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Re: [Lab13] Fiction wars

ciao @Modea72 e grazie del passaggio.
Modea72 ha scritto: Non trovo il tema della partenza, e ti sarei grata se mi dicessi, perché mi segno per tutti un doppio voto per fare la media.
Il racconto presumevo che sarebbe stato lungo tagliandomi fuori dal tema "partenze" che prevede la soglia dei 10k. A questo punto ho scritto la storia senza tenere conto della traccia. A parte che, comunque, parlo delle residenze, o delle vacanze "forzate" dei vari protagonisti. Certo, non sono le partenze in evidenza, ma lo stare in luoghi dove vorresti stare, o stare per costrizione. Grazie ancora. <3

Re: [Lab13] Fiction wars

@Kasimiro ciao e grazie per le tue impressioni.
Kasimiro ha scritto: La parola Australasia mi fa venire in mente la fusione di Australia e Asia
Il termine geografico di Australasia esiste ed è proprio la fusione che tu dici.
Kasimiro ha scritto: Mi sfugge il motivo, se c'è, per la scelta di Dallas come sede dello show.
Dallas è la città degli show e del divertimento... Per questo l'ho scelta per "Fiction wars".
Kasimiro ha scritto: l 2026 è così vicino. Forse era più logico pensare che il presente potesse essere negli anni ottanta-novanta
Non sono della stessa idea, considerando che tra due anni, se le cose continuassero così, potremmo considerarci in un'altra epoca. Non mi sono spinto oltre quella data in quanto già stiamo vivendo un'era distopica, e la spettacolarizzazione delle guerre è il modo per convincere la gente in quanto alla inevitabilità dei conflitti. Bisogna lavorare sulle coscienze delle persone e chi meglio del sistema mediatico può farlo? Ciao a presto

Re: [Lab13] Fiction wars

ciao @Alberto Tosciri @@Monica e grazie del passaggio. :D
Alberto Tosciri ha scritto: Hai dipinto un interessante quadro, lo ripeto. Per me è molto vicino alla realtà, ma pochi ci crederebbero; si tratta di uno spettacolo come un altro ormai, fra un reality e partite di calcio.
Hai ragione, siamo già alla Fiction wars.. da poco è successo che l'Iran ha avvertito che stava per lanciare i missili. Israele aveva le coordinate e si è preparato. Gli USA hanno sponsorizzato l'evento e noi siamo stati a guardare lo spettacolo distesi sul divano a sgranocchiare pop corn e a ridere per le stupidaggini...  Ciao caro mio!

Re: [Lab13] Fiction wars

@Poeta Zaza ciao e grazie per il tuo passaggio. Dovrei controllare ogni volta i vocaboli inglesi... Mi cannano sempre! :D

Ci tenevo a dirti che la poesia di Sunak è un sonetto di Shakespeare, e non una mia creazione...  Spero che tu l'abbia notato. 
Grazie e ciao.... <3

[Lab13] Fiction wars

Genere distopico.


   
Il pubblico pagante si affrettava a prendere possesso del proprio posto in platea. Nella vasta area destinata agli obesi over 250 kilogrammi, gli inservienti riempivano i distributori automatici, posizionati su ogni poltrona, di pop corn e salatini. Le luci si abbassarono e la voce dalla regia invitò a fare silenzio. Con flash di luce lo schermo del palco si illuminò investendo la sala con potenza. Dal corridoio parve uscire il conduttore del programma, identificabile dal suo inconfondibile abbigliamento. Al suo apparire il pubblico si lasciò andare agli applausi più sfrenati. Daniel Fischer indossava un completo rosa chewing gum. Viso angelico e rassicurante, gentile nei modi; spalancò le braccia come a cogliere gli applausi e prese a ringraziare:

“Grazie, splendida gente, vi amo tutti!”
Ci fu un interminabile minuto di applausi che fu interrotto dalla stessa regia attraverso lo “stop applause”

Daniel Fischer gesticolò l’invito a fare silenzio e ascoltare. La gente nervosamente aspettò la fatidica introduzione. L’avido sgranocchiare di salatini e pop corn prese a fare da sottofondo.

“Ebbene sì! Cari amici del globo. Centosessanta paesi collegati in contemporanea, otto miliardi di persone incollate di fronte allo schermo. Vi starete domandando come finirà tra i due contendenti. Ma prima di iniziare questa ultima puntata che sancirà il vincitore, dobbiamo fare il riassunto di questo lunghissimo show, iniziato ben sei mesi fa, qui dal Palace Theater di Dallas. Dunque! Mettiamoci comodi e che inizi Fiction wars!

