La ricerca ha trovato 5 risultati

Torna a “Punto di vista e spieghino”

Re: Punto di vista e spieghino

dyskolos ha scritto: Grazie, @Che, perché mi togli un dubbio che ho da tempo, non avendo mai avuto a che fare con traduzioni di miei libri (cosa che non succederà mai, ovviamente). Il mio dubbio è il seguente: il traduttore è anche editor (e quindi dopo la traduzione non intervengono altre figure) o no (e quindi l'opera viene rimaneggiata da un editor dopo la traduzione)?
Di solito mi rispondono alcuni in un modo e altri nell'altro. Forse — ho pensato — è la singola CE che decide in merito e dunque sono giuste entrambe le risposte.
Credo che il traduttore sia, di regola, soltanto un traduttore e che l'opera, prima di essere pubblicata, dovrebbe essere sottoposta a editing, nuovamente - perché si presume che sia stata editata nella versione originale - proprio per controllare che nella traduzione non si siano verificati inghippi. Invece questo problema della consecutio temporum ignorata, in genere con il solo uso del passato remoto, l'ho rilevato in diverse opere, tutte di autori famosi pubblicate dalle maggiori CE. Non può che essere dovuto all'assenza di editing dopo la traduzione, e perché, se non per risparmiare? 

Re: Punto di vista e spieghino

@dyskolos Aggiungerei che spesso le CE, anche le più titolate, risparmiano sull'editing, pubblicando direttamente l'opera così come è stata tradotta. Nel caso di traduzione di autori di lingua inglese ho trovato spesso errori di consecutio temporum, che credo siano da imputare a traduttori che conoscono meglio l'inglese che l'italiano.

Re: Punto di vista e spieghino

@dyskolos Secondo me la colpa dell'editor è lieve, quella pesante è da attribuire alla scuola di scrittura che probabilmente ha frequentato. L'allineamento pedissequo alla moda corrente ne è caratteristica peculiare e non tiene conto del fatto che le regola vanno conosciute per poterle, all'occasione, aggirare. Non sempre, ma quando ciò che l'autore ritiene di esprimere lo richiede. Altre colpevoli dell'andazzo corrente sono le case editrici, che impartiscono ai loro editor disposizioni che lasciano poco spazio alle inclinazioni degli autori in materia di stile. Non dovrebbe esserci niente di più personale che lo stile di uno scrittore: o lo accetti o lo cestini, a parte le basilari regole grammaticali e di sintassi, consecutio temporum inclusa, che vanno comunque rispettate. Pensa se uno scrittore come James Joyce si presentasse oggi a una CE: lo prenderebbero a pernacchie. 

Re: Punto di vista e spieghino

@Silverwillow Io penso che, più che a Ken Follett, la goffagine sia da imputare ai suoi editor, che senza dubbio sono una legione. A proposito di editing: qualche settimana fa sono risultato, con un racconto, tra i vincitori di un concorso indetto da una CE prestigiosa.
Mi è poi arrivata la copia editata da approvare, dopo che l'editor incaricato aveva ultimato il compitino, perché di compitino si tratta: eliminare con scrupolo i pochi avverbi presenti nel testo, sostituire con sinonimi due o tre ripetizioni, che invece erano appropriate e volute, e sostituire spesso le virgole, da me usate apposta per dare ritmo, con i due punti, di cui ha invaso il testo. In più, nei soli due casi in cui ha modificato una frase, è riuscito a creare delle incongruenze, che sono le sole cose che mi sono impuntato a eliminare. Il risultato è un racconto meno buono dell'originale, ma che importa? L'editor, che presumo giovane e munito di titoli specifici, deve pur lavorare.

Torna a “Punto di vista e spieghino”