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Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

massimopud ha scritto:
Be', insomma, provate a chiedere ai genitori di un bambino con la sindrome di Down se per loro è uguale che loro figlio venga definito "con la sindrome di Down" oppure "mongoloide ritardato".
"Con la sindrome di Down" è un'espressione tecnica e descrittiva. Tuttavia, nel linguaggio comune, definire in modo dispregiativo qualcuno "Down" o "ritardato" o "scemo di guerra" (a prescindere se lo sia o meno) è purtroppo la stessa cosa. All'origine, "invertito" aveva una connotazione descrittiva, poi è diventato dispregiativo. Il termine "omosessuale" sembrerebbe avere una connotazione neutra e descrittiva, ma non è del tutto vero, dato che chi lo coniò (Karl-Maria Kertbeny) l'aveva contrapposto a "normosessuale". Tutto dipende dal contesto. Oggi, si può essere offensivi o inoffensivi, educati o maleducati, sensibili o insensibili, come in passato. Non credo sia cambiato nulla nel profondo, ma solo in superficie. 
massimopud ha scritto:No, non sono d'accordo, mi sembra relativismo assoluto (scusa l'ossimoro).
Beh, sì, io in generale ritengo che tutto sia "assolutamente relativo". Generalizzare e assolutizzare può essere utile per cogliere i fenomeni, ma coglie soltanto una parte di quegli stessi fenomeni, perché ogni fenomeno è in relazione con altri ("relativo" significa proprio questo, a rigore). Anche quando parliamo di "nazisti" o "comunisti" come un tutt'uno commettiamo una semplificazione, un errore storico e metodologico. In realtà, all'interno del partito nazionalsocialista ci furono guerre fratricide, epurazioni, persecuzioni: c'erano quelli a favore del "cristianesimo positivo" e i neopagani che volevano il ritorno al culto della Grande Madre, c'erano gli hitleriani e gli strasseristi anticapitalisti. La "notte dei lunghi coltelli" non fu diretta contro gli ebrei, e nemmeno contro i marxisti, ma contro altri nazisti rivali. E se è vero che anche quegli altri nazisti uccisi erano personaggi controversi (tra cui Ernst Röhm, che per inciso era un omosessuale) è altrettanto vero che ad essere uccisi dai nazisti ci furono poi anche personaggi che non erano tutti stinchi di santi (nelle carceri naziste non finirono solo innocenti, ma anche assassini e pedofili, come in qualunque altra carcere del tempo; e la pena di morte ai tempi era la regola in quasi tutte le nazioni). Lo stesso avvenne all'interno del comunismo sovietico, in cui ci furono lotte interne, visioni contrapposte, personaggi idealisti e cinici. Il punto è che in realtà non esiste un individuo uguale all'altro: se vediamo in Hitler e Stalin dei mostri è per la loro caratteristica individuale, che non era la stessa di Rommel e di Trockij, figure più sfaccettate, con luci e ombre.
  ha scritto: non mi risulta che sei milioni di svedesi siano finiti nei forni crematori per il solo fatto di essere svedesi, né che i nativi americani siano venuti in Europa a massacrare inglesi, spagnoli e portoghesi, né che francesi o islandesi siano stati caricati a milioni su navi africane per andare a fare gli schiavi in America, etc. etc.
Innanzitutto, stai ragionando solo basandoti sugli ultimi cento anni, massimo cinquecento anni. E che mi dici dei milioni di anni precedenti? La storia ha conosciuto migrazioni ancestrali e guerre preistoriche tra indoeuropei e altri indoeuropei, tra indoeuropei e semiti, tra semiti e altri semiti, e vai a capire come gli indiani d'America sono arrivati lì. Prendendo in considerazione gli ultimi duemila anni, gli ebrei sono stati perseguitati per secoli non in quanto israeliani, ma in quanto professanti religione ebraica e caratterizzati da certi usi e costumi. Così come per secoli i cristiani sono stati perseguitati dai romani, e poi i pagani dai cristiani, e anche le popolazioni nordiche che citi (che erano "pagane") sono state "cristianizzate" con il sangue. Il paragone con gli svedesi moderni non regge in alcun modo, perché le persecuzioni cui si fa riferimento (da quelle romane a quelle naziste) non sono avvenute su basi di nazionalità intesa in senso moderno, ma su basi di caratteristiche etnico-culturali, religiose, a prescindere dall'appartenenza nazionale (il cristianesimo, all'origine, era un movimento religioso interno all'impero romano, non una popolazione; così come il nazismo è stato un movimento, e non si può identificare con la popolazione tedesca, che includeva anche i suoi oppositori). Se parliamo di stati nazionali, lo Stato d'Israele è cosa di ieri, e peraltro è spesso oggetto di attacchi cospirazionisti e "anti-sionisti" proprio da parte di chi, in teoria, vorrebbe difendere gli ebrei dai pregiudizi originati da robe come "i Protocolli dei Savi di Sion" (che, tra parentesi, non inventò Goebbels, ma i russi; così come Hitler non inventò certo il pregiudizio sugli ebrei avidi, nasoni e rapaci, che si trova persino in "Oliver Twist" di Dickens, per restare in ambito letterario). Chi non ha peccato, scagli la prima pietra. 