La regia mandò lo “Applause”

“Allora! Come sapete le truppe del Regno Unito hanno invaso a dicembre 2026 la neo repubblica di Australasia, rea di aver firmato con la Nuova Zelanda l’atto costitutivo del nuovo stato libero e indipendente. L’atto di invasione era stato dichiarato legittimo dall’ONU per evidente lesione degli interessi economici della UK, e a protezione della incolumità della popolazione di origine inglese minoritaria nel paese.”

“Applause”

“Ma dal canto suo, Australasia, afferma che l’indipendenza dalla UK è un atto legittimo in quanto le malversazioni del Regno Unito sono diventate insostenibili”. La regia mandò il “Dissent” che creò un brusio di disappunto.

“Amici! Prima di lasciarci andare al facile dissenso, non dimentichiamo che Australasia ha dimostrato che l’indipendenza è stata legittimata dal referendum popolare che ha stravinto con ben il 90 per cento dei consensi, al punto da far apparire un mero pretesto l’invasione a salvaguardia della popolazione di origine UK. Quindi, la scelta ricadrebbe sul diritto di Australasia alla autodeterminazione delle proprie decisioni”.

“Applause” . “Stop Applause”

“Ma come si è evoluta la guerra tra i due contendenti? Andiamo a vedere grazie alla grafica che la regia ci manderà sullo schermo di Fiction wars. Eccola qui! Come vedete, gli UK, assieme alle truppe fedeli del re Carlo quarto, avevano liberato le regioni occidentali e si erano piazzate lungo il confine del deserto Simpson. Ma le forze repubblicane con una mossa a tenaglia, ai primi della settimana scorsa, avrebbero riconquistato i territori e fatto diecimila prigionieri. Le vittime tra i soldati inglesi in questo momento sarebbero duemilatrecentodue”.

“Dissent”

“Amici, amici, il rapporto della Croce Rossa ci dice che stanno tutti bene e che la detenzione rispetta i requisiti minimi dello standard di benessere come dalla Convenzione sui diritti dei prigionieri. A questo punto ci colleghiamo con il nostro inviato Ted Maxwuell dal campo di prigionia di Brisbane per accertarci delle condizioni effettive dei detenuti”.

“Applause”

“Buongiorno a tutti gli spettatori di Fiction wars. Un caro saluto da Ted Maxwuell e dalla mia trouppe. Qui a Brisbane le giornate dei detenuti passano tra la paura e l’angoscia per questa guerra.
Ma abbiamo con noi il tenente Rod Ofkins che è portavoce autorizzato dai reclusi a cui formulerò questa domanda: Vengono rispettati i diritti di genere e come passate le giornate? Ci parli della vostra prigionia”.

“ Prima di tutto voglio salutare tutti gli amici a casa di Fiction wars. Come ogni mattina ci è stato permesso di fare surf sino alle dodici e dopo aver fatto l’aperitivo in spiaggia abbiamo pranzato a base di pesce. Poi abbiamo organizzato il solito beach volley. Ma nonostante il momento di svago, tutti noi ci sentiamo oppressi dalla prigionia e non vediamo l’ora di tornare sul fronte”.

“Applause - Applause”.

“Bene! Qui è tutto da Brisbane. La linea torna allo studio. Saluti a tutti”.

“Che angoscia, cari amici! Tutti noi soffriamo per le condizioni dei reclusi. Ma adesso passiamo all’altra parte in guerra. Ci colleghiamo con l’inviato a Sidney per gli aggiornamenti”.

“Qui da Sidney vi parla Franco Orlando. Sono stati attimi drammatici per tutta la costa nord per l’esplosione dell’ordigno atomico lanciato da un F37 della Royal navy che ha creato una onda di oltre trenta metri che ha spazzato via gli insediamenti civili per oltre cinquanta kilometri. Per il momento le vittime sarebbero almeno duecentomila. Ma benché dal numero 10 di Downing street si siano apprestati a dichiarare il fatto come non voluto, in quanto l’esplosione sarebbe stata pianificata nei limiti di sicurezza, date le intenzioni sull’uso della atomica al solo scopo dimostrativo, qui a Sidney, non si crede alla versione inglese per cui la traiettoria sia stata modificata da un missile Australiano, nell’intento di distruggerlo in volo. Salgono a un milione e settecentomila i sfortunati morti di parte australe dall’inizio della guerra. Per il momento è tutto. A voi la linea”.

