@Uanema Il paragonare l'anticipo di un editore a un'anticipazione bancaria è assolutamente fuori luogo, te lo dice uno che in una grande banca ci ha lavorato per vent'anni, la metà dei quali con incarichi dirigenziali. L'anticipazione bancaria è diversa da uno scoperto di conto o da un mutuo: nel primo caso il cliente dispone di un fido valido fino a quando la banca non gli chiede il rientro, e può farlo quando vuole: se il cliente non adempie, scattano le azioni legali per il recupero del credito. Per il mutuo, la banca eroga una cifra che il cliente restituirà a rate o, in unica soluzione, a una scadenza prestabilita. L'anticipazione è, invece, una concessione a valere su crediti che il cliente prevede di incassare: se si verifica l'incasso la banca si soddisfa direttamente su questo mentre, in caso di mancato incasso del suo credito, il cliente dovrà restituire alla banca la somma anticipata, con mezzi propri. E' evidente, quindi, come il paragone di un affidamento concesso da una banca, qualsiasi sia la sua forma tecnica, non ha punti di contatto con l'anticipo concesso da un editore a un autore, a valere sulle future vendite: che poi si verifichino o meno, è un problema che riguarda solo l'editore. Vale poi la pena di ricordare che le cosiddette clausole vessatorie, su qualsiasi forma di contratto, vanno espressamente accettate a parte e, per poterle azionare, la parte forte del rapporto è tenuta a dimostrare di aver richiamato su di esse l'attenzione della parte debole, cosa non sempre scontata. Perdonatemi quella che potrebbe sembrare una supponente lezione di tecnica bancaria: non è nelle mie intenzioni, ma mi è sembrato il caso di chiarire, a scanso di malintesi.