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

massimopud ha scritto: Io non credo che sia così e se oggi è più raro rispetto al passato che si apostrofi come "mongoloide" una persona con la sindrome di Down, come "negro" un africano, come "frocio" un gay, come "rabbino" una persona un po' troppo attaccata ai soldi e così via, almeno un po' di merito vada al tanto vituperato politically correct.
A me sembra che a cambiare siano le parole, ma non le pulsioni. Come insegna Freud, non è rimuovendo una parola o un concetto che si rimuove una pulsione, anzi. Tra dire a una persona "sei un frocio" o "sei un gay" non cambia molto, a seconda del contesto, del tono di voce, eccetera. 

Inoltre, il politically correct sta generando dei circoli viziosi e delle guerre di religione interne per stabilire una gerarchia (LGBT vs islamisti vs femministe, non si capisce più a chi dare retta prima...). Uno dei casi interessanti di corto-circuito politically correct è il termine "TERF", attribuito alle femministe e lesbiche radicali di sinistra che non condividono alcuni temi dell'agenda transessualista. Ora, non c'è consenso se questo termine sia la quintessenza del politically correct o sia, piuttosto, anch'esso da bandire in nome del politically correct. Secondo la ChatGPT è più verosimile la seconda ipotesi, ovvero è anch'esso un termine discriminatorio. Ma se è discriminatoria sia una cosa che il suo contrario, non sarebbe meglio - a beneficio di tutti, e della libertà di espressione della società intera - tornare un po' con i piedi sulla terra e liberarsi da questa ossessione per la discriminazione, che è andata fuori controllo? Chiunque, ogni giorno, "discrimina" alcune persone o categorie di persone, che siano i cristiani, i pagani, gli islamici, i buddisti, i vegani, gli anarchici, i marxisti, i fascisti, i sionisti, i magrebini, i russi, i milanisti, gli albini, i nani, i preti, le milf, le prostitute, e così via. Non sarebbe meglio garantire a tutti di esprimere i propri gusti e disgusti, al netto dei reati già previsti e sanzionati dalle leggi? Si dirà che ci sono alcune categorie più perseguitate di altre nel corso della storia, ma questo dipende anche dal punto di osservazione parziale che scegliamo di adottare (a ben vedere, i pagani europei nel corso dei secoli sono stati perseguitati non meno degli ebrei, e gli ebrei sono stati perseguitati sia dai nazisti che dai leninisti, che a loro volta sono stati perseguitati dai fascisti, ma anche da altri marxisti; i nativi d'America sono stati perseguitati non meno degli afroamericani, i cristiani sono stati perseguitati dagli islamici, e gli islamici dai cristiani, e così via).

In generale, bisognerebbe smetterla di foraggiare l'idea secondo cui gli uomini vadano divisi in fazioni, razze, partiti, religioni, categorie (e in "riserve protette"), perché è proprio quella che conduce alla discriminazione. Le "riserve" si usano per gli animali in via d'estinzione, e un certo "antirazzismo" non fa altro che rilanciare l'idea che esistano delle razze migliori o peggiori (più buone, più cattive, più forti, più deboli) di altre. Se ci considera ogni individuo per la sua unicità umana, per la sua qualità individuale, allora tutti gli individui diventano - se non uguali, cosa che non è in natura - equivalenti. E anche gli eventuali deficit (che tutti abbiamo, in modo diverso l'uno dall'altro) diventano dei tratti specifici. 

