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Re: Diversità invisibili

@Silverwillow Purtroppo il concetto è ancora valido, nel senso che chi parte svantaggiato in termini di censo deve crepare di fatica per arrivare allo stesso punto di chi ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia benestante, anche solo per arrivare a iscriversi a un'università, e questo a parità di intelligenza e attitudine allo studio. Le borse di studio, ove disponibili, non coprono tutti i costi, quindi lo studente che proviene da una famiglia che non ha la possibilità economica per sostenerlo dovrà cercarsi un lavoro part-time, sempre sottopagato, per mantenersi, visto che non sempre, anzi, quasi mai, è possibile frequentare un'università nel paese di residenza, e che nelle città in cui è presente un ateneo di prestigio una stanza in comune in un appartamento arriva a costare oltre 500 Euro al mese. L'ascensore sociale è bloccato da anni, e non sarà certamente questo governo, vista la tendenza espressa in questi mesi, a invertire il processo. 

Re: Diversità invisibili

@Silverwillow Tutto è politica. La riforma sanitaria attuata da Rosy Bindi prevedeva che un medico dovesse scegliere se prestare opera negli ospedali o privatamente. La riforma è stata poi annullata dal primo (o secondo, non ricordo) governo Berlusconi. Prima dell'annullamento se ti rivolgevi al SSN dovevi stare in fila con quelli come te. Oggi lo stesso medico specialista genera due file: i non paganti e i paganti, che passano sempre in testa. La morale è: se hai soldi ti curi, se non ne hai puoi anche crepare. Questo è anche il motivo dell'intasamento dei pronto soccorso: l'unico modo di ottenere un intervento urgente è passare di lì, ma devono attribuirti un codice rosso. E' notorio da un secolo che le strutture sanitarie pubbliche andrebbero rinforzate e i medici e gli infermieri che vi prestano attività meglio pagati, ma i politici di ogni colore che si sono avvicendati nei vari governi hanno fatto scelte diverse, ravvisando altre priorità per i motivi più disparati. Di questo governo abbiamo già detto. 

Re: Diversità invisibili

Silverwillow ha scritto: cusa il francesismo, ma la mia prima reazione è stata "e stic**zi". Cioè, paghiamo le tasse anche per la sanità pubblica per poi avere questi risultati? C'è da sperare di non ammalarsi mai.
Un anno per una visita oculistica. In presenza di un visus di 1/10 in un occhio e 4/10 nell'altro, dieci mesi per un intervento di cataratta. In una regione virtuosa come l'Emilia - Romagna. Ma se paghi, si risolve tutto nel giro di una settimana: 120 Euro per la visita oculistica, 1.450 Euro ad occhio per la cataratta. Nella stessa struttura che ti fa aspettare se a pagare è il SSN. Altrove è anche peggio. Ma Salvini sbandiera come una grande conquista il futuro ponte sullo stretto, e chissenefrega di sanità, scuola, povertà, disoccupazione, ambiente. E' la politica, bellezza.

Re: Diversità invisibili

@Antares Io credo che, siccome siamo tutti individui tra noi diversi, scavando e ri-scavando di diversità sconosciute potrebbero venirne fuori a migliaia ma, prima di certificarle tali, necessiterebbero accurati, interminabili studi statistici intesi ad accertare lo stato di normalità da cui la diversità in discussione si discosterebbe. Polemiche a parte, penso che sia da considerarsi diversamente abile chi sia impossibilitato a impiegare in tutto o in parte il proprio corpo, cervello in primis, per svolgere tutte le funzioni per cui Madre Natura l'ha programmato. Il resto è fuffa: io durante la notte mi sveglio decine di volte, mi giro e mi rigiro, dormo a rate, quindi sono disabile al sonno. Io mi mangio le unghie, quindi non riesco poi a grattarmi, quindi sono disabile al prurito. Io mi incazzo ferocemente ogni volta che qualcuno esprime un'opinione in contrasto con la mia, quindi sono disabile all'empatia. E via disabileggiando.

