Wanderer ha scritto:1. se non c'è denaro non c'è investimento sulla scrittura. Persino i cento amici dell'autore (che tali non sono, a meno che non si faccia dello spam) non comprano il libro dell'autore, perché non ci sono soldi. Sulle grosse non mi esprimo, ma è ovvio che si pubblichi poco in tempo di zona rossa; le piccole stanno morendo
1. Il problema è che sempre più il mercato del libro gira intorno a gruppi di potere socio-economico che non hanno alcuna vocazione culturale. Non soltanto la promozione del libro gira sempre più intorno ai grandi media, ma sempre più anche gli stessi "editori" (vedi ad esempio Solferino) e gli stessi "scrittori" che vanno per la maggiore (vedi i vari Vespa e Cazzullo), sono espressioni di quegli stessi gruppi di potere mediatico.
2. Comunque, tra "essere nessuno" ed "essere propagandato dai grandi media" ci potrebbero essere essere tante vie di mezzo, in particolare nella media editoria... il problema è trovarle.
ma non era questo il punto del mio discorso, anche se hai risposto in parte
2. esatto. In un universo privo di social e vendite agli amici dell'autore (ora manco quelli), anche se non sei qualcuno puoi vendere. Bukowski ha stampato meno cinquemila copie dei suoi lavori, per tutti gli stati uniti, fino a poco prima di morire. Fosse nato in italia sarebbe stato un bravo scrittore emergente che in tempi di covid non vende e rinuncia
fino a vent'anni fa avrebbe campato anche in italia, dove comunque, e ne ho visti quando ci lavoravo, sono stati pubblicati tanti signor nessuno che il loro piccolo giro all'epoca l'han trovato, ma ora avrebbe fatto sedici recensioni su amazon
poi per carità: l'uomo adulto non fa la vittima anche se vittima è. ma le cose, se le dobbiamo dire, le diciamo