La ricerca ha trovato 7 risultati

Torna a “[CP8] Notte”

Re: [CP8] Notte

@Bob66 @Ippolita @bestseller2020
scusatemi: il brevissimo periodo di pausa tra i miei impegni, che mi ha permesso di partecipare al contest, è finito ancor prima di quanto pensassi e non ho avuto nemmeno il tempo di ringraziarvi singolarmente per il commento e le vostre belle parole. Torno adesso di sfuggita solo perché non mi riteniate un vero maleducato e lascio a ognuno di voi una rosa:  :rosa: :rosa: :rosa:
Ancora grazie a voi tutti e buon contest di Halloween, per chi parteciperà.

Re: [CP8] Notte

Joyopi ha scritto: ven ott 28, 2022 5:00 pmLa notte è azione perché movimento, perché qualcosa (o qualcuno) che agisce sull'Io poetico e ne cambia le emozioni e i pensieri. La notte porta consiglio, dicono. Ma porta anche morte, anzi è morte. Ho riflettuto molto sul perché tu abbia inserito questo termine così pesante e finale, l'unico così negativo nell'intero componimento che fino a qui ha un sapore più di vita, di respiro. Non sono riuscito a rispondermi, in sincerità, ma comunque è un'assonanza semantica azzeccata perché la notte è la morte del giorno. Mi farebbe piacere avere la tua interpretazione.
Carissimo, già Monica mi aveva chiesto spiegazione di questo verso, per cui mi permetto di fare copia/incolla della risposta che ho dato a lei:
L'idea era quella della notte come "morte" del giorno, collegata in qualche modo alla "luce diversa", ma contrapposta all'azione di chi comunque la notte la vive. Ho cercato qualche parola lì attorno che mi aiutasse a precisare un po' il concetto, ma non ne ho trovate; però mi sono detto "suona bene" e quindi ho lasciato il verso.

Joyopi ha scritto: ven ott 28, 2022 5:00 pmHo apprezzato, caro Marcello. Non era facile estrapolare bei versi dai testi proposti e tu ci sei riuscito ampiamente, com'era facile prevedere.  
Ammesso e non concesso che i versi abbiano un qualche valore, per me sarebbe una sorpresa... 
Come ho spiegato in qualche risposta o nell'off topic, erano una quarantina d'anni che non scrivevo una poesia e non mi balenava nemmeno l'idea di farlo; mi ha convocato Ippolita e mi sono incuriosito perché non avevo mai sentito nominare la blackout poetry. Capito il meccanismo ho iniziato a dirmi: be' non è proprio come scrivere una poesia, non dovrebbe essere nemmeno troppo difficile... e a quel punto ero già stato preso all'amo. :lol:  
Il problema era, ed è tuttora, che non mi sono mai più occupato di commentare una poesia dai tempi del liceo e non so da che parte farmi per commentare le vostre... Ci ho provato, ma non riesco ad andare oltre il "mi piace" o "non mi piace", senza saperne spiegare i motivi :facepalm: . 
Per questo avevo deciso di lasciare "La notte" nel cassetto, ma poi Sira, indomita, ha insistito ed eccomi qua...

Grazie mille per i complimenti, che continuo a credere immeritati, e un caro abbraccio  :rosa: (e beccati la rosa pure tu, anche se sei un maschietto!).

Re: [CP8] Notte

Poeta Zaza ha scritto: gio ott 27, 2022 9:12 pmcon felice intuito poetico
Sta a vedere che ero un poeta e non me ne sono mai accorto...  :D

Grazie @Poeta Zaza, troppo gentile  :rosa:

Re: [CP8] Notte

@Monica ha scritto: mer ott 26, 2022 2:51 pmI concetti di azione e morte creano un ossimoro che funziona dal punto di vista estetico. Associati alla notte non riesco a inquadrarli bene. 
È già un miracolo che tu sia riuscita a inquadrare il resto...  :D  :facepalm:
L'idea era quella della notte come "morte" del giorno, collegata in qualche modo alla "luce diversa", ma contrapposta all'azione di chi comunque la notte la vive. Ho cercato qualche parola lì attorno che mi aiutasse a precisare un po' il concetto, ma non ne ho trovate; però mi sono detto "suona bene" e quindi ho lasciato il verso.
Approfitto per chiedere scusa a te e a tutti per questo esperimento: fino a due giorni fa non avevo mai sentito nominare la blackout poetry e se non fosse stato per la nostra amabile @Ippolita  che mi ha chiamato in causa non mi sarei mai sognato di partecipare...
Grazie a te per il commento fin troppo lusinghiero e certamente immeritato  :rosa:

[CP8] Notte

Di tutte le scienze l’astronomia è probabilmente quella che più ha ispirato e ispira tanto i più grandi poeti, del passato e di oggi, che gli innumerevoli poeti dilettanti. Questo perché il cielo è sotto gli occhi di tutti, e un cielo stellato in una notte buia dà veramente la sensazione dell’infinito. Possiamo immaginare la curiosità e forse la venerazione o lo spavento che potevano provocare tutti quei puntini luminosi che comparivano ogni notte a formare le stesse configurazioni, e che anticipavano o ritardavano il loro apparire nel corso dell’anno. Per molti popoli antichi le stelle erano divinità, o in qualche modo era ad esse che venivano collegate. Oggi proviamo ancora meraviglia nel guardare le stelle, ma è una meraviglia completamente diversa, piena di orgoglio. Da poco più di un secolo abbiamo imparato ad analizzarne la luce e a leggere i messaggi che vi sono contenuti. Abbiamo capito che le stelle sono globi gassosi formatisi sotto l’azione della gravità e che brillano grazie alle reazioni nucleari del loro interno, reazioni che col tempo ne modificano la struttura provocandone l’invecchiamento” e la “morte”. Sappiamo misurarne la distanza da noi e i moti nello spazio. In conclusione, delle stelle sappiamo tutto o quasi, e la meraviglia è che da quel minuscolo puntino luminoso a centinaia o migliaia di anni luce da noi abbiamo potuto ricavare una così grande messe di informazioni. E’ un cielo che gli scienziati conoscono sempre meglio e che invece la popolazione va dimenticando, perché le nostre città super illuminate cancellano la volta celeste. Quando il cittadino comune si ritrova in montagna, in una notte senza luna, riscopre lo straordinario scenario offerto dalla Via Lattea e dallo scintillio di migliaia di stelle. Le immagini della Terra ottenute dai satelliti ci mostrano un’Europa cosparsa di luci che ci privano dello spettacolo del cielo notturno, dichiarato “Bene comune dell’Umanità”. Un bene da salvaguardare, lasciando almeno qualche luogo immerso nell’ oscurità, dove le nuove generazioni possano riappropriarsi di un grande spettacolo che appartiene a tutti. Ma quanti poeti ci hanno parlato del cielo, fin dai tempi più remoti? Impossibile ricordarli tutti. Penso alla tristezza di Saffo, che in una fredda notte invernale, quando le Pleiadi sono alte nei nostri cieli mediterranei, esclama «e io giaccio sola». Penso alla elaborata cosmogonia di Dante, che suggella ogni cantica della Divina Commedia con la parola «stelle»: «E quindi uscimmo a riveder le stelle»; «puro e disposto a salire a le stelle»; «l’amor che muove il sole e le altre stelle». Ma chi forse ne ha più sentito il fascino è Leopardi. Appena quindicenne scrive una Storia dell’Astronomia in cui afferma: «La più sublime, la più nobile fra le Fisiche scienze ella è senza dubbio l’Astronomia. L’ uomo si innalza per mezzo di essa come al disopra di se medesimo…». E ancora, nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia: «Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa Luna?». 
Traccia n. 2
    
Notte
notte,
divinità che ancora meraviglia,
diversa luce
azione e morte
spettacolo del cielo
immerso nell’oscurità,
amor sublime,
nobile Canto.


Il mio commento è qui: viewtopic.php?p=42738#p42738

Torna a “[CP8] Notte”