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Re: [MI 157] Il calore di un momento

Da amante appassionata di De Andrè ho intuito dal titolo di chi si parlava. 
Credo di conoscere a memoria tutte le sue canzoni…
Ciò detto, beh, un po’ hai distrutto un mito ma un po’ ci sta. Perché ci sta? Perché Il Buono che diventa il Cattivo è un topos narrativo che funziona sempre. Qui abbiamo  un buono per eccellenza, un simbolo di umanità, di generosità, il portatore di un’etica del tutto privata, in contrapposizione alla morale comune, un uomo che solo offrendo del cibo per anni ci ha fatto credere che davanti al dolore all’urgenza della sofferenza anche la legge fa un passo indietro. È la morale di De Andrè, prima l’uomo, prima gli ultimi. Come questo assassino, come Michè. 
Qui ribalti la prospettiva. L’assassino è lui. 
Ma perché non ci sta del tutto secondo me? 
Nulla da dire sulla scrittura e nemmeno sul racconto che scorre beve e ha una sua coerenza interna. Ma mi è mancata, conoscendo il pensiero che stava dietro alla canzone, una preparazione adeguata a questo cambio di prospettiva,  mi è mancato in sintesi, il ribaltamento dell’etica oltre che dell’azione. 
 

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