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Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

<< Certo. Credo che sarebbe il caso di cercare qualche filo logico in questa situazione. Da quando siamo arrivati alla villa il succedersi di eventi minacciosi non ci ha lasciato il tempo per riflettere con calma. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo per presentarci l'un l'altro come si deve. Comprendo che ognuno di noi è giunto qui con un proprio scopo; se cercassimo di coordinare meglio le nostre azioni in base alle competenze di ognuno forse potremmo smetterla di andare a tentoni.
Per quello che mi riguarda io sono qui perché ero un buon amico di Gabriel. Lui stesso mi aveva invitato a raggiungerlo qui a Parigi prima della tragica fine. Gabriel è sempre stato un eccentrico con una vasta cultura. In passato ho frequentato spesso la villa, ma non mi ero mai accorto che nascondesse così tanti misteri, né La Fontaine me ne aveva fatto cenno. >>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Insieme a Mattia cerco di mettere alle strette Edmund (Napoleon).
<< Ci sono ancora molte cose che il signore qui presente ci deve raccontare. Cosa vuol dire "questa villa infestata?" Infestata da cosa? E poi non penso che tutti noi ci siamo ritrovati qui per caso. Magari questo signore potrebbe spiegarci cosa sta succedendo.>>
Mi guardo intorno cercando Lula. In fondo anche lei, lavorando da tempo in quella casa, potrebbe sapere qualcosa di più.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

cuissineHugo ha scritto: Persuadere che hai al 60% se fai di meno riesci a persuadere Napoleon a mostrarti il polso altrimenti non ci riesci)
Tiro su persuadere 14.
Mi dirigo deciso verso Napoleon. Gli afferro il polso. Lui cerca di ritrarlo, ma glielo tengo stretto.
<< Cosa cerca di nascondere? Cosa ha sul polso? Prima l'ho difesa dal prete, ma ora deve dirci tutto quello che sa>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Le supreme scienze. Se Gabriel si è lasciato coinvolgere fino a questo punto deve proprio aver perso la testa. Ricordo un accenno che mi fece tempo fa a cui non avevo dato peso. Mi erano sembrate solo sciocche superstizioni, ma ora è necessario saperne di più.
Qualcuno ha trovato il libro in cinese a cui Gabriel teneva così tanto. Nella libreria dovrebbe esserci qualcosa che ci possa illuminare.
La libreria si trova nello studio dove il corpo di Gabriel emana ancora quello strano odore.
Chiedo a Lula:
<< Da quanto tempo non spolveri la libreria?>>
Vorrei solo capire quali libri Gabriel abbia consultato più di recente.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

<<Fermi!>> Mi rivolgo al giardiniere e a Napoleon <<Cosa c'è in quell'armadio?>>
Lancio un'occhiata a Grant per cercare aiuto nel mantenere la situazione sotto controllo.
<<Ci sono già troppi misteri per rischiare di commettere altre imprudenze.>>
Mi rivolgo a Napoleon.
<<Di che affari si tratta? Chi è questo Xi L'ing? È ora che qualcuno inizi a vuotare il sacco se vogliamo capirci qualcosa.>>
Sento la voce di Oliver che chiede aiuto. Qualcuno si è sentito male.
<<Uscite da quella stanza, per la miseria, lì dentro non si respira.>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

