Adel J. Pellitteri ha scritto: Il tuo suggerimento, devo ammettere, mi eviterebbe congetture da arrampicata sugli specchi.Il mio suggerimento aveva valenza in particolare per un raccontino postato sul forum, che ha dei limiti imprescindibili di caratteri. Così si chiude sì con un colpo di scena a effetto, però al lettore rimangono troppe domande; nell'ottica di espandere la narrazione senza vincoli, forse si potrebbero trovare risposte adeguate. La donna potrebbe aver perso un bambino da giovane, un trauma mai superato, e in quelle particolari condizioni, ormai anziana, vuole tenersi il bimbo tutto per sé e provare la soddisfazione di essere finalmente "madre".
Per il bambino è molto più difficile; occorre inventarsi qualcosa che faccia sì che lui non abbia alcune desiderio di scappare. Anche se la donna lo tenesse incatenato, infatti, dovrebbe liberarlo perché possa almeno soddisfare le funzioni corporali primarie e in dieci anni avrebbe trovato sicuramente l'opportunità di evadere da là sotto. Si potrebbe ipotizzare che avesse un grave deficit cognitivo già da prima (ma questo comporterebbe riscrivere tutta la parte in cui lo descrivi come uno scavezzacollo, non certo come un minorato mentale), acuito dal colpo subito quando lei lo picchia. Oppure fare ricerche e scoprire se esiste la possibilità che un colpo violento possa causare una perdita di memoria totale, per cui è come se ritornasse al mondo quando si riprende. La maestra deve insegnargli di nuovo a parlare e non gli racconterà mai che esiste un mondo fuori da lì (ma dove prende poi il cibo, le medicine, i vestiti?).
Buon lavoro