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Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

Come al solito, sono un vecchio brontolone: con questa moda degli E-book, cosa lasceremo a figli e nipoti? E cosa ne sarà di milioni di testi nel caso che il sistema informatico dovesse andare in tilt? Le pergamene e la carta stampata hanno resistito all'usura del tempo per millenni: c'è qualcuno in grado di assicurare che hard disk, CD, chiavette USB e qualsiasi altro strumento informatico venga inventato in futuro, resisteranno e saranno leggibili altrettanto a lungo? 

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

@Uanema Il paragonare l'anticipo di un editore a un'anticipazione bancaria è assolutamente fuori luogo, te lo dice uno che in una grande banca ci ha lavorato per vent'anni, la metà dei quali con incarichi dirigenziali. L'anticipazione bancaria è diversa da uno scoperto di conto o da un mutuo: nel primo caso il cliente dispone di un fido valido fino a quando la banca non gli chiede il rientro, e può farlo quando vuole: se il cliente non adempie, scattano le azioni legali per il recupero del credito. Per il mutuo, la banca eroga una cifra che il cliente restituirà a rate o, in unica soluzione, a una scadenza prestabilita. L'anticipazione è, invece, una concessione a valere su crediti che il cliente prevede di incassare: se si verifica l'incasso la banca si soddisfa direttamente su questo mentre, in caso di mancato incasso del suo credito, il cliente dovrà restituire alla banca la somma anticipata, con mezzi propri. E' evidente, quindi, come il paragone di un affidamento concesso da una banca, qualsiasi sia la sua forma tecnica, non ha punti di contatto con l'anticipo concesso da un editore a un  autore, a valere sulle future vendite: che poi si verifichino o meno, è un problema che riguarda solo l'editore. Vale poi la pena di ricordare che le cosiddette clausole vessatorie, su qualsiasi forma di contratto, vanno espressamente accettate a parte e, per poterle azionare, la parte forte del rapporto è tenuta a dimostrare di aver richiamato su di esse l'attenzione della parte debole, cosa non sempre scontata. Perdonatemi quella che potrebbe sembrare una supponente lezione di tecnica bancaria: non è nelle mie intenzioni, ma mi è sembrato il caso di chiarire, a scanso di malintesi.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

Solo una precisazione, proprio a titolo di polemica. @Uanema ha ripetutamente affermato che un esordiente guadagna 2-300 Euro di royalties. Calcolando che il compenso si aggira, mediamente, intorno a 1 Euro lordo x copia venduta, starebbe a significare che la norma, per un esordiente, è vendere 2-300 copie. Quando mai? E' più o meno il massimo che un autore esordiente, che nel 99% dei casi viene pubblicato da una piccola o micro CE, riesce a realizzare, impegnandosi allo spasimo nel rompere le scatole a parenti, amici, conoscenti ed eventuali follower sui social. Mi risulta, in base ad articoli letti in passato, quando le cose andavano meglio, che in  Italia si pubblicano circa 60.000 titoli l'anno e che la media di copie vendute per ogni titolo è di circa 200. In tale media sono compresi autori notissimi, italiani ed esteri, che in questo Paese riescono a vendere centinaia di migliaia di copie, o addirittura qualche milione. Per quello che ne so io, in realtà la media di copie vendute da un esordiente si aggira sulle 20-30 e il suo compenso in tanti casi non viene neanche pagato, come dicono molte testimonianze qui su CdM, inclusa la mia. Anticipi? Lasciamo perdere, che è meglio.

Re: Vivere di scrittura (e di ciò che ci gira intorno)

@ElleryQ D'accordissimo con te e @Wanderer . La visione di @Uanema appare, purtroppo, utopistica, come la soluzione proposta. Intendiamoci, sarebbe cosa buona e giusta, ma inattuabile nella realtà che tutti noi, che per un motivo o per l'altro dibattiamo di editoria, scrittura e annessi in questo forum, conosciamo abbastanza, sia pure a livelli diversi di approfondimento. Vivere di scrittura? E' impossibile per un esordiente, ma anche per tanti autori non proprio ignoti, che non pubblichino best-seller. Io ci ho fatto il callo, con questa realtà, e continuo a scrivere solo perché mi piace farlo.

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