In bagno trovo tutto l'occorrente per sciacquarmi e disinfettare la ferita. Controllo il volto allo specchio, è poco più di un graffio ma la ferita è abbastanza fastidiosa.
Torno in anticamera e vedo che qualcuno ha portato lì il giardiniere. Con mia grande sorpresa è ancora vivo e ha ripreso conoscenza, anche se sembra ancora molto confuso. Il prete è ancora nello stato ipnotico in cui lo avevo lasciato. Tocco la tasca della mia giacca per assicurarmi che la rivoltella sia ancora lì, e in effetti è così.
Mi avvicino al giardiniere.
<<Come si sente?>>
Provo a tastargli il polso, il battito è accelerato ma regolare.
Ricordo di avere avuto la sensazione che qualcosa lo avesse colpito alla schiena prima che perdesse i sensi. Controllo alle sue spalle e vedo ... (cosa vedo?).
Mi avvicino a don Dubois.
<<Bene, ora può sentire la mia voce. Continui a riposare sereno e provi a descrivermi cosa ha visto.>>
Vedo comparire un lieve tremolio nelle sue labbra e gli occhi muoversi sotto le palpebre chiuse.
Inizia a respirare più profondamente e infine sussurra.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Finalmente entro in casa. Vedo il prete discutere animatamente, ha una pistola in mano e sembra fuori di sé.
Mi avvicino all'uomo con passo deciso. Mi fermo proprio davanti a lui e tamponandomi la ferita, con voce chiara chiedo:
<<Scusi dov'è il bagno?>>
In realtà sto cercando di destrutturare quella situazione incresciosa.
Il prete mi guarda con aria interrogativa e io incalzò
<<Insomma, cerchi di rendersi utile>>
(Cosa devo tirare per vedere se sono riuscito a distrarlo?)

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Boom.
Istintivamente mi getto a terra senza nemmeno rendermi conto di cosa stia accadendo.
Dopo un attimo rialzo lo sguardo e impreco.
<<Vogliamo smettere di fare gli eroi a tutti i costi, Ve lo avevo detto che in questo modo finiva male.>>
Mi accorgo che qualcosa gocciola dalla mia guancia. Prendo il fazzoletto per tamponare la ferita e mi accorgo che una scheggia di vetro è ancora conficcata lì. Riesco a estrarla, ma ho bisogno di uno specchio e dell'acqua per sciacquare la ferita.
<<Spostate quel c...zo di ramo e mettiamoci a riparo una buona volta>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

<<No, così non va bene>>  brontola il tizio vicino a me, e non posso che dargli ragione.
C'è ben poco che possiamo fare per il giardiniere in queste condizioni. Chi lo ha colpito voleva certamente uccidere e noi ci stiamo solo esponendo a altri rischi senza riuscire nemmeno a provare a coordinarci.
Dobbiamo toglierci di qui prima che qualcunaltro si faccia male.
Prelevo il piccolo proiettile conficcato nella nuca del giardiniere.
<<Non possiamo rimanere qui. Se riuscite portatelo dentro, ma purtroppo non credo di poter fare molto per lui.>>
Torno verso l'ingresso posteriore. Un grosso ramo è caduto sul vialetto e qualcuno sta cercando di spostarlo a mani nude.
<<Fate attenzione a non ferirvi le mani. L'oleandro è una pianta velenosa.>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Il tipo vicino a me, sentendo le grida del giardiniere, sembra volersi scagliare in suo aiuto, ma poi anch'egli nota quegli strani occhi che ci sbirciano da dietro la tenda della cucina. Lo trattengo per un braccio.
<<Per quel poveretto penso che non ci sia più nulla che possiamo fare>>
Il resto del gruppo si sta dirigendo sul retro della casa.
Un'improvvisa folata di vento agita i rami di un albero male in arnese. Meglio fare attenzione. Faccio un cenno al mio compagno occasionale: ormai è chiaro che se è qui non è per caso, in qualche modo sarà coinvolto anche lui in questa strana storia. Forse arriverà il momento delle presentazioni, ma non ora.
Cerchiamo di portarci sopravento rispetto all'albero rischiando di calpestare il cespuglio di rose. Qualche spina mi graffia il dorso della mano ma non è nulla. Cerco di avvicinarmi a quel altro strano individuo vestito da chierichetto nonostante l'età, che grida come un ossesso.
Mi chiedo se mai potremo incontrare qualche persona ragionevole che ci possa spiegare cosa sta succedendo.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Il giardiniere, dopo quello che mi è sembrato uno sproloquio, mi ha messo in mano un foglio a cui tutto subito non ho dato importanza.
Per fortuna il cane si è quietato. Lula è vicino a me, ma sembra distratta da quella specie di vagito che viene dalla jeep.
Ha cercato di liquidare quella che sembra essere una giornalista impicciona senza grandi risultati.
Non c’è dubbio che anche tutte le altre persone che si trovano qui non ci sono arrivate per caso, ma nessuno sembra voler scoprire le proprie carte.
<<Ma tu sai chi sono tutte queste persone?>> chiedo a Lula a bassa voce, ma lei sembra ancora distratta.
Guardo il foglio. Riconosco la scrittura di Gabriel e sento un brivido corrermi giù per la schiena. Gabriel era solito proporre dei giochi di parole; le prime due righe erano inequivocabili, ma che bisogno c’era di costruire una rima così infantile?
Non mi sento sufficientemente lucido per concentrarmi su quell’enigma.
L’invito del giardiniere a passare dal retro per incontrare don Roger sembrava rivolto a tutti i presenti. Sicuramente quell’uomo deve sapere molte cose, ma non sembra intenzionato a raccontarle.
Decido di rompere il ghiaccio. Vado verso i due che erano rimasti più vicini.
<< Buongiorno signori. Non ho potuto fare a meno di notare la vostra premura nei miei confronti qualora quel cane avesse avuto cattive intenzioni, e per questo volevo ringraziarvi. Menomale che non c’è stato bisogno di sacrificare i vostri indumenti.>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Man mano che il tempo passa vedo avvicinarsi altre persone che non conosco, ma che sembrano interessate alla villa. Saranno i soliti giornalisti ficcanaso; dovevo aspettarmelo.
Poi finalmente vedo avvicinarsi Lula, anche lei si guarda in giro, forse conosce qualcuno dei presenti o aspettava qualcun altro oltre me.
Da una vecchia jeep parcheggiata lì vicino si sentono dei rumori, sembra un gemito. Qualcun altro lo nota e si avvicina.
Nel frattempo, all’interno i cani sembrano più nervosi. Il domestico che dovrebbe aprirci il cancello è in difficoltà.
Uno dei cani riesce a sgusciare fuori dal cancello e lo vedo venire verso di me con aria minacciosa.
In questi casi la cosa migliore è fronteggiarlo con decisione. Guai a mostrarsi timorosi. Urlo il comando: << Sits! A terra!>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Mon cher ami …
Tengo ancora in tasca la lettera che Gabriel mi ha spedito una settimana fa dove mi invitava a raggiungerlo a Parigi. Dopo la telefonata di Lula l’ho riletta una dozzina di volte senza riuscire a trovare nulla che potesse giustificare l’accaduto. Ma lui era così, di poche parole. La lettera diceva soltanto di raggiungerlo a Parigi al più presto. Non era la prima volta che succedeva per cui non mi aveva destato alcun allarme. Come le altre volte avevo prenotato il biglietto sul TGV per il fine settimana e già pregustavo l’ottimo cognac e il sigaro cubano che mi attendevano; lussi che non sono solito concedermi, ma che a casa di Gabriel non mancano mai.
Al telefono Lula era sconvolta.
<< Ti prego Amilcare, vieni subito. Il professore è … è stato … Non lo so, era a terra nel suo studio, ma è strano. Ho avuto paura e sono scappata via. Ora sono da mia madre a Belleville. Fammi sapere quando arrivi che mi faccio trovare davanti al cancello, ma non voglio entrare da sola la dentro anche se dovrei dare da mangiare ai cani.>>
La madre di Lula era la cugina di mia madre, che aveva preso il suo posto come governante di casa La Fontaine dopo che lei era mancata, e ora il lavoro era passato a sua figlia.
Ho preso il primo treno, un wagon lits che è arrivato a la Gare de lyon alle sette del mattino. Ho preso un taxi che mi ha lasciato davanti al cancello della villa.
Lula non è ancora arrivata, mentre vedo avvicinarsi un giovanotto con un impermeabile nero che si guarda intorno.

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