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

ElleryQ ha scritto:
Il fatto è che la Bibbia, come tutte le antiche scritture, parlava con un linguaggio metaforico adatto alla cultura di quel tempo e le parole utilizzate, spesso, avevano più significati, o significati diversi da quello attribuito. Non è detto che "inferiore" non fosse inteso come "più bisogno", per cui il popolo preposto ad esserne "l'educatore", invece, poteva essere colui che doveva prendersene cura e garantirne la crescita economica. 
E a proposito di "crescita economica", non dimentichiamo che l'antisemitismo ha ragioni soprattutto economiche, visto che il popolo ebraico era finanziariamente il più forte. Non a caso confische dei beni e leggi razziali erano finalizzate a impoverirlo e depotenziarlo.
Che l'uomo, inteso nel suo aspetto più istintivo e animale (quando non tiene conto del suo lato spirituale "umano") abbia sempre lottato per il predominio su qualsiasi altra specie, e all'interno della sua stessa, è atavico.
Un revisionismo culturale che si pone come un resettaggio alla base, significa negare che un tempo l'uomo sia stato razzista. Di questo passo dovremmo negare qualsiasi errore del passato, anziché considerarlo come tale e capire a che punto è, man mano, la nostra evoluzione.
L'arte e la memoria, invece, dovrebbero farci da pietre miliari della nostra evoluzione. E ancora ne abbiamo di passi da compiere.
In un'eventuale operazione di resettaggio, andrebbero allora rivisti tutti i romanzi che parlano di discriminazione, di qualsiasi tipo. Anche quelli scritti in un periodo in cui esisteva un più forte divario tra Nord e Sud d'Italia, per esempio. Ma è innegabile che sia esistito, storicamente, e che i termini in cui la gente del sud era descritta fossero poco edificanti. L'arte fornisce un riscontro oggettivo del pensiero del passato e il modificarla, secondo me, è il primo passo verso il revisionismo storico.
Il fatto che la Bibbia avesse un linguaggio "metaforico" è vero fino a un certo punto, in quanto in passato veniva considerato il fondamento normativo della stessa legge ebraica, così come il Corano lo è ancora oggi di quella islamica. Almeno fosse un linguaggio metaforico... Il problema della Bibbia, e in generale del monoteismo, è che lì si trova una concezione esclusivista di divinità. Mentre il politeismo si fonda sul sincretismo culturale (tale per cui Cesare quando andò in Gallia trovò affinità tra gli dèi romani e quelli gallici), il monoteismo si fonda sull'idea che l'unico Dio sia l'unico vero, e tutti gli altri siano dèi fallaci. Il suprematismo proviene da lì: dall'idea del "popolo eletto" e del "non avrai altro Dio all'infuori di me". 
Per quanto riguarda l'antisemitismo, ha una storia lunghissima, che precede di diversi secoli il Novecento. Gli ebrei sono stati considerati per secoli il popolo "deicida", e le ragioni economiche furono un qualcosa in più, ma non stanno all'origine dell'antisemitismo storico. 
Sul discorso del resettaggio sono d'accordo, ovviamente. 
ivalibri ha scritto:[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Questo però non è vero. Anzi è vero il contrario, anche se potrebbe sembrare strano. Chi riesce a partire e ad andare via non sono certo i più poveri, che non ne hanno i mezzi. Anche chi fugge con i barconi, visto che la traversata costa tantissimo. Questo è uno dei tanti pregiudizi infondati che circolano sugli immigrati. Spesso partono persone della classe media, con gradi di istruzione alta.[/font]
Sì, forse hai ragione, in parte. Non credo si possa generalizzare. Magari molti di loro si fanno prestare i soldi, o li raccolgono per mesi. 

