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Re: [MI173] Domani è lunedì e ricomincia il mondo

Ciao @Kuno,

Si prova vera oppressione e angoscia nel leggere il tuo racconto. Trasmetti queste sensazioni in modo vivido ed efficace. Il senso di armageddon biblico è in ogni parola e immagine che ci proponi. Da questo punto di vista direi che il tuo racconto è perfettamente riuscito.
Trovo meno potente e accettabile la verosimiglianza della trama, o meglio le azioni di protagonisti. Ma ci sta che sia una questione del tutto soggettiva, ora ti spiego perché. 
Prima situazione che mi suona strana: la mamma di lui che entra così senza bussare ne niente nella  camera della coppia per svegliare il figlio. Non è una cosa comune tale invasione di privacy. 
Seconda situazione in cui le reazioni dei personaggi non mi sembrano totalmente logiche. Il protagonista si sveglia è in ritardo per andare a lavoro e cosa fa? Si mette a parlare con sua madre poi con calma chiama in ufficio, non rispondono...beh proverà dopo. Una reazione più logica è vestirsi in fretta e precipitarsi in ufficio, ma prima ancora verificare l'orario su un orologio e non basarsi solo sull'altezza del sole nel cielo per capire quanto si è effettivamente in ritardo. Se poi dall'ufficio non rispondono, intanto mando messaggi e mail, poi comunque mi reco fisicamente sul posto. Non è che lascio perdere così. Per cui ecco, capisco che per la tua storia il protagonista doveva rimanere a casa, ma a quel punto gli avrei fatto inviare un messaggio o una mail in cui avvisava che quel giorno non si sarebbe presentato.
Terzo punto la compagna del protagonista che risulta una figura di contorno, che si fa spalmare di oli senza dire una parola. Forse intuisco perché le hai scelto il nome Beatrice, non so forse ti volevi riferire a una figura angelicata di dantesca memoria, o forse è un caso e ti è venuta così, fatto sta che sembra una bambola. 
Quarto punto, invece di precipitarsi in ospedale Alberto chiama il dottore quando alla compagna si presentano le doglie. Poi il dottore non si presenta in fretta e l'uomo lascia perdere. Una donna in preda ai dolori del parto è spaventosa, fa urli terribili e si contorce dal dolore, non viene spontaneo aspettare, bensì di solito chi le sta intorno cerca di fare qualcosa, fosse anche cento chilometri per raggiungere l'ospedale. Quindi anche in questa scena ci voleva una motivazione forte, una causa di forza maggiore per non mettere alberto in agitazione quando il dottore non si presenta.
Ecco, sembrano tutte situazioni distaccate, oniriche, illogiche, un po' come anche il finale in cui Alberto non sembra neanche dispiaciuto di ciò che accade a Beatrice. 
Queste sono mie considerazioni, però c'è da tenere conto che forse se per il mio istinto le reazioni dei tuoi protagonisti non sono quelle che avrei avuto io, non significa che per tutti sia così.  Probabilmente gli altri lettori diranno cose diverse. 

Talia

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