene? – sta palesemente aspettando che qualcuno gli faccia strada. Sì, forse è bene che entriamo tutti, qui si gela e non c'è motivo di rimanere.
Mi giro verso la donna, che nel frattempo ha abbassato la macchina fotografica, e dico ad alta voce: <<Signori, sono la domestica della villa: abbiate la compiacenza di seguirmi. Per entrare dal retro bisogna girare intorno all'aiuola di rose. Prego, vi faccio strada>>.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Ma guarda che caos davanti alla villa! Chi è questa gente e cosa ci fa la jeep che il padrone usa in Malawi in mezzo al vialetto? Ho detto "usa"... che tristezza, che dolore. Non la userà più, la sua vecchia jeep. 
Non capisco, comunque, come sia finita qui: ricordo benissimo che era nel garage, dietro le altre automobili. 
E questo gemito, cos'è? Prima di controllare devo liberarmi della tizia impicciona che si sta avvicinando.

 << Signora, la prego, sposti quella macchina fotografica, qui non c'è niente che possa interessarle. Non so cosa stia accadendo e non vedo perché debba dirle chi abita qui. Non ha niente di meglio da fare, con questo freddo, che ficcare il naso nei fatti altrui? 
Amilcare! Finalmente! Che gioia rivederti. Fatti abbracciare. Di' anche tu a costei di mettere via la macchina, per piacere. Odio la gente curiosa, fa' solo danni. 
Ma come mai Temistocle ti abbaiava contro? È sempre così affettuoso con chi conosce. Temy, cucciolotto, ti sembra questo il modo di accogliere un amico? Rimani a cuccia, bravo, e io tra poco ti porto la pappa.>>

Prima di entrare in casa voglio capire cos'è quel lamento che ho sentito con chiarezza provenire dalla jeep. Poi provvederò a farla sistemare di nuovo in garage.
Oh, Signore benedetto! Non è possibile... non posso crederci! 

<<Amilcare, vieni, avvicinati! Quel gemito nella jeep... roba da pazzi! Quel gemito proviene da un neonato!>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Quando arriverà la polizia mi farà un sacco di domande... devo calmarmi. Dunque, come prima cosa non devo contraddirmi. 

«Mamma, lasciami qui. Sì, lo so che la villa è a due isolati, ma voglio camminare un po'. Ho un cerchio alla testa, l'aria fredda mi farà bene. Ciao, e grazie del passaggio. Sì, ti chiamo presto. Ti saluto il signor Gabriel, certo.»  
 
Brrr, che gelo. Speriamo che Amilcare sia già arrivato. Forse ho sbagliato a non chiamare la polizia? Sono uscita dalla villa come una ladra, per la miseria! Quando si accorgeranno che la porta del salone era chiusa dall'interno mi incolperanno di sicuro. Riuscirò a farmi credere? «Signora, chi oltre lei può aver chiuso a chiave la porta? Confessi! Lo ha ucciso ed è scappata dalla veranda che dà sul giardino esterno. Un caso semplicissimo.» Così diranno, e nessuno potrà difendermi! 
Scappare via è stata un'idea idiota, ma vedere il signor Gabriel riverso sul tappeto in quel modo mi ha sconvolta. Il collo rigirato, il viso dalla stessa parte della schiena, che orrore! E le gambe? Storte, arrotolate, deformi... per non parlare delle braccia. Cosa diamine può essere capitato? Ecco, vedo Amilcare. È venuto subito: su lui si può sempre contare. Vedrai che si ricorderà pure di farmi gli auguri di compleanno. Che gran signore. Così alla mano, sempre sorridente. Spero di riuscire a preparargli una crostata di mirtilli, o anche solo uno zabaglione caldo.

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