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Re: Labocontest n.7 - Discussione generale - La pistola di Cechov e le false piste

Tento di rispondere io, almeno per quello che credo di aver capito (ovvero dando la risposta sbagliata, così che qualcuno possa correggerla).

La “prefigurazione”, o “anticipazione”, è scrivere un qualcosa che avverrà per certo in un certo modo; la vedrei come la classica profezia: il personaggio X farà Y per ottenere W. Se io scrivo una cosa del genere a pagina 27, il lettore saprà che, durante il resto della storia, leggera di X che farà Y per ottenere W. A volte non è nemmeno una profezia vera e propria, è piuttosto la semplice esplicazione dello scopo dei personaggi, mi viene in mente il Signore degli Anelli: dall’inizio sappiamo che lo scopo è distruggere l’Unico Anello, e quello che leggiamo è appunto la storia di come avviene.

La “Pistola”, invece, è l’introduzione di un elemento che verrà usato nella storia, ma quando viene presentato non si sa ancora come. Io scrivo che X possiede una pistola, ergo sto comunicando al lettore che verrà sparato almeno un colpo durante la storia; chi sparerà? A chi? Userà proprio quella pistola, o un’altra? Il lettore sa che qualcuno prima o poi userà un’arma, ma rimane con il dubbio di chi sarà a farlo fino a quando lo scrittore non lo rivelerà.

Approfitto per una domanda: è possibile inserire una “falsa pistola”? Il dubbio nasce da una storia fantasy che sto scrivendo, e come tutte le storie fantasy ha un elemento magico; ora, questo elemento ha una limitazione ben precisa, di cui ho già pronto un modo per aggirarla, e non vorrei che questo passasse per una “pistola” senza esserlo, visto che all’interno del libro nessuno userà mai l’escamotage. Secondo voi, dire “è impossibile fare X” costituisce una Pistola di Cechov? 

Re: Labocontest n.7 - Discussione generale - La pistola di Cechov e le false piste

Credo ci sia ben poco da aggiungere all’ottima descrizione.

Vorrei solo aggiungere una casistica leggermente complessa: la Pistola di Cechov applicata a situazioni o istituzioni.

Quando ad un certo punto della storia viene presentato una situazione impossibile, sia la struttura governativa impenetrabile, la ragazza/il ragazzo inarrivabile, la località irraggiungibile, è chiaro che il lettore vedrà questo non solo come lo scopo attorno a cui verrà costruito il racconto, ma anche aspetterà la risoluzione, la “detonazione” della pistola come punto focale della storia.

Mi viene in mente un esempio letto di recente: in Sei di Corvi (occhio spoiler), il gruppo dei personaggi deve entrare in una fortezza impenetrabile, questa fortezza viene descritta con dovizia di particolari nelle sue difese; quindi il lettore da un lato il lettore sa che entrare nella fortezza sia un punto centrale della trama, dall’altro può “gareggiare” con i personaggi a trovare soluzioni per il problema presentato all’inizio.

Stesso discorso, in un certo senso, lo applico anche alla classica pistola: viene presentata un’arma all’inizio del racconto; non è detto che quella sia l’arma che deve sparare, ma semplicemente si sta dicendo ai lettori che a un certo punto del racconto, qualche personaggio potrebbe sparare o cercare di ucciderne un altro. Secondo me la “Pistola” può funzionare molto bene anche come semplice “esempio” di qualcosa che può accadere, non necessariamente collegato in maniera diretta ed esclusiva all’oggetto presentato.

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