Cheguevara ha scritto: all'esordiente sarà proposto, se gli va di lusso, un contratto con una piccola CE cui avrebbe potuto approdare anche direttamente.Questa è pratica molto comune nelle piccole agenzie improvvisate, ma nel caso in questione tenderei a escluderlo: la Trentin non lavora con piccole CE. Ritengo più verosimile, semplicemente, che la rappresentanza poi si risolva in un nulla di fatto, anche se l'opera venisse rappresentata.
Se l'opera è valida, se l'agenzia ci crede e la vuole rappresentare davvero, perché non dovrebbe investire il suo tempo nell'editing?
La verità è che ormai i guadagni delle agenzie sulle royalties sono sempre più esigui, quindi anche le agenzie più grosse cominciano ad assumere caratteristiche da editori a doppio binario: c'è una corsia per gli autori che vengono rappresentati "a rischio d'impresa" perché sono considerati un investimento sicuro (quelli che non passano nemmeno per il servizio di lettura, che accedono all'agenzia per altre vie), e c'è un'altra corsia per gli aspiranti, che servono soltanto a fare cassa con i servizi di lettura e di editing, nell'illusione di accedere a una rappresentanza, cosa che non avviene nel 99.99 % dei casi.
Ormai purtroppo anche le agenzie più titolate adottano queste pratiche, quindi è difficile discernere e giudicare la serietà di un'agenzia in base a ciò.