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

massimopud ha scritto:
E sicuramente è anche più antico, probabilmente risale ai primordi della nostra specie, per il semplice fatto che il nero è il colore del buio, il bianco quello della luce. L'assenza di luce ha sempre fatto paura all'essere umano perché noi al buio non vediamo quasi niente, ma molti predatori ci vedono benissimo, anche i gatti neri, che di notte non sono bigi, ad onta del proverbio.
Beh, se proprio dobbiamo essere onesti, anche il pregiudizio odioso che associa la sporcizia al colore di pelle ha un fondamento istintuale nel fatto che è meno riconoscibile in un soggetto scuro di pelle. Se a questo si aggiunge che gli immigrati che vengono dalle nostre parti appartengono alle classi meno abbienti dei popoli d'origine, il pregiudizio diventa più difficile da contrastare, così come era difficile da contrastare sugli schiavi di un tempo, che vivevano in condizioni di scarsissima igiene personale, loro malgrado. In generale, io temo che i pregiudizi siano ineliminabili, perché funzionano comunque a livello inconscio, proprio come un gatto - a livello inconscio, cioè istintuale - rizza il pelo quando vede un cane. Anche questo è un pregiudizio, perché in molti casi il cane non recherà alcun danno al gatto, ma è comunque un sistema di protezione innato che è utile nel sistema di sopravvivenza del gatto. Il pregiudizio è in fondo il risultato di una memoria stratificata nel corso di millenni, e rende plausibile l'esistenza di un inconscio collettivo innato sia nell'essere umano che in altre specie. E' impossibile eliminare un pregiudizio con argomenti razionali, o con ricatti morali, perché appartiene a un altro sistema di pensiero, che non è né morale né razionale. E anche quando si vuole scacciarlo dalla porta, torna spesso dalla finestra.


Detto ciò, bisogna capire cosa è veramente "razzismo". L'idea che esistano delle differenze etniche tra diversi ceppi genetici della specie umana ha un fondamento biologico, e lo stesso colore di pelle non è un tratto meramente esteriore, bensì ha una funzione biologica, cioè quella di proteggere la pelle dal sole (ed è il risultato del fatto che una certa famiglia umana, per millenni, ha vissuto in certe condizioni climatiche). Così come ha un fondamento biologico il fatto di "identificare" una persona dal suo aspetto, che si tratti di bellezza/bruttezza, gioventù/vecchiaia, o di qualche tratto etnico e "razziale". Il fatto che poi una "razza" (intesa come famiglia genetica umana) sia considerata superiore o inferiore è invece una concezione storica, culturalmente determinata, senza fondamento biologico. Anche l'idea che le razze si debbano mescolare è una concezione storica, opinabile, così come è opinabile il contrario, che debbano rimanere isolate. Nella storia dell'uomo si trovano entrambe le tendenze, quella all'isolamento e quella al rimescolamento, e non si può dire che nessuna delle due sia giusta o sbagliata in assoluto. In alcune tribù africane ci sono tabù sulla mescolanza razziale altrettanto estremiste di quelle razziste, tale per cui persino sposare una donna della tribù vicina può essere un fatto gravissimo. Il principio base della xenofobia in fondo è presente in ogni etnia, in un modo o nell'altro. Così come in ogni angolo del mondo si trova l'idea opposta: l'archetipo dei fratelli rivali, ovvero l'idea secondo cui la discordia più profonda è nel proprio stesso sangue, non in quello "straniero" (e dunque spesso si sottovaluta che anche i popoli africani sono dilaniati da guerre fratricide, così come gli ebrei, i palestinesi, e qualunque altro popolo o gruppo etnico-religioso al proprio stesso interno). 



Per il resto, io credo che l'Occidente non risolverà mai la sua questione razziale con queste fesserie linguistiche, senza fare i conti con le proprie contraddizioni, insite nelle radici Giudeo-cristiane: il popolo più discriminato del Novecento, gli ebrei, sono lo stesso popolo all'interno del quale è nata la concezione biblica del "popolo eletto", quella che è stata assunta dall'Occidente tramite il Cristianesimo, rivoltandosi nel corso dei secoli contro lo stesso popolo che l'aveva prodotta, e diventando suprematismo razziale verso tutti gli altri popoli non-cristiani (un tempo, infatti, il termine "pagano" veniva usato in senso razziale, e si dava per scontato che i neri - e anche i mori, gli islamici - fossero "pagani", così come gli indiani o i nativi d'America; quindi, l'associazione immediata era tra colore della pelle e paganesimo, dando luogo a un doppio pregiudizio, sia sul corpo che sull'anima). Peraltro, anche l'idea di inferiorità dei popoli africani è di origine biblica. Nella Bibbia, non va dimenticato che Mosè ha tre figli: Sem, Cam e Jafet, che rappresentano i popoli del mondo. Cam, l'africano, viene considerato inferiore, mentre Sem, il semita, è quello destinato ad esserne l'educatore. Di certo, nel corso della storia non ci sarebbe stato un "antisemitismo" antiebraico se non ci fosse stato un "semitismo" biblico, e non ci sarebbe stata la tratta degli schiavi né l'olocausto dei nativi d'America senza la giustificazione di una religione cristiana che per secoli ha rinnegato e combattuto le sue stesse origini ebraiche e ha assimilato tutti i popoli non-cristiani a delle razze animali (e ha considerato le razze animali inferiori all'uomo; in fondo, il razzismo si fonda a monte sull'antropocentrismo e sullo specismo, cioè sull'idea che esista una gerarchia nelle specie biologiche e, per riflesso, all'interno della specie umana).



Comunque, sto andando un po' troppo off-topic, e per tornare in topic segnalo questo articolo interessante. 

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

Mi sto facendo l'idea che il problema non è quale termine usare, ma il fatto che persone di una certa etnia vengano identificate a livello concettuale con il colore nero/negro. Il pregiudizio sul colore è antichissimo, e si ritrova anche in Orazio:

Hic niger est, hunc tu, Romane, caveto!

Se poi pensiamo alle superstizioni sui gatti neri, e quant'altro, la lista sarebbe lunga. 

Ora magari si scopre che il buon Silvio era il meno razzista di tutti quando definì Obama "abbronzato"...  :D

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

ElleryQ ha scritto: A questo punto mi chiedo anche se in Spagna creeranno un nuovo lemma per definire il colore nero. Il termine attualmente usato deriva tra l'altro dal latino (e significa esattamente "nero", inteso come colore prima ancora che come etnia).
Solo nelle lingue anglosassoni il termine ha assunto un significato offensivo.
Il punto è che, a quanto pare, anche la stessa etimologia di "nero" porta con sé connotazioni negative, che sono connaturate sia al termine che al concetto... quindi il pregiudizio è, per così dire, archetipico. L' "uomo nero" precede e precinde dalla questione razziale, quindi il fatto che "negro" sia sostituito da "nero" non cambia nel profondo i termini della questione. Probabilmente, l'unica leggera differenza, in italiano, è che il termine "negro" fa risaltare maggiormente la radice semantica e quindi aumenta la percezione negativa, anche a prescindere dalla questione razziale.

Stavolta parlo con cognizione di causa ;)

https://www.etimo.it/?term=Nero&find=Cerca

Nelle lingue anglosassoni, il termine "nigger" ha una connotazione molto più negativa in quanto non è il termine comune per indicare il colore (come invece in spagnolo e quasi in italiano), bensì il suo uso linguistico era associato in modo specifico alle persone scure di pelle. Quindi, a tutte le valenze negative implicite già contenute nella radice semantica di "nigro", aggiunge i retaggi storici dello schiavismo. Tuttavia, dal punto di vista etimologico, in realtà anche l'inglese "black" non se la passa molto meglio, indice del fatto che c'è un aspetto concettuale comune a tutti i diversi termini che indicano il colore "nero".
Anche il termine greco "μέλας" ha delle valenze molto negative - che si sono mantenute, ad esempio, nel termine "melanconia" - e c'è chi lo riconnette anche al "malus" latino.

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

Ilaris ha scritto: Giusto o meno, credo sia un processo inarrestabile che, a differenza di quanto avveniva in passato, al giorno d'oggi è sotto gli occhi di tutti. Le purghe sui testi letterari ci sono sempre state, purtroppo non sempre rintracciabili filologicamente. Chissà quali e quante "correzioni" che non immaginiamo nemmeno sono state apportate dalla tradizione orale poi trascritta dagli amanuensi che ci hanno messo il carico da novanta. 
Vero, ma un tempo i manoscritti venivano redatti proprio per contrastare l'oralità, e questi testi sono giunti fino a noi nella forma (spesso unica) in cui sono stati mano-scritti. Attraverso copie di copie, ci sono giunti persino i vangeli apocrifi, che erano destinati all'oblio.

Non oso immaginare cosa arriverà ai posteri quando tutto sarà affidato a ebook e memorie virtuali, così come queste stesse parole che scriviamo qui, che difficilmente si potranno leggere tra qualche decennio (figuriamoci secolo o millennio).

Emendare i libri della Christie è un'operazione poco efficace, perché resteranno comunque milioni di copie originali e in futuro saranno sempre più di quelle emendate. Infatti, una volta che l'autrice entrerà nel pubblico dominio, ogni editore potrà ripubblicare i testi nella loro forma originale (a meno che nel frattempo non saremo sotto un regime).

Ma una volta che l'originale sarà solo virtuale? A quel punto, basterà un click per cambiare tutto il corso della storia passata e futura.

Di fatto, ci stiamo avviando verso un lento ma progressivo ritorno all'oralità.

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

La cosa un po' surreale è che ho scoperto solo oggi l'esistenza dell'espressione "N-word" e l'ho dovuta cercare su google (nella mia totale ingenuità, non ci andavo nemmeno all'idea...). Cioè in pratica la parola "N-word" è diventata impronunciabile anche negli stessi articoli di cronaca che trattano della notizia (quindi, anche per dire che la parola "N-word" è stata  eliminata dai romanzi della Christie bisogna sempre dire "N-word" ma non quella parola). E per i poveri sprovveduti non è affatto facile trovare su internet il significato di quella espressione, in quanto il suo significato non può che essere uguale al significante: "N-word". Mi sembra che siamo giunti davvero alla follia meta-linguistica e al fanatismo razziale più esasperato, ai confini con le superstizioni da negromanti (termine che proviene dal greco "nekros", e non c'entra con la N-word).

Stasera mi farò un amaro MonteN-word per metabolizzare la cosa...

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

Silverwillow ha scritto:
Non sono d'accordo e non lo sarò mai, per quanto possano spiegarmi i vari punti di vista. Un'opera di ingegno (che sia un quadro, una statua o uno scritto) non si cambia senza il consenso dell'autore. 
Già.
Mi chiedo come funzioni la legge sul diritto d'autore in Inghilterra. In Italia non credo che sarebbe possibile, perché l'integrità dell'opera rientra tra i diritti morali, che sono inalienabili e non hanno nemmeno vincolo temporale, cioè permangono anche quando l'opera è diventata di pubblico dominio. Nel caso di un autore deceduto, devono essere gli eredi ad autorizzare gli interventi, o comunque possono opporsi a interventi considerati lesivi. 

Re: Modificati anche i gialli di Agatha Christie

@Fabioloneilboia 
Beh, ma qui non si tratta di cambiare una singola consonante a una singola parola.
Si parla di più parole (anche neutre come "orientale" o "nativo") e di "passaggi", quindi concetti. E di questo passo dovremmo cambiare anche i film tratti da quei romanzi? A limite la cosa può essere giustificata sulle traduzioni, che sono opere derivate, ma gli originali andrebbero mantenuti.

Poi capisco che le opere vadano in qualche modo "restaurate", ma - come insegna la stessa teoria del restauro - il restauro deve preservare il valore storico dell'opera, e anche certi modi di dire o pensare fanno parte del contesto storico, anche se non sono edificanti. Secondo me, bisogna accettare come dato di base che nessuno di noi è immune da pregiudizi. Oggi non saranno più quelli di un tempo, ma ce ne sono altri nuovi e non per forza migliori. Dovremmo abolire tutti i personaggi letterari che si fondano su pregiudizi? (uno su tutti, Fagin l'ebreo di Dickens). E dovremmo modificare tutte le opere letterarie in cui si affronta il tema della schiavitù? Anche Mark Twain mette in bocca a Huckleberry Finn la parola "negro", ma fa parte del contesto; e in quello stesso contesto, si vuole superare quel pregiudizio. Se aboliamo da qualunque contesto la parola "negro" allora dovremmo abolire la parola "negriero", che ne ribalta la prospettiva. Ci sono poi alcuni pregiudizi che sono inconsapevoli. Anche la parola italiana "forestiero", come sinonimo di straniero, porta con sé il pregiudizio che lo straniero è qualcuno che proviene dalle foreste (e da qui la parola "foresteria"). Ma questo non vuol dire che in ogni contesto si voglia esprimere quel pregiudizio. 

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