Re: Diversità invisibili

dyskolos ha scritto: Quella ormai non sa più che fare per andare avanti. Spero di aver capito male, ma mi pare di aver sentito questo governo dire che tutti i cittadini italiani di età compresa tra 18 e 60 anni sono "occupabili". Maschi e femmine. Sani e malati. Ricchi e poveri. Così, senza nessun criterio.
Credo che siano in molti, soprattutto nello schieramento Meloni-Salvini-Berlusconi, i parlamentari che hanno perso il collegamento con la realtà, nel senso che, a parte la spasmodica ricerca di consensi nei maledetti sondaggi, il mondo esterno appare loro attraverso il velo di Maya dei privilegi di cui godono, spesso immeritatamente. Vorrei vederli, senza le loro clientele, cercare a 50-60 anni un lavoro da mille Euro al mese, abituati ai 15/20.000 Euro mensili intascati a spese dei contribuenti.

Re: Diversità invisibili

@dyskolos E la "divanite", che secondo la presidenta colpisce tutti gli "occupabili" che percepiscono il reddito di cittadinanza? Vuoi vedere che in questo Paese deindustrializzato il futuro è dei costruttori di divani?

Re: Diversità invisibili

M.T. ha scritto: Altra cosa è che gli alcolici non hanno mai avuto attrattiva per me, infatti non mi sono mai ubriacato, e non ho mai comcepito come occorre sfondarsi nel bere per divertirsi (vomitare anche l'anima e poi il giorno dopo essere degli zombi col mal di testa l'ho sempre trovato stupido). Anche fare solo coi soldi che si ha senza fare debiti mi ha fatto vedere come diverso.
In questo per me è andata in modo differente. Probabilmente anche in dipendenza della lunghezza della vita fino a oggi vissuta, sono andato avanti per fasi: diversamente prodigo per i primi quarant'anni, diversamente tirchio e morigerato nella fase centrale della maturità (in altri termini, mi sono dato alla pazza gioia), di nuovo diversamente prodigo negli ultimi tre lustri. Non c'è stata, però, una sola fase in cui io non sia stato pienamente responsabile nei confronti del lavoro e delle persone che dipendevano dalle mie azioni. In definitiva, né rimorsi, né rimpianti.

Re: Diversità invisibili

Ho appena appreso di una cosiddetta influencer specializzata in lusso, avvocata, il cui nome ho già dimenticato, forse per intimo rigetto, che ha dichiarato pubblicamente "i poveri? che brucino all'inferno". Diversamente umana, diversamente intelligente, diversamente viva. E diversamente perbene sono tutti i suoi follower.

Re: Diversità invisibili

Silverwillow ha scritto:
Una cosa per cui mi sento sempre diversa (in questo caso come donna, non come persona) è il fatto che tante vedono i vestiti nuovi, la parrucchiera, la manicure, il trucco, ecc. come cose necessarie (cioè inserite addirittura nel budget mensile). Io di tanto in tanto mi sistemo i capelli, una volta ho fatto le unghie (per provare) ma davvero non riesco a trovare il piacere in tutto ciò. Quando ci vado lo faccio per obbligo (cerimonie di famiglia, di solito). Magari non è un problema obiettivo, ma credo che possa esserti utile: ci sono donne che detestano certe cose tipicamente femminili, magari solo perché hanno una mentalità diversa e considerano queste cose superficiali e inutili.
E anche estremamente costose. Al punto che oggi, per potersele permettere, è necessario un reddito adeguato. Conosco qualcuna che, non potendovi più accedere per peggioramento della situazione economica, è andata in depressione. A me non capiterebbe.

Re: Diversità invisibili

@Lizz Non so se la mia possa essere considerata una diversità: mi capita sempre più, col progredire dell'età, di fregarmene di cose che sembrano essere importanti per la maggior parte degli esseri umani che mi stanno intorno. Me ne frego, per esempio, della moda. Di tutto ciò che indica la moda del momento: come mangiare, come vestirsi, gli influencer, lo smartphone, l'intera casa reale inglese e gossip connessi, come e dove andare in vacanza, e via cazzeggiando. Mi rendo conto che un tale atteggiamento tende a tagliarmi fuori dalla vita di relazione, ma me ne frego anche di questo. Da ultimo, me ne frego dei quattrini, nel senso che quando ho da mangiare, da bere, da fumare e un tetto sulla testa per me, mia moglie e il mio cane, non desidero altro. Orizzonti limitati? Misantropia? Può essere ma, perdonatemi, non me ne frega un tubo.

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