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Re: [MI 173] Il peccato di frate Jordano

@Alberto Tosciri  Un racconto semplice e lineare, anche nella sua struttura, con poche descrizioni a fare da ponte tra due lunghi dialoghi. Il benedetto limite di caratteri non permette infatti di alternare dialoghi e descrizioni nel modo più equilibrato e bisogna sempre scegliere se fare spazio alle parole dei protagonisti o parlare al posto loro. 
È semplice anche il confronto tra il prete e il vecchio frate, dove il secondo è cresciuto lontano dai vizi del mondo e ha una diversa concezione del peccato. Mi piace il fatto che il “peccato” di frate Jordano e quello di Don Fabrizio (che sei stato bravo a mostrare senza mostrare) nascono, in fondo, dallo stesso seme. Resta così più facile pesare i due personaggi. 

Una buona lettura, grazie.

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