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Re: [MI174] Vita in clessidra

Ciao @Modea72
Hai raccontato una storia molto realistica, di quelle che si incontrano tutti i giorni. Il pregio del tuo racconto è soprattutto quello di ritrovarsi in una situazione in cui possiamo facilmente identificarci.
Modea72 ha scritto: Pittesi spinge forte le palpebre sugli occhi con l’immagine della moglie che la sera prima si raccomandava di dare al figlio due fette del ciambellone appena fatto.
Qui mi ci sono rivisto.  :facepalm:
Altra buona idea è quella di usare il tempo presente per dare ritmo alla storia.
Fin qui le note positive, ma cosa si può migliorare?
Sarà per colpa del Labocontest, ma di questi tempi ho il pallino del punto di vista.
Il tuo racconto utilizza quella che viene definita focalizzazzione 0, ovvero quella del narratore onnisciente. Passi da un personaggio all'altro, leggi nei pensieri di tutti, giudichi, fai salti temporali.
In questo modo si sente pesantemente la presenza del narratore che guarda la storia dall'alto, ma questo entra in contrasto con il tempo presente che dovrebbe invece immergerci nella storia.
Per evitare la sensazione di essere sballottati da uno all'altro, potrei suggerirti di focalizzare la narrazione al presente sui due personaggi principali: il padre e il figlio, tenendoli però ben separati.
Magari seguire nella prima parte il punto di vista del figlio, raccontando la storia attraverso i suoi occhi, mentre, dopo una netta cesura, il punto di vista può passare sul padre.
Si tratterebbe di una focalizzazione multipla, ovvero la stessa storia vista nello stesso momento o in momenti diversi, da due angolazioni opposte.
Provare a trasformare il tuo racconto in questo modo sarebbe quanto meno un ottimo esercizio.
Alla prossima.

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