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Re: [Editor] Marcello Nucciarelli

Quando ho completato il mio primo "esperimento di romanzo", non potevo credere a me stessa. La prima cosa che ho pensato è stata: "caspita! Ci sono riuscita, sono stata caparbia, ho portato a termine un progetto. Finalmente!" Il secondo pensiero non aveva nulla di buono, solite paturnie catastrofiste del tipo: "fa schifo, lo cestino!
Ma poi c'era una vocina tentatrice, nella testa, che mi spingeva a rompere il pudore, quel misto tra senso di vergogna e riservatezza che mi ha impedito, per anni, di farmi leggere da estranei. Non ho mai scritto per gli altri. A dire il vero non ho mai scritto per la "fissa" di scrivere, figurarsi con l'idea di alzare l'asticella e rivolgermi a un professionista per farmi valutare. Per farmi editare. Un "parolone" che ho sempre pensato riguardasse quelli che scrivono per davvero, quelli bravi, quelli che, da tutta la vita, scrivono con l'obiettivo di pubblicare. Ecco, quelli sì che si fanno fare l'editing. Ma stavolta era diverso, stavolta, per la prima volta, avevo portato a termine una storia che aveva senso. Un storia che "respirava", quindi, viveva. 
La vocina tentatrice mi ha condotta dritta dritta da @Marcello Nucciarelli
Con lui avevo scambiato qualche battuta qui su CdM, avevo avuto l'opportunità di "studiarlo" e apprezzarlo per la profonda conoscenza della lingua italiana, per le perle di saggezza che andava disseminando nel forum, ma, soprattutto, per il suo rigore. Ecco, mi son detta, è di rigore che adesso questa storia ha bisogno: un occhio severo che l'avrebbe rivoltata come un calzino scovando "orrori" ed errori, di qualunque tipo, ma anche contraddizioni, incongruenze. Insomma, l'esperimento di romanzo doveva essere letto con una lente di ingrandimento spietata
Marcello è stato per me un maestro, una guida. Ha saputo trattare i miei personaggi con astuzia e delicatezza, ha capito, sin dall'inizio, come approcciarsi a loro senza mai assumere un atteggiamento paternalistico (e sì che loro sono "storti" assai, e la tentazione di fargli la morale sarebbe stata quanto meno giustificata). E invece...  :lol:
Marcello non ha cercato, una sola volta, di imporre la sua visione della storia, ma è entrato nella mia, tirando fuori risorse e suggerimenti preziosi per il mio percorso di maturazione nella scrittura. Anche in merito alla tecnica di narrazione da me scelta non ha avuto pregiudizi (che pure, per me, questo timore c'era). Tanto scrupoloso e rigoroso nell'editing, quanto empatico nel comunicare con me, ma anche con i personaggi (indirettamente, s'intende!). 
Io non so ancora che futuro avrà questo mio primo esperimento di romanzo, ma una cosa la so: ha avuto la fortuna di avere un papà attento, premuroso, che lo ha vestito affinché potesse mostrarsi con sicurezza agli altri. Tanti altri.   
P.S.
Sara sente già la tua mancanza, Marcello. Lorenzo invece no!  :P
Grazie. Sempre. Per tutto.  <3

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