“ Applause- Applause”

“Come si fa a credere a un gesto così crudele? Chi ha ragione? Sarà il televoto che deciderà. Per il momento, apprestiamoci a proseguire. Come ben sapete, oggi verranno svelate le tre prove che dovranno affrontare i due sfidanti che si trovano confinati in una isola dell’arcipelago lontano di Tristan da Cunha. Il luogo di sfida è stato messo a disposizione a titolo gratuito dal governo inglese, per favorire la pacifica conclusione del conflitto.”

“Applause” - “ Stop applause”

“Fermi tutti. Dalla regia ci chiedono la linea per una importante comunicazione”

“Sì! Qui da Londra è arrivata la notizia che due minuti fa è stata trovata viva la piccola aborigena Alinta, data tra i dispersi dello tsunami atomico. Ma ci mettiamo subito in contatto con l’inviato sul posto, William Tood: a te la linea”.

“Silence”

“Sì! I soccorritori della Royal Navy hanno lavorato interrottamente per cercare e salvare i dispersi dello sfortunato evento. Dopo tre giorni di ricerche spasmodiche è stata ritrovata in mare, a mezzo miglio dalla costa, la piccola Alinta di cinque anni. La bimba era adagiata su delle tavole di legno galleggianti, che si presume, costituissero il suo letto dove dormiva al momento dell’impatto. Alla bimba sono state praticate le cure necessarie ed è stata affidata alla sergente Mary Strongh, la quale ha subito fatto dono alla bimba, della sua preziosa Barby, di cui mai si sarebbe liberata. Un gesto ritenuto bellissimo e che sta commuovendo l’opinione pubblica di tutto il mondo”.

“Applause”

“Ma che bello signori spettatori! Facciamo un applauso alla sergente Mary  e facciamo un caloroso augurio alla piccola Anita: siamo tutti con te!”

Dalla regia fu richiesta la linea ancora una volta. Daniel Fischer intervenne fermando gli applausi.
“Il nostro inviato da Londra ci chiede la linea; a te William”.

“Ci è arrivata dal fronte la notizia del ritrovamento di una fossa comune con i resti di trecento soldati inglesi. Gli ispettori dell’ONU affermano che sia impossibile l’identificazione delle vittime”.

Il disgusto in sala scattò appena la regia mandò il “Dissent”. Ma da Sidney, l’inviato Franco Orlando chiese la linea. “Solo per leggervi il comunicato stampa diffuso dal Governo di Australasia:
“Non corrisponde al vero quanto viene rappresentato. In realtà i corpi rinvenuti nella fossa sarebbero di circa dieci soldati, tra cui cinque australiasi. I dieci sarebbero saltati per aria colpiti da un missile britannico che li avrebbe disintegrati. Da qui il conto sbagliato dei trecento corpi che in realtà sarebbero trecento brandelli. Tutto qui! A voi la linea”

“Dissent”. Daniel lasciò che la gente manifestasse il proprio dissenso, per poi riprendere a parlare.

“Amici del globo. Dobbiamo dire basta a questa guerra. Oggi, attraverso il voto dell’ONU, congiunto a quello del popolo di Fiction Wars, dichiareremo la fine del conflitto e del suo vincitore. Ancora poche ore e questa tragedia finirà. Allora. Non ci resta che collegarci con l’isola di Tristan da Cunha per assistere alla fase definitiva. Ecco la splendida Carmen Ermosa! Carmen ti vediamo e sentiamo. Parlaci di come i due sfidanti si stanno preparando. A te la linea”.

“Applause”

“Sì! Caro Daniel. Come dici tu dallo studio, qui si vivono ore d’ansia per le sorti della guerra. Ricordiamo agli spettatori che il primo ministro inglese Rishi Sunak e quello della neo repubblica di Australiasia, Gemal Ashrij, si daranno convegno tra qualche minuto, per confrontarsi con le tre prove imposte dall’ONU. Ricordiamo che chi vincerà tra i due, avrà diritto a dieci voti e potrà dichiarare nullo il voto contrario di un paese. La somma dei voti tra quelli dell’ONU che saranno contabilizzati a seconda degli esiti delle tre prove, saranno aggiunti a quelli del televoto di Fiction wars. Ma adesso passiamo alla apertura della busta e chiamiamo qui con noi i due sfidanti”.

