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Re: [Lab6] Sete

@Canis ciao. Vedo che sei andato dietro all'idea descritta nella sinossi. Hai anche evitato troppi loop e credo che hai fatto bene. Quelli rappresentati sono stati sufficienti a incanalare la storia, dandogli il giusto ordine. Bene! 

   Gli venne in mente la noce di cocco che aveva martellato ripetutamente sulla soglia della terrazza. Ciò che provava era simile: una testa pronta a spaccarsi. 
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Inizio martellante, direi, che inserisce bene lo stato confusionale di Febo.
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   - Lei… si tratta di intossicazione. Ormai è fuori pericolo.
   Lasciò stare le palpebre e le richiuse. Voleva solo che le tempie smettessero di pulsare. Cercò di addormentarsi.
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Sembrerebbe che si risvegli in ospedale, ma non è così
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   Era da solo in quella stanza: un letto d’ospedale, mura sterili, tende incolore, macchinari spenti.
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Qui descrivi la stanza d'ospedale, ma sotto, invece...


   Non si trovava in una clinica.
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Qui si percepisce la confusione mentale di Febo, il difficile risveglio dal subinconscio
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 Dalla nebbia dei suoi pensieri emerse un ricordo. Quella a sinistra era la porta dell’anagrafe, più avanti c’era l’ufficio dell’assessore alla cultura, in fondo la biblioteca. Era stato abbandonato nell'infermeria del loro municipio.
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I municipi non hanno infermerie. Comunque, ogni luogo risulta valido per descrivere il viaggio di risveglio di Febo
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Fece una smorfia: non meritava il ricovero in un ospedale serio? Quel pensiero gli diede una fitta in mezzo al già atroce mal di testa, tanto da costringerlo ad accucciarsi di fianco al vaso di ficus. Affondò le dita tra i capelli e strinse le tempie, cercando di contenere le pulsazioni. Forse era solo troppo grave per essere portato altrove.
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Questo ragionamento, in effetti, lo può fare solo uno in confusione mentale. Però la voce narrante si prende la licenza di giustificare i pensieri di Febo... però ci può stare.
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   - Che ci fai qui, Febo? - la sorpresa nella voce dello sconosciuto venne presto sostituita dalla rabbia, - porca miseria, è vero quello che dicono?
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questa voce, rappresenta la sua coscienza? L'uomo fisicamente non si vede.
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   L’uomo, che a quanto pare si chiamava Febo,
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questo passo io lo eliminerei, in quanto la voce narrante sa bene di parlare  di Febo,
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guardò in alto dalla sua posizione accovacciata. Sapeva di conoscere la persona di fronte a sé, ma non si ricordava chi fosse. Sapeva anche di costituire una visione alquanto pietosa; avrebbe dovuto sentirsi umiliato, ma aveva troppa sete per pensarci.
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prosegui con la rappresentazione di uno stato confusionale
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    Appoggiato ad un muretto, aspettò che cominciasse a scorrere lungo le vene per poterne bere altra. Si guardò intorno. Una vecchia sulla sedia a rotelle lo stava fissando dall’altro lato del piazzale, la pelle grinzosa ricoperta di nei e gli occhi sgranati. Afferrò per il braccio la badante che stava leggendo un libricino sulla panchina, indicò Febo e sibilò la parola “assassino”.
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Anche questo passo rappresenta dei personaggi non reali, o sono il frutto della sua coscienza che cerca di condannarlo alla sua colpa?
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   - Assassino, - ripetè più forte. 
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Non sono sicuro, ma forse, ripetette va meglio? Chiedo aiuto agli amici...
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   La badante si tolse gli occhiali e scattò in piedi.
   - Assassino! - raschiò la voce della vecchia, come in un incubo, mentre le ruote della sua sedia stridevano sull’asfalto.
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Il senso di colpa continua a tormentarlo attraverso figure immaginarie...
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   - Non dovere, siniora, non dovere, - fu l’ultimo eco che Febo udì mentre svanivano, - zitta voi, zitta!
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Be! se volevi rendere l'idea che la badante è dell'est, ci sei riuscita  :D
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   D finì il volto della donna ancora in corridoio. Era rimasta inchiodata sul posto. Pallida. Gli occhi spalancati per il terrore
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Questa donna è per lui un ricordo di