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Re: Triplette di aggettivi

Ogni avverbio può essere eliminato o sostituito da una perifrasi: ad esempio, anche camminava velocemente potrebbe essere sostituito da camminava a passi veloci. Solo, non ne vedo l'utilità, anche perché l'autore dovrebbe evitare le parole inutili, in questo caso, tre al posto di una. Come la penso sull'utilità di certe scuole di scrittura e sugli editor che applicano pedissequamente le loro presunte regole per svolgere il compitino assegnato dalla CE, l'ho già detto in altre discussioni, e comunque si capisce.

Re: Triplette di aggettivi

@Mafra Sono d'accordo. Più di una volta in libri di autori anglofoni editi da grandi CE ho rilevato grandi carenze nella consecutio temporum, segno che il traduttore/traduttrice conosce meglio l'inglese che l'italiano e che la casa editrice ha inteso risparmiare sul costo dell'editing, a meno che l'editor incaricato non presenti le stesse carenze del traduttore/traduttrice. A questo punto, ha senso fidarsi del giudizio di chi, per conto delle stesse CE, è incaricato di valutare i manoscritti?

Re: Triplette di aggettivi

Gualduccig ha scritto: Forse è stato selezionato proprio come esempio dello stile utilizzato nel testo, per favorire un'autosegmentazione dei lettori: se piace quell'estratto, piacerà lo stile presente in tutto il romanzo; se allontana, meglio lasciare il libro sullo scaffale.
In un certo senso è una scelta efficacissima.
Soprattutto per i miei gusti. Lasciare il libro sullo scaffale, naturalmente.

Re: Triplette di aggettivi

@Mafra Pienamente d'accordo con te. L'eccesso di aggettivi mi dà fastidio, come mi danno fastidio alcune inutili descrizioni (non quelle che creano atmosfera, ovviamente) per esempio, che si dilungano a illustrare i capi di vestiario indossati dai protagonisti, magari firmati. Anche l'uso di un solo aggettivo può essere inutile quando non è indispensabile per rendere l'idea. E' il parere strettamente personale di uno a cui piace scrivere in uno stile piuttosto scarno, usando il minor numero possibile di parole per definire un concetto, mostrare una scena o uno stato d'animo, con un'idiosincrasia per le ridondanze. A me piace così, ma de gustibus non est desputandum (non est sputazzellam è la battuta dell'indimenticato Totò). 

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