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Re: Riscontri e frustrazione

Angelo ha scritto: In ogni caso il giudizio è lapidario.
Ma no, non mi pare.
Non leggo di carenze grammaticali e sintattiche, quasi impossibili da sanare in età adulta, né tantomeno di trame farraginose e prive di logica, dal momento che si parla di idee molto buone.
Se il giudizio è tutto condensato in quelle poche righe, desumo quindi che le mancanze siano a livello di stile, l'elemento della scrittura più suscettibile – forse l'unico – di miglioramenti significativi, grazie all'esperienza, alla lettura, al confronto e ancor più, se possibile, al lavoro sul testo con un professionista del settore.
Dal momento che faccio l'editor, ti prego di non prendere le ultime parole come un tentativo di accalappiare un nuovo cliente (sono oberato di lavoro e non accetto proposte fino alla primavera del prossimo anno, per cui non è proprio il caso); intendevo soltanto dire che, se le basi linguistiche sono buone e la trama dell'opera è interessante, lavorando fianco a fianco con un buon professionista si ottengono risultati evidenti in tempi anche relativamente brevi. 
Aggiungo alle premesse indispensabili di cui sopra, che a fare la differenza è spesso l'atteggiamento dell'autore, che deve accettare di mettersi in gioco, senza il timore che il proprio romanzo ne esca stravolto. Se c'è questa disponibilità, i progressi a volte sono sorprendenti perché, in fin dei conti, si tratta quasi sempre di acquisire tecniche di scrittura che rendono l'opera più scorrevole e incisiva, quindi più accattivante. Mi capita spesso di lavorare su secondi romanzi di autori per i quali ho curato l'editing dell'opera prima e ti garantisco che nella gran parte dei casi il salto di qualità è facilmente riscontrabile già a un primo sguardo.
Quindi il consiglio è di non lasciarsi abbattere da un giudizio negativo e di non perdere fiducia nelle proprie possibilità.
Buon lavoro. 

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