Suniak e Ashrij fecero il loro ingresso sul piano di ripresa che dava sullo sfondo paradisiaco dell’isola. Tutte e due indossavano i boxer da mare e mostravano una perfetta abbronzatura. In sala si scatenarono le fazioni opposte in favore dei due sfidanti. Carmen Ermosa, già conosciuta al grande pubblico per la conduzione della serie reality L’isola dei famosi, venne inquadrata con un primo piano, che mise in mostra quello che conteneva il suo bikini. Aveva la busta in mano e prese ad aprirla delicatamente.

“ Eccoci al grande momento! Le tre prove che dovranno affrontare i nostri due sfidanti sono in ordine: la prima, una prova di danza Haka Maori, la seconda costituirà la soluzione di un algoritmo finanziario, e la terza… Signori! recitare una poesia!”

“Applause”. “Siete pronti? Partiamo con le tre prove!”

I due sfidanti si distanziarono di qualche metro e misero uno fronte all’altro. Si guardarono in cagnesco e ognuno intonò il Haka maori. Alla fine della danza la giuria del posto aggiudicò la prova allo zelandese Gemal Ashrij. La seconda fu vinta facile  dal ex banchiere Sunak. Nel proseguo, Gemal recitò quello che le venne meglio in quel momento: Questo mare, questa sabbia Il cuor mi scalda. Questa terra, questo cielo, in questo spero”
Poi si bloccò e non riuscì ad andare oltre. Scaddero i secondi a disposizione. Fu il turno di Sunak:

Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate? Tu sei ben più raggiante e mite: venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio e il corso dell’estate ha vita troppo breve: tavolta troppo cocente splende l’occhio del cielo e spesso il suo volto d’oro si rabbuia e ogni bello tavolta da beltà si stacca, spoglio dal caso e dal mutevol corso di natura. Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire, né perdere possesso del bello che tu hai; né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra, perché al tempo contrasterai la tua eternità: finché ci sarà un respiro od occhi per vedere questi versi avranno luce e ti daranno vita”

In sala fu un tripudio per Sunak che si aggiudicò la prova, vincendo la sfida. I due sfidanti, commossi, si abbracciarono fraternamente, consapevoli che a momenti tutto sarebbe finito.

La linea tornò sotto il controllo di Daniel Fischer. Era sceso il silenzio tombale nella sala di Fiction wars. Lo schermo gigante elaborava i risultati provenienti da tutto il mondo, mentre l’ONU votava in favore del regno Unito per soli due voti di scarto. Un altro voto fu annullato contro il perdente Gemal, che  pure la vittoria al televoto non lo aiutò. L’algoritmo fu implacabile. Le sorti della guerra erano tratte. Gli inglesi avevano vinto. Australasia doveva rinunciare alla indipendenza e pagare i danni. Daniel Fischer e il pubblico di Fiction wars assistette in diretta alla firma delle condizioni tra i due capi di stato a Tristan de cunha. Poi le luci in sala si spensero e Daniel Fischer prese la direzione dell’uscita. Una settimana dopo fu chiamato al telefono dal suo produttore. “ Ehi, senti un po’. Ti preannuncio che dato il rinnovato successo che hai ottenuto, tra sei mesi condurrai la terza edizione di Fiction wars. Hai tutto il tempo per goderti la vita e pensare alla organizzazione del programma. Come sai, la guerra che sta per scoppiare a giorni, dovrà protrarsi per i sei mesi, prima che l’ONU possa intervenire: questa è la regola. Non si sa mai che i due belligeranti non arrivino a un accordo. Cosa che non credo succeda e comunque, ci sono persone che faranno di tutto per cui non succeda. Ci vediamo.”

Daniel Fischer si fece versare dell’altro champagne dal cameriere e prese a scrutare il cielo con inquietudine. Da qualche parte del mondo, da una rampa di un mezzo militare, un missile sarebbe partito, avrebbe attraversato il globo sotto il controllo dei satelliti, e sarebbe esploso sopra una città emanando una luce abbagliante. Un’altra guerra sarebbe iniziata. I morti? Non lo sappiamo, ma che importanza avrebbe?

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