Lula
Mentre Amilcare tasta il polso di Balthazar e ne controlla il battito, noto con la coda dell'occhio che Miss Brown, con estrema lentezza, si dirige verso la porta dello studio, dietro il giovane con l'accento italiano.
Temo di sentire da un momento all'altro un suo grido alla vista tremenda che le si parrà davanti, ma non odo ancora nulla.
Il giovane in trench nero, quello con la mascella pronunciata, è già dentro: l'ho visto entrare poco fa, prima ancora che entrasse Balthazar sulle spalle del suo soccorritore.
Forse è il caso che, sebbene a malincuore, vada anch'io a dare un'occhiata. Non mi piace pensare che il corpo del mio caro padrone sia alla mercé di sguardi estranei. Se manca l'affetto, può venir meno la pietà, e non permetterò che occhi irrispettosi sfiorino quelle membra mutilate. Ma forse esagero, come mio solito.
Eleanor si sta mostrando attenta e compassionevole, ma ora non posso darle retta.
<<Cara, non saprei cosa consigliare. Forse è il caso di chiedere al dottore qui presente, ora impegnato con don Dubois.
Non so dirle se muovere ancora il signor Balthazar possa compromettere la sua già delicata situazione, né se l'alcol, in questo frangente, sia indicato o meno. Nel caso il dottore fosse d'accordo, prenda pure i cuscini dal divano e quel plaid color crema dalla poltrona. Nel mobile bar, in quell'angolo, troverà inoltre decine di bottiglie e bicchieri adatti: non avrà che l'imbarazzo della scelta.
Mi allontano un momento, grazie per l'aiuto.>>
Entro nello studio, e mi sento soffocare dall'odore e dallo sgomento. Non so se potrò proseguire.
Mentre, sopraffatta dalla pena, decido di uscire dalla stanza, vedo il giovane dall'accento italiano in piedi davanti all'imponente libreria e sento l'altro, quello vestito di nero, che chiede a Miss Brown, immobile di fronte al camino acceso, se per caso ha bisogno di me.
Non so se procedere, per capire cosa sta accadendo qui dentro e sorvegliare i tre, oppure tornare in salotto e allertare Amilcare e quel bravo giovane che si è occupato di Balthazar.