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Re: dodici / ventisei

m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmArrivo a casa e sto ancora da schifo. Allora mi viene in mente mamma.
Ciao, carissimo. Ti leggo sempre con molto interesse e grande piacere perché noto ogni volta, nella tua scrittura, il desiderio di sperimentare, di provare a veicolare sensazioni e fatti in modo nuovo. 
Percepisco il tentativo di superare la modalità canonica di "raccontare", e questo aspetto del tuo scrivere è già di sé per molto interessante. 
Nel fare quanto ho descritto qui sopra, stai inoltre sempre ben attento a non cadere nell'artificioso, caratteristica che ti è senza dubbio odiosa e che pertanto, così mi pare, rifuggi come la peste. 
Non è semplice ciò che metti in atto ma, a mio avviso, ne vale sempre la pena, perché non è mai mero esercizio stilistico, bensì sincero desiderio di rinforzare reciprocamente forma e contenuto fino a consolidare quello che, comunque, è già riconoscibile come tuo stile. 
Hai presente i famosi squarci nella tela di Lucio Fontana? Ebbene, i tuoi scritti a volte mi rimandano a essi: i tuoi racconti sono ferite aperte; unità di luce e buio, come quei tagli, i quali creano un luogo virtuale in cui si attua un movimento osmotico di emozioni; come in quei tagli, vi è inoltre nei tuoi scritti il tentativo di far schizzare fuori le parole e i personaggi, dando loro una forma a tutto tondo, simile a una scultura. 

Dunque, ho citato in apertura l'incipit perché ho notato che rimane in sospeso: vale a dire che l'io narrante, dopo il corpo del testo costituito di ricordi, non ricompare nella sua attualità di fronte al lettore. Di certo è cosa voluta, che conferisce al testo un senso di sconnessione, quasi di vertigine. 
Ho pensato che il titolo sia da riferirsi proprio a questo: tra l'infanzia/adolescenza e l'età adulta non vi sono mai nel tuo narrare cesure nette, ma un canale sempre aperto che permette di andare avanti e indietro. Quindi l'oscillazione potrebbe essere voluta e il mancato raccordo finale con l'incipit una ben precisa scelta narrativa.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmMamma era una donna con i capelli ossigenati. Guardava un sacco di film. Il suo piatto forte erano le Speedy Pizza. Aveva queste unghie con residui di smalto viola.
Pochi tratti, composti di particolari ben assortiti, sono sufficienti a delineare a perfezione la donna.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmMa mamma ci voleva così bene. Ci aveva comprato Geordi e pure il cibo con cui nutrirlo.
Forse qui sopra eliminerei la congiunzione avversativa a inizio frase, altrimenti la descrizione precedente perde di forza. La madre non vuole bene ai figli nonostante sia ossigenata, poco propensa alla cucina e alla cura personale, ma proprio in virtù di queste limitazioni, dovute in massima parte all'emarginazione sociale e alla miseria, ama i figli in un modo speciale, tutto suo, originalissimo e avvolgente.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmmamma aveva risposto Vedrai amore, presto vedrai.
Magnifica la risposta della madre e altrettanto magnifica la posizione assunta da costei: quasi una scolaretta tutta intenta ai compiti.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmMamma disse Oh Oh Oh, ci accarezzò i capelli e cucinò delle ottime Speedy Pizza.
Questa frase mi conferma nel fatto che sopra sarebbe meglio togliere la congiunzione avversativa. Le Speedy Pizza sono, difatti, "ottime", anche se poco dopo a esse vengono preferite le patate.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pm
Saltai fuori dal piumone con i pugni al cielo e dissi Sì, le patate!
Mamma scoppiò a ridere e disse Non sono patate! Sono la vostra sorpresa speciale.
La mescolanza continua di elementi pietosi e umoristici mette a fuoco sempre meglio sia le caratteristiche della famiglia descritta sia il tuo intento narrativo.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmCon la neve, le urla degli ubriachi, i boscaioli senza dita.
Lo scarto tra realtà e paesaggi da cartolina fa sempre rabbrividire.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pm
Spiegò che la raccolta sarebbe durata diversi giorni.
Molte persone, disse, aspettano un po’ prima di disfarsi di ciò che detestano.
Molto sottile: nonostante alcune cose si detestino, sbarazzarsene è ugualmente difficile.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmVenne fuori che mamma aveva risparmiato mesi per comprare dei regali alle persone a lei care, e quelle non ci avevano pensato un secondo a gettarli via.
Forse la specificaziome non è necessaria, perché sopra spieghi bene l'accaduto.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pm
Il terzo giorno la scena si ripetè identica. Solo che, questa volta, i regali indesiderati erano ancora più strambi. Bambole senza occhi. Action man senza braccia. Barbie con i capelli rasati a zero. Una pistola. Alcune bottiglie di birra senza birra.
Mamma disse Ok, possiamo finirla qua.
Operando da più di dieci anni in un centro di ascolto posso confermare che spesso le persone portano per chi ne ha bisogno roba rotta, sporca, orribile. Insomma, da buttare.
m.q.s. ha scritto: sab nov 27, 2021 5:20 pmChiese a me e a mia sorella di aiutarla a scegliere i regali più belli. Disse Mettete nell’angolo quella roba stramba. Obbedimmo. Poi mamma prese i giocattoli intatti, li mise nel sacco di patate e uscì di casa dicendo Oh Oh Oh.
Finale stupendo. L'aggettivo "strambo" lo trovo, usato qui, superlativo. Hai dipinto una figura di donna indimenticabile.

Grazie e complimenti, @m.q.s.

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