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Re: [MI 175] Biscotti alla Genziana

Adel J. Pellitteri ha scritto: @pale star che spasso questo racconto! Hai reso molto originale il personaggio Biancaneve (una snob poco chic e scansafatiche (sbadiglia in faccia alla gente, si ficca l'indice su per il naso... ); ho visto ben rappresentata anche la carovana di rompiscatole. Il testo è scorrevolissimo, e con il sorriso sulle labbra si legge d'un fiato. Complimenti. Leggo che sei rimasta sola nel contest, ma temo sarebbe stata dura per altri superarti. 🥰 Che abbiamo letto e rinunciato a postare? 
Ciao @Adel J. Pellitteri , grazie mille per i complimenti! Ti dirò, a posteriori credo che il personaggio di Biancaneve non mi sia mai piaciuto tanto (troppo perfettina, forse), per cui è stato abbastanza spontaneo pensare a lei come personaggio da "demolire" o quantomeno rendere più vicino a tutte noi. 
Forse mi attribuisci meriti che non ho circa il MI, ma va bene lo stesso. In ogni caso, per me sono stati stimoli positivi, io ci spero che prima o poi ritorni, ma la vedo grigia...

Re: [MI 175] Biscotti alla Genziana

Grazie mille @Nightafter  (certo, le favole hanno un elemento inquietante. Se ti interessa l'interpretazione psicologica, ti consiglio un libro intitolato Il mondo incantato di Bruno Bettelheim)@Monica e @Poeta Zaza , che mi pensa sempre.  :) E scusate se vi ringrazio solo ora. A me il MI manca parecchio; purtroppo non riesco a stare dietro a contest di durata maggiore per tutta una serie di motivi, ma chissà che non si riparta anche con questo...

Re: [MI 175] Biscotti alla Genziana

Ciao caro @bestseller2020 ! Allora, in realtà la storia è molto più semplice di quello che hai pensato tu: la strega vorrebbe bussare alla porta e offrire la sua mela avvelenata, ma non può farlo perché alla porta della casetta dei nani continua a bussare gente.  :P Lei non si trasforma proprio, resta ferma dietro un cespuglio per tutto il giorno!
bestseller2020 ha scritto: E poi: «Tom Angelripper dei Sodom», esistono veramente? :asd: 
Assolutamente sì. I Sodom sono un gruppo di thrash metal tedesco attivi fin dagli anni 80 e tuttora in attività (sono venuti in Italia circa un mese fa). Tom Angelripper è lo pseudonimo del loro cantante (in realtà sono del tutto innocui). 

Eccolo qua: https://loudwire.com/sodom-tom-angelripper-war-interview/

[MI 175] Biscotti alla Genziana

Commento

Traccia di mezzanotte - Riscrivi la favola


«Allora, noi andiamo. Torneremo stasera. E mi raccomando, non far entrare nessuno in casa».
«Va bene, va bene. Buon lavoro».
«Naturalmente sei libera di fare quello che preferisci, ma… »
«Ma?»
«Ecco, se ti venisse voglia di pulire un po’ la casa, rifare i letti, spaccare la legna, lucidare il pentolone della polenta con la spugnetta ruvida… Poi magari, per cena ci potresti preparare una zuppa di fagioli. Basta solo accendere il pentolone e far bollire per un paio d’ore, e fare attenzione che non si attacchi».
«Io non ho più calzini, sono tutti bucati!» proruppe Brontolo.
La ragazza corrugò la fronte. La sua stirpe principesca non l’aveva mai preparata a lavori manuali, figuriamoci a rammendare calzini o passare spugnette in giro. Tuttavia sorrise in modo diplomatico e dichiarò che certo, avrebbe fatto tutto. I nani uscirono cantando il ritornello di Una miniera dei New Trolls (Cucciolo, che non aveva ancora cambiato voce, faceva la parte in falsetto). Biancaneve si chiuse la porta alle spalle e decise che il tempo a sua disposizione era sufficiente per concedersi un po’ di riposo. Si buttò sul divano del salotto e si mise a leggere una copia di Metalli Pesanti, mentre si ficcava l’indice su per la narice destra.
Toc, toc.
Due colpi tozzi alla porta di casa. 
La ragazza sbuffò alzandosi dal divano e spalancò l’uscio.
Si trovò di fronte un tizio di età indefinibile. La barba nera, folta e non troppo pulita, lo poteva collocare fra i trenta e i quarant’anni. Peccato che indossasse un maglioncino infeltrito, che tirava sul pancione alcolico, e un paio di pantaloncini di velluto a coste che lasciavano scoperti due polpacci grassocci e pelosi.
«Sì?» domandò perplessa.
«Salve. Vuole comprare una scatola di biscotti?»
«E perché dovrei, scusa?»
«Con il ricavato aiuterebbe i poveri della chiesa del villaggio».
«No, grazie, sono a dieta».
«Non c’è problema, ho anche i biscotti senza glutine e quelli senza olio di palma».
Il tizio agghindato in modo strano si mosse un po’ e un paio di mosconi fuoriuscirono dalla barba.
«Davvero, non mi servono, grazie».
«Allora che ne direbbe di farsi una birretta insieme questa sera?»
«Una cosa?»
«Una birretta. Alla Taverna del Sarchiapone Triste».
«Sono astemia. Buona vendita».
E si chiuse la porta alla spalle. Quell’incontro, perlomeno, era riuscito a farla smuovere, per cui decise di fare un giro per casa alla ricerca di qualche incombenza di poco conto, che non la facesse sudare, soprattutto.
Toc, toc.
Due colpi, gentili e delicati.
La ragazza storse il naso in modo poco aristocratico e aprì di nuovo.
Due signore, una sui sessanta, l’altra sui venticinque, con gonne lunghe in tessuto scozzese e due cardigan che gridavano bancarella a metà prezzo del giovedì. 
«Buongiorno» disse la più anziana.
«Buongiorno» rispose la ragazza con uno sbadiglio soffocato a metà.
«Le volevamo parlare della fine del mondo».
«Di cosa?»
«Come, non sa che il nostro mondo è destinato a finire? E lei si sente pronta?»
«Veramente… »
«Ecco, prenda» soggiunse la donna giovane, e le porse un piccolo opuscolo «Questo le farà capire tutto».
«No, grazie, quando leggo mi viene l’orticaria».
«Allora le facciamo noi il riassunto. Meglio ancora, può venire ai nostri incontri di catechesi, che si tengono al villaggio».
«Stasera, per esempio, ci sarà un incontro molto interessante».
«Sì, infatti parleremo di come la musica possa avere influenze negative sulle menti deboli».
«Certo, anche questa è una tentazione del demonio, e bisogna stare molto attenti».
«Anche una brava ragazza come lei deve avere accortezza. Qual è il suo cantante preferito?»
Biancaneve rifletté un attimo.
«Tom Angelripper dei Sodom».
E si sbatté la porta alle spalle. Fece appena in tempo ad andare in bagno a lavarsi i denti, quando un nuovo battere di nocche annunciò l’arrivo di un altro interlocutore.
Per farla breve, nel corso della mattina si presentarono, in ordine, un venditore di enciclopedie scientifiche, un rappresentante di paperelle di gomma per la vasca da bagno, il postino (con la pubblicità di un corso da barman e la bolletta del gas) e due tizi eleganti che volevano sapere se la casa fosse in vendita.
All’ora di pranzo fu la volta di due ragazzi giovani, con la forfora nei capelli e abiti di sessant’anni prima, che volevano vendere certi giornali che parlavano del rapporto fra Lenin e la coltivazione della valeriana nella zona di Roccasecca. 
Le ore pomeridiane furono scandite dai passaggi di Suor Genziana, che voleva venderle il calendario per l’anno nuovo (nonostante fossero in luglio), una rappresentante, che per mezz’ora decantò i benefici dei cataplasmi all’ortica, e due addetti alla raccolta firme per bandire dal villaggio quelli il cui nome iniziava per t.
La vecchia strega sbuffò per l’ennesima volta. Era acquattata dietro quel cespuglio da ore. La faceva male una spalla, aveva bisogno urgente di un pediluvio, senza contare che aveva dovuto lottare tutto il pomeriggio contro mezza dozzina di vespe che ronzavano intorno al cestino delle mele, nonostante la tovaglia a scacchi che le copriva.
Gli addetti alla raccolta firme se n’erano andati da un po’ e la strega decise di agire. Fra uno scricchiolio di ossa e l’altro, si scollò il vestito dalle gambe e uscì dal cespuglio.
Troppo tardi.
Preceduti dal ritmo cadenzato di Warriors Of The World dei Manowar, i nani sbucarono da una curva del sentiero ed entrarono in casa. Pochi minuti dopo una serie di brontolii si diffuse per il bosco. L’argomento principale era la zuppa di fagioli, bruciata e ridotta alla consistenza di una mattonella.
La strega si incurvò più di prima e sfogò la frustrazione scagliando una mela nel buio.
«Ahia!» 
Una testa maschile emerse da un altro cespuglio.
«Per tutte le erbe velenose, mi scusi, non volevo farle del male».
«Che botta… No, no, si figuri, può succedere. Ero qua dietro un attimo, sa, anche ai principi azzurri scappa qualche volta».
La vecchia ridacchiò nervosa.
«Come posso farmi perdonare?» chiese, cercando di sembrare civettuola.
«Ma no, non si preoccupi, succede».
«Insisto. Vogliamo andare a prendere una birretta? Magari alla Taverna del Sarchiapone Triste? Dicono che il loro sidro di mele sia così buono da far resuscitare i morti».
Il principe azzurro si leccò le labbra alla prospettiva di una bevuta gratis. 
«Ma sì, andiamo, tanto qua non devo baciare nessuno».
«Questo lo pensi tu, bello mio» mormorò la strega. 

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