La ricerca ha trovato 1 risultato

Torna a “[Lab 3] Come (non) cambia il clown”

Re: [Lab 3] Come (non) cambia il clown

Ciao @Bardo96,
sarò sincera e andrò subito al nocciolo della questione: dov'è lo "show, don't tell?" 
Ti rivolgo la domanda perché sarebbe interessante che individuassi tu i pezzi del brano nei quali hai applicato la tecnica, perché io fatico a trovarli. Ho capito la personalità di Sam perché l'hai saputa descrivere benissimo, hai sparpagliato per tutto il racconto tante informazioni utili al lettore, certo, ma mostrare è altra cosa, secondo il mio parere. Non a caso ho scritto di aver capito. Le spiegazioni si capiscono. La tecnica dello "show", invece, prevede che lo scrittore "metta in scena" tutta una serie di azioni compiute dai personaggi, in modo che il lettore possa percepire (non capire), quale stato d'animo, quale personalità o emozione caratterizzino gli stessi personaggi. Insomma, che deduca da solo, e senza la guida dello scrittore, chi é Sam. 
Provo a spiegare ( e qui lo spiegone è d'obbligo  :P ) 
Bardo96 ha scritto: Samuel non si è trattenuto, ed ha subito iniziato a far battute, chiedendo a gran voce un bicchiere da riempire strizzando la sua divisa.
“Se è così ogni giorno, non servono nemmeno le borracce!” ha urlato, in modo che lo sentissero per tutta la pista d'atterraggio.
Il resto del team ha bellamente finto di non conoscerlo, io solo ho riso. Ho pure provato a tradurre la sua richiesta in lingua locale, beccandomi un'occhiataccia dal Grande Capo, il professore Smithson.
Tutta l'equipe di ricerca è formata da gente esperta, anche se giovane, Grande Capo escluso.
E tutti hanno tollerato Samuel per i primi trenta minuti. Poi ovvio, sei ore di battute, frecciatine e doppi sensi a ciclo continuo, in un ambiente stretto come un aereo privato, mettono alla prova chiunque.
 Le frasi che ho cancellato mi restituiscono da subito tante informazioni, ma non vedo la pedanteria di Sam o l'imbarazzo degli altri, perché me lo hai detto, quindi io lettore non ho compiuto alcuno sforzo di immedesimazione, apprendo e basta. 
Trasformiamo questo stralcio:  «Se qui è così ogni giorno, non serviranno nemmeno le borracce![font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]»[/font] esclama senza riuscire a trattenersi. Si guarda intorno per assicurarsi che tutti lo attenzionino, e poi, eccolo là, si strizza dal divisa fradicia e urla a tutti di trovargli un bicchiere che raccolga il suo sudore. Sam se ne resta impalato nel bel mezzo di una pista di atterraggio infuocata dal sole, in attesa di ricevere la sua dose di applausi divertiti, e invece il resto dell'equipe scuote la testa, e nei loro volti si stampa un ghigno di insofferenza mista ad imbarazzo. Tranne me, che mi sembro l'unico coglione disposto a sopportarlo. Il Professor Smithson, il "Grande Capo", quando mi è scappato un ridolino, mi ha lanciato un'occhiataccia e ha tirato dritto aumentando il passo a dismisura. La verità é che Sam li ha sviliti per tutta la durata del volo. 
Bardo96 ha scritto: Per i posteri, annoto qui cosa i miei colleghi hanno dovuto sopportare, in modo che tutti possano comprendere quali inaudite sofferenze li hanno assillati fin dal primo giorno.
“Che vitaccia, ci vorrebbe un cacciavite più grosso!”; detto appena imbarcati, a onor del vero sia riportato che tre membri, su sette, me e Samuel esclusi, hanno sorriso.
“Due casseforti si incontrano per strada, che combinazione!”; non ho riscontrato sorrisi di sorta, stavolta.
“Come disse la mela al bruco? Bacami!”; la mancanza di telecamere sul velivolo, purtroppo, mi impedisce di provare in maniera scientifica e inconfutabile che il professor Smithson abbia sorriso.
Qui fai proprio una sorta di telecronaca. Non è "show", ma apprezzo la creatività nella formulazione delle battute, che già da sole, e inserite in un contesto mostrato, avrebbero avuto la loro funzionalità. 

Il brano scorre quasi interamente con la stessa struttura, quindi non mi dilungherò oltre. Un ultimo accenno sul mutamento: il tentativo, da parte di quella specie di setta religiosa, di indottrinare Samuel, l'ho trovato poco efficace, anche perché, e rischio di ripetermi ma tant'è, nemmeno in questo caso ho percepito il cambiamento attraverso i comportamenti dell'amico Sam, ma l'ho capito perché il protagonista me lo raccontato. 
Questo Labocontest è stato difficile per tutti, ma almeno ci ha consentito di metterci alla prova e di sperimentare, anche i nostri limiti. Il prossimo step sarà: superarli.  :)
Grazie per aver scritto!  <3

Torna a “[Lab 3] Come (non) cambia il clown”