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Re: Vendite ai tempi del Covid e in Italia (parliamone)

@ragazza attraente

Secondo me comunque il Covid non ha avuto eccessive ripercussioni, e la situazione era drammatica anche prima. 

Fino a vent'anni fa, gli scrittori erano relativamente pochi e i lettori relativamente molti. Oggi, per motivi complessi, è l'esatto contrario. Questo, a prescindere da ogni altra considerazione, non può che avere una sola conseguenza: gran parte dei libri pubblicati da piccoli editori vengono pubblicati per essere letti da chi scrive, non dal comune lettore estraneo al mondo della scrittura. Nella migliore delle ipotesi, i libri vengono letti da cerchie di scrittori selezionate, come avviene ad esempio nel mercato (anzi nel ghetto) della poesia, tale per cui gli scrittori si leggono a vicenda, si omaggiano o si stroncano a vicenda. Nella peggiore delle ipotesi, invece, il target del libro è soltanto l'autore stesso, e i suoi amici e parenti. Quindi, inevitabilmente, sempre più i piccoli editori hanno come principale target gli scrittori, e non i lettori. A prescindere che tali editori siano a pagamento o "free", sempre meno si assumono un rischio d'impresa: pubblicano con pochissima spesa, sostenuti dall'autore, oppure in POD, oppure appoggiandosi su Amazon, sapendo sin dall'inizio che il libro non andrà oltre le 150 copie (quando va bene), perché il suo unico mercato sono l'autore e le sue cerchie, oppure piccolissime nicchie di mercato, come nel caso della poesia. La promozione in questi casi diventa inessenziale, perché il libro non ha alcun potenziale di andare oltre quel target, e il tutto si esaurisce dopo la prima micro-tiratura (quando c'è una tiratura e non è in POD). 

Poi ci sono i libri degli editori medio-grossi, quelli che ancora oggi sono rivolti ai rimanenti "comuni" lettori, e che vengono pubblicati a rischio d'impresa (nel caso dei "big", un rischio sempre più ben calcolato e pianificato, come nel caso della traduzione di bestseller stranieri, in cui c'è sempre meno spazio per gli imprevisti, in positivo o in negativo). Tuttavia, i comuni lettori sono sempre di meno, e anche le tirature dei grossi editori si sono dimezzate rispetto al passato. Inoltre, i prodotti editoriali che sopravvivono sono sempre più dei prodotti di consumo (libri illustrati, biografie di vip, inchieste giornalistiche, e quant'altro) e sempre meno delle opere letterarie. Basta vedere quali sono i libri in cima alle classifiche di Amazon: sempre più raramente sono opere letterarie "pure". 

Per quanto riguarda Bukowski... non sappiamo cosa farebbe Bukowski ai nostri giorni.
Quello che sappiamo, è che questo sistema perverso non è in grado di produrre più alcun Bukowski. 

Re: Vendite ai tempi del Covid e in Italia (parliamone)

Cheguevara ha scritto: Certo, @Wanderer, la mia voleva essere soltanto una battuta. Il nostro destino di scrittori, almeno il mio, purtroppo è segnato: o sei propagandato dai grandi media, e allora hai successo a prescindere dal valore effettivo di quello che scrivi, o sei nessuno.
Il problema è che sempre più il mercato del libro gira intorno a gruppi di potere socio-economico che non hanno alcuna vocazione culturale. Non soltanto la promozione del libro gira sempre più intorno ai grandi media, ma sempre più anche gli stessi "editori" (vedi ad esempio Solferino) e gli stessi "scrittori" che vanno per la maggiore (vedi i vari Vespa e Cazzullo), sono espressioni di quegli stessi gruppi di potere mediatico. 

Comunque, tra "essere nessuno" ed "essere propagandato dai grandi media" ci potrebbero essere essere tante vie di mezzo, in particolare nella media editoria... il problema è trovarle. 

Re: Vendite ai tempi del Covid e in Italia (parliamone)

Cheguevara ha scritto: Io, per quanto mi riguarda, non me ne preoccupo più di tanto: oggi è Pasqua e, ultimato il pranzo in famiglia, mi accingo alla siesta, in compagnia di un massiccio libro scritto dal grande Stephen King negli anni '70: "L'ombra dello Scorpione" che, guarda caso, preconizza una mortale pandemia ambientata negli anni '90, allora di là da venire.  Saluti e auguri.
Ma infatti il problema non è per noi scrittori in quanto lettori... è per noi scrittori in quanto scrittori, perché qualcun altro dovrà pur leggere i nostri libri!
Auguri anche a te, e buona lettura. 

Re: Vendite ai tempi del Covid e in Italia (parliamone)

ragazza attraente ha scritto: e non è colpa di un eventuale editore, perché il mio è una brava persona che sa lavorare; è che proprio in Italia, e di questi tempi, che senso ha questo mestiere?
La cosa paradossale è che, proprio in questo periodo, i libri e la lettura dovrebbero vivere un momento d'oro. Vuoi perché la gente trascorre più tempo a casa, vuoi perché vengono a mancare una serie di svaghi e distrazioni superflue, vuoi perché un periodo di crisi si presta a stimolare attività intellettuali e domande esistenziali. Dunque, se non ora quando? Non voglio immaginare cosa succederà quando tutto sarà riaperto, e si tornerà alla "normalità". Temo proprio che si sia arrivati a un punto di non ritorno, e che l'oggetto-libro sia diventato definitivamente obsoleto. 

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