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Re: [CN2021/RL] Non più

Andrò un po' controcorrente, rispetto al generale consenso che ho visto negli altri commenti.
Fammi ricostruire la trama e, via via, ti mostrerò i limiti che ha, a mio parere.
Davide, brillante giornalista sta cercando fra i colleghi l'amante della propria consorte e mette a punto un piano per stanarlo e punire adeguatamente, sia lui, sia la moglie infedele. Facendolo al contempo risultare autore dell'omicidio di lei e del tentato omicidio di Davide, che dovrà risultare ferito e non accusabile in quanto avendo agito per legittima difesa.
Per fare ciò decide di mettere in scena il ricevimento di una mail minatoria, che contiene la presunta confessione di altri due omicidi seriali, che ha costruito e si è inviato (la storia non rivela da quale indirizzo di posta elettronica, ma certamente interno al giornale. Questa trovata è molto buona, ma:
1) impossibile non lasciare tracce informatiche evidenti che consentono di risalire al mittente effettivo, alla postazione di lavoro che l'ha inviata, a data e ora dell'invio;
2) ovvio che un mittente anonimo cancellerebbe dalla propria posta la mail inviata, ma nei server di posta restano le tracce.
3) Davide potrebbe aver già agito dal PC di Giulio, sospettandolo, ma deve averlo fatto mentre Giulio non era presente. La ricostruzione dell'assenza di Giulio, per gl'inquirenti è una cosa estremamente banale (dal controllo accessi del giornale, dalla localizzazione del suo telefono, da eventuali testimonianze, che fornirebbero al presunto colpevole un alibi quasi inscalfibile).
 
Continuiamo con la trama:
La sera di Natale, alla chiusura della redazione del quotidiano, troviamo Davide assorto nell'ennesima rilettura della mail. (Si innesca il meccanismo, di per sé legittimo, dell'equivoco interpretativo: il lettore crede che lui stia meditando sulle minacce e sull'indovinello che contiene, mentre, probabilmente, lui sta ripassando il proprio piano, e mettendone alla prova eventuali punti deboli.
Intanto, non si è accorto che i colleghi sono già tutti usciti per recarsi al rinfresco natalizio.
Teo, uno dei colleghi e, a quanto pare, compreso nel novero dei sospettati, capita in redazione. Davide si domanda se sia lui, (altro equivoco, ma:
1) se si sta chiedendo se sia lui l'amante, vuol dire che il piano è alquanto improvvisato, dovrà necessariamente basarsi su una serie di circostanze fortunate e Davide non può credere che la soluzione sia imminente. Qui, per me, inizierebbe ad incrinarsi un po' la forza di questa trama.
2) L'alternativa è peggiore e comporta che tu, autore, conduca la storia basandoti sull'inganno del lettore: focalizzando su Davide e mostrando i suoi pensieri non puoi far credere che si stia chiedendo se è Teo il mittente della lettera. L'equivoco sarebbe indotto da un falso indizio che gli fornisci. L'equivoco corretto, non c'è biasogno che io te lo dica, è quello che, alla rilettura, costringe il lettore ad ammettere che non c'erano elementi oggettivi che lo portavano a interpretare in modo errato, ma è stata errata soltanto la sua interpretazione.
 
Procediamo:
nel colloquio che segue, Davide pare mettere alla prova Teo: sta sempre cercando di capire se è lui l'amante, ma al lettore arriva la chiara sensazione che stia cercando l'autore della lettera. La storia presenta altri indizi, alla rilettura abbastanza ben costruiti, direi:
Di nuovo, Davide scrutò il collega chiedendosi se non fosse lui la persona che cercava, e ancora una volta si disse di no. Non riusciva a vederlo in quel ruolo
(Ok non dici che sta cercando l'autore, né qual è "quel ruolo"), e:
Davide si stupì, non era la risposta che si aspettava: perché non aveva negato?
Ottimo, alla rilettura, quando sarà chiaro che Davide sa benissimo che non può essere Teo l'autore e sarebbe ovvio che lui neghi. Un po' meno comprensibile alla prima lettura, ma questo non è un grave problema.
 
Davide, a questo punto, decide di usare Teo come testimone (buona trovata, ben presentata sempre giocando sull'equivoco del lettore), gli mostra le due notizie (anche se passate quasi nell'indifferenza dei media) dei due omicidi che l'autore della mail confessa di aver commesso.
Nella situazione che si viene a creare dai spazio ancora all'equivoco, in modo non scorretto dal punto di vista degl'indizi, ma "giocando" un po' sul pov ballerino (cosa che, ti confesso, non mi piace proprio).
Entra in scena il direttore (cerca qualcosa che non troverà, scopriremo poi che erano le chiavi di casa) e Davide si convince che "è lui". (Siamo sempre nell'equivoco, correttamente gestito, qui).
Le chiavi sono state sottratte a Giulio da Davide (altro problema che fa risultare molto debole il suo piano, e con esso, purtroppo, la trama: non sapeva se era Guido la persona che stava cercando e commette un gesto grave come il sottrargli le chiavi di casa? D'accordo: non sa se le userà, potrà sempre farle "ricomparire", ma vedo un problema di forte contrasto fra l'artata creazione di prove a proprio discarico con un piano così elaborato, e la totale improvvisazione nella messa in atto che si sta prefigurando.
 
Guido si deve recare al Planetario per una conferenza, Sara, la moglie di Davide, è la presidente dell'associazione che lo gestisce l'installazione: Davide si recerà là per smascherare la tresca tra i due e mettere in atto la propria vendetta.
Va, prima, a casa di Guido; fortunosamente (troppo!) trova una pistola di cui si appropria (ma come pensava di commettere un doppio omicidio senza un'arma adeguata al piano architettato?), sparge false prove a carico di colui che dovrà risultare l'assassino (sie dei due delitti irrisolti citati nella mail, sia della moglie di Davide) e poi giunge al planetario, dove la conferenza si è ormai conclusa e dove rimagono solo i due amanti, colti da Davide nel corso di un amplesso (del quale, anche se non consumato completamente, sarà piuttosto difficile che le indagini non trovino tracce).
E insomma: in una climax di ulteriori indizi e sensazioni che passi al lettore, dei quali non starò ad approfondire punto per punto la non correttissima gestione, in una narrazione con focalizzazione su Davide (sono già stato anche troppo pedante :asd: ), sotto la minaccia dell'arma ordina a Giulio di legare Sara (legare una persona in modo da immobilizzarla realmente è cosa non proprio semplice: servono corde adatte, arte (o calma, se non la si possiede) e tutti questi particolari non erano stati preparati. La storia deve sorvolare totalmente su questo, perché in effetti Davide ha improvvisato tutto. Davide uccide quindi Giulio con la pistola, sevizia e uccide la moglie con un coltello (spuntato da dove? Se non mi sono perso negli indizi non se ne parla prima dell'uso), con lo stesso coltello si ferisce gravemente per poter sostenere che:
- ha trovato l'assassino (dal quale è stato attirato con l'indovinello contenuto nella mail) che ha già ucciso Sara;
- nella colluttazione che segue viene accoltellato, ma riesce a disarmare Giulio della pistola (un assassino seriale ha una pistola in tasca e un coltello in mano e si fa disarmare della pistola da un accoltellato?)
- ha ucciso Giulio per legittima difesa a colpi d'arma da fuoco.
Chiaro che la mia è un'analisi severa (fin troppo per un noir che deve rispettare il limite di sedicimila caratteri, pochissimi per questo genere, partendo da un tema difficile come quello proposto. Inoltre, pur avendo riletto tre volte il racconto e cercando di farne un'analisi il più oggettiva possibile, potrei comunque non aver colto o aver mal intepretato - non per equivoco creato, ma per mia disattenzione - qualche dettaglio), ma in questo genere non si può chiedere sospensione d'incredulità al lettore. Se mi proponi un giallo ben costruito (e questo tuo mostra per ampi tratti una costruzione accurata) non puoi "pretendere" che io (lettore) non rifletta con attenzione su indizi ed eventi sui quali basi la tua costruzione.
 
A questo punto la chiusura a sorpresa (il piano che pareva a Davide infallibile, grazie alla testimonianza di Teo e fortunosissimamente, portato a compimento) viene un po' meno, nella mia lettura.
Prima di decidere "se" farla, consiglierei a Teo a a Elisa di studiare molto accuratemente la propria (falsa) testimonianza, che in un'indagine penale è un reato piuttosto grave e, laddove smascherata, è tutt'altro che augurabile... :asd:
 
Se condividi le mie note, secondo le quali dovrei aver messo in crisi la tua trama, non è comunque escluso che tu possa rivedere un po' di dettagli e,in uno svuiluppo appena un poco più lungo (ma non molto!) tu non possa porvi rimedio, mantenendo il buono che, devo riconoscerlo, hai comunque saputo metterci dentro.

A rileggerti!

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