Mina ha scritto: Questo ad esempio è l'incipit di un romanzo di un mio amico scrittore (Tutto è come sembra, Giovanni Benzi) che mi torna sempre in mente come una storia chiara ed efficace che utilizza questa forma di dialogo:
Cazzo Banti il quaderno.
Stavano tutti lungo il muretto, uno di fianco all'altro, e copiavano l'uno dall'altro, e il primo copiava dal mio quaderno. Un meccanismo perfetto.
Senti Banti oggi non ho da pagare.
Pagherai domani.
Avrebbe pagato, non c'erano dubbi che avrebbe pagato. Tutti prima o poi pagavano. La regola era chiara e nessuno poteva tirarsi fuori.
Uhm, io invece sono già fuori fase alla sesta riga...
La frase in grassetto è un pensiero di Banti?
Oppure è la considerazione di un narratore esterno?
Non c'è modo di capirlo è questo per me è un ostacolo insormontabile: perdonatemi tu, l'autore e il grandissimo McCarthy, ma questo modo di rendere i dialoghi non fa per me.
Sono vecchio, portate pazienza.
Su gran parte del tuo lungo post invece concordo
@Mina, ti ho voluto segnalare soltanto dove mi trovo in disaccordo per offrire magari qualche spunto nuovo alla discussione; i
"sì, la penso così anch'io" non fanno avanzare la trama, lo sai
.