massimopud ha scritto: Ad esempio, tutti i libri di storia di questo mondo asseriscono che è esistito un certo Napoleone Bonaparte, sul quale magari divergono nel giudizio storico, ma su alcuni punti sono tutti concordi: questo tizio ha (avrebbe?) vinto ad Austerlitz, perso a Waterloo, sarebbe stato mandato in esilio a Sant'Elena. Di questi punti unanimemente condivisi possiamo fidarci o dobbiamo dubitare?
Interessanti obiezioni, le tue. Penso di poter rispondere che bisogna distinguere i fatti dalle loro interpretazioni e dalle opinioni che, in base a tali interpretazioni, si vengono a formare nella testa dei singoli. Tutti gli storici concordano su Waterloo e Sant'Elena, ma magari sulle motivazioni della sconfitta o sulle cause della morte di Napoleone esistono pareri discordi. Lo stesso accade, per esempio, sul conto di Giuseppe Garibaldi: gli avvenimenti che hanno portato alla formazione del Regno d'Italia sono quelli accertati, mentre c'è poi chi considera Garibaldi un eroe e chi, invece, un avventuriero di pochi scrupoli. Che dopo la caduta dei Borboni ci siano stati episodi di brigantaggio è storicamente certo, poi c'è chi li considera atti criminali e chi, invece, eroici tentativi di resistenza all'invasione piemontese. Eccetera: si potrebbe andare avanti all'infinito. Il socratico
sapere di non sapere significa, per me: sono cosciente di non sapere, quindi, prima di formarmi un'opinione, cerco d'informarmi nella maniera più approfondita possibile. Ma nessuno potrà mai garantirmi la correttezza e completezza delle informazioni. L'unica cosa perfetta, in natura, è la natura stessa, che ha fatto le cose in maniera tale che si incastrino alla perfezione l'una nelle altre. La scienza è volta a conoscere i meccanismi insiti nelle singole cose, ma sulle cause e sul fine di tutto poi subentrano le religioni: c'è chi ci vede l'opera di un Dio che viene costruito con tutta una serie di postulati in cui credere senza chiedersi perché, e chi non pretende di codificare un mistero destinato a rimanere tale. Anche in questo secondo caso esiste una sub-divisione: gli agnostici, che appunto sanno di non sapere, e gli atei, che invece pretendono di sapere che non esiste alcun Dio e alcuna vita aldilà della vita stessa. L'unica certezza, secondo me, è che non ci sono certezze e ognuno di noi deve trovare il coraggio di credere nelle proprie opinioni e la forza di cambiarle se, alla prova dei fatti, risultano sbagliate. E scusate se è poco.