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Re: Gli come a lui, a loro e a lei

massimopud ha scritto: lun feb 27, 2023 5:03 pmse è un serial killer impresario di pompe funebri “sparò al diabolico becchino”, etc.
era proprio quello che avevo in mente!  :asd: :asd:
massimopud ha scritto: lun feb 27, 2023 5:03 pma me pare che “gli” prevalga ormai largamente nell’uso nella gran parte dei libri che mi capita di leggere (per non parlare di giornali, blog o riviste),
Probabilmente hai ragione (sicuramente, per i quotidiani e i blog); io però continuo a sentirlo come improprio e quando leggo "gli" alla mente si presenta un singolo maschietto, non un gruppo di persone.
Su "egli" e "ella" sono d'accordo: ormai sono desueti.

Re: Gli come a lui, a loro e a lei

massimopud ha scritto: ormai è generalmente accettato sia nel parlato che nella scrittura
solo in un registro informale; io non lo userei mai in un romanzo, a meno di non voler ricercare un effetto particolare.

C'è un motivo preciso per cui esistono due forme distinte: l'uso di "gli" al plurale crea ambiguità:

Fuggì tra i vicoli del centro. Credeva di averla fatta franca, ma quando sbucò nella piazza s'imbatté in Mario e i suoi accoliti. Estrasse la pistola e gli sparò.
A chi ha sparato il protagonista?

Re: Gli come a lui, a loro e a lei

Lizz ha scritto: Meglio che suoni sgrammaticato, ma coerente con il personaggio che parla, o grammaticalmente corretto, ma incoerente con la voce?
Se è un personaggio a parlare, sono dell'idea che si possa usare liberamente, con l'unico vincolo che sia congruo all'istruzione della persona che lo usa e al tono della conversazione. Nell'esempio di @Fraudolente, però, a usarlo è il narratore: a lui non si perdona.

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