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I posti che conosci anche tu

Commento


Io li conosco bene, Laura e Andrea. Li ho visti fare avanti e indietro dalle rispettive case da sempre. Non so quando hanno iniziato a essere amici. A un certo punto hanno cominciato a farsi vedere sempre insieme, per le vie del paese e anche oltre. Uno sembrava non esistere senza l'altra. Ogni tanto partivano insieme la mattina e tornavano la sera; non so dove andassero. Certo, uscivano anche in compagnia di altri coetanei, ma arrivavano e se ne andavano sempre insieme. A volte, poi, quando erano in compagnia di altri, bastava una parola detta da qualcuno per farli scoppiare a ridere. Forse gli era venuto in mente un altro episodio, un gergo segreto, che era solo loro, impossibile da capire per gli estranei. C'è stata quella volta in cui si erano comprati due magliette identiche, e poi la stessa sera l'avevano indossata senza essersi messi d'accordo prima, e sembravano quasi due gemelli.Una volta, c'era questa ragazza che viveva in un paese vicino. Si era presentata una sera, cercando Andrea, e forse pensava che avrebbe trascorso la serata con lui. Loro due da soli, intendo. Lui però era in compagnia di Laura e, dopo mezz'ora di chiacchiere, se n'erano andati insieme e piantato in asso la ragazza dell'altro paese. Che, come prevedibile, se l'era presa a morte e aveva dato tutta la colpa a Laura. Sapete come sono le ragaze fra loro: a volte hanno la cattiveria in tasca e, qualsiasi cosa succeda, la colpa è sempre di un'altra. 
D'estate li trovavi al bar della piazza a mangiare una granita, pistacchio per lui, fragola per lei, e a girare attorno al laghetto a farsi inseguire dall'oca bianca, quella cattiva che insegue la gente quando è presa male, e che loro avevano ribattezzato Terminator. La notte delle stelle cadenti se ne andavano nei campi, si stendevano per terra e facevano a gara a chi ne vedeva di più. Li potevi sentire ridere a un chilometro di distanza. 
E, se per qualche motivo durante il giorno non si vedevano, la sera potete stare certi che si telefonavano e parlavano a lungo. Avevano sempre un argomento nuovo di cui parlare, qualche confidenza da scambiarsi, nonostante si conoscessero benissimo e da così tanto tempo. Tanto che, una volta, il cameriere del ristorante messicano che si trova fuori porta, dove loro andavano almeno un sabato sera al mese, aveva osservato che sembravano una coppia vera e propria, per la complicità che avevano fra loro. Ma no, rispondevano Laura e Andrea, siamo solo amici.
E poi, niente, a un certo punto è successo qualcosa. 
Non so il motivo che li ha portati a litigare, fatto sta che, credo fosse la fine dell'estate, a un certo punto nessuno li ha più visti insieme. Così, da un giorno all'altro. All'inizio quasi nessuno se n'è accorto; poi, quando i ragazzi hanno iniziato a riunirsi al chiuso per il freddo, nei soliti posti, si sono accorti che o mancavano tutti e due, o c'era lui e lei no, o viceversa. Si evitavano, insomma, ed evitavano i posti che sapevano essere frequentati dall'altro. Un po' come in quella vecchia canzone di Battisti, in cui due si lasciano e lui dice a lei di non farne un dramma e di non frequentare i posti che conoscono tutti e due. 
Naturalmente tutti hanno fatto le loro congetture. Qualcuno ha pensato che c'entrasse una ragazza di un altro paese, che era ronzata intorno ad Andrea per un po', anche se lui sembrava schifarla e aveva detto che si muoveva come un mastodonte; altri dicevano che Laura aveva avuto dei problemi a scuola, che aveva chiesto aiuto ad Andrea e che lui aveva fatto finta di niente. Nessuno, però, aveva provato a chiederlo a loro, quindi solo congetture, e loro continuavano a ignorarsi. 
Una volta in realtà si sono incontrati, alla festa d'inverno. Del resto non poteva essere altrimenti: c'era tutto il paese. Insomma, non ci crederete, ma hanno fatto finta di non vedersi tutta la sera, anche se stavano a un metro e mezzo di distanza l'uno dall'altra. Laura andava in giro a scattare fotografie per il bollettino locale, Andrea era con altri tre coetanei. Hanno parlato con tutti, quella sera, meno che tra di loro. Da non crederci.
Poi è tornata la primavera, Laura ha ripreso a starnutire per le allergie ai pollini, Andrea ha ripreso fuori la bicicletta e a fare dei giri da stare fuori tutto il giorno. Non era cambiato nulla, loro continuavano a non parlarsi e a far finta di non vedersi.
Fausto, il tabaccaio (detto Arbre Magique perché diciamo che non fa proprio un buon odore), scuoteva la testa ogni volta che uno dei due entrava a comprare le caramelle. Però non diceva niente.
«Oh, voi due! La volete smettere di fare i cretini, che tanto lo sanno tutti che vi volete bene?»
Questo era il Boyler, che una volta glielo aveva urlato con quel vocione da trombe bitonali che si ritrovava. Eravamo tutti in piazza, lui stava passando da una parte, lei arrivava dall'altra, e si sono ignorati ancora una volta. Ma neanche il Boyler che gli dava dei cretini (che poi, non è che abbia usato proprio questo termine) era servito a smuoverli. E guardate che il Boyler, quando dava un consiglio, ci azzeccava sempre. 
L'estate era gocciolata via un giorno rovente dopo l'altro. 
Poi era arrivato il festival del cinema, l'ultimo evento prima della fine dell'estate. 
Tutto il paese conveergeva verso l'unico cinema del paese e per tre giorni si assisteva a queste maratone interminabili di lungometraggi polverosi. Non che ci piacessero, era un modo per stare tutti insieme e per avere cose di cui parlare durante l'inverno.
Andrea sì, a lui piacevano davvero queste rassegne, e aveva coinvolto Laura i primi anni. Certo, quando ancora si parlavano. 
Il primo giorno di festival era previsto un film tedesco degli anni 30, una commedia in bianco e nero. 
Andrea è arrivato presto e si è seduto al suo posto preferito, in quinta fila centrale. Laura era in ritardo, è entrata di corsa, quasi al limite, prima che si spegnessero le luci in sala. Si è buttata nel corridoio centrale del cinema, si è guardata intorno e ha adocchiato quello che forse era l'unico posto libero. Il posto di fianco ad Andrea. Subito dopo le luci si sono spente ed è iniziato il film.
Io li conosco bene, vi dicevo, e anche se era buio so cosa è successo. Laura ha stretto forte i denti e la mascella e si è tesa tutta, irrigidendosi sulla poltrona del cinema come se fosse dal dentista. Andrea si é appoggiato tutto al bracciolo di destra, aveva sbuffato un paio di volte e poi non ha più emesso un suono. 
La prima mezz'ora di film é scivolata via senza che accadesse altro. Poi, niente, a un certo punto c'è stata una di quelle scene che non mancano mai nelle commedie un po' antiche. Non mi ricordo neanche bene cosa succedesse, ma era qualcosa di comico e semplice.
E Andrea e Laura hanno riso. Insieme, senza mettersi d'accordo. E hanno continuato anche dopo la fine della scena. Poi si sono guardati. 
Non so cosa sia successo dopo, ma credo che abbiano continuato a ridere anche per tutto il resto del film. Poi sono usciti insieme, parlando fra loro. Non sono sicuro, ma credo che siano andati a pranzo al ristorante messicano, quello solito, fuori porta. 
Qualcuno dice di averli visti tornare tenendosi per mano, ma chissà se è vero. 

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