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Re: [Lab12] L’opera incompiuta

Modea72 ha scritto: davanti la Centrale Montemartini,
alla
Modea72 ha scritto: Mario mi guarda sbieco per il terzo grado,
non so, forse è un refuso. Comunque o mi guarda di sbieco o mi guarda bieco, ma il significato non è  proprio lo stesso

Ottima l'idea degli investigatori dilettanti, pregevole l'ambientazione romana e buona anche la "super-vista", un dettaglio inconsueto che dà un tocco di originalità senza introdurre elementi fantascientifici: esistono persone dotate di particolari capacità percettive.
Ci sono però anche un paio di errori grossolani, che tuttavia possono essere risolti senza snaturare il racconto. Il primo è quello del sangue che circonda la vittima Q: se l'omicidio è avvenuto in altro luogo la quantità di sangue nella sede del ritrovamento sarà minima. Tra l'altro in seguito dici che avvelenava le vittime, quindi il sangue non c'entra proprio. 
Il secondo è la presenza dell'omicida sulla scena del crimine a contatto con i tecnici della scientifica: l'area di un crimine viene delimitata da un nastro, che tu stessa nomini, e nessuno che non sia addetto ai lavori può accedervi. La polizia però riprende sempre il capannello di curiosi che si accalca al di là del nastro, perché l'espressione fin troppo abusata dell'assassino che torna sul luogo del delitto ha un fondo di verità, soprattutto nel caso dei serial killer. Fai fare anche a Mario una ripresa del pubblico ed ecco che il particolare si aggiusta.
Come altri, anche tu per mancanza di caratteri arrivi a un finale troppo sbrigativo e in forma di racconto-spiegone che guasta un po' l'andamento in "presa diretta" a cui si deve fin lì la freschezza e la vivacità della narrazione.
Nel complesso un lavoro per molti versi apprezzabile, con alcuni difetti; nell'ottica di una futura revisione senza vincoli di spazio, a mio avviso puoi risolvere quei difetti e dare piena dignità a un racconto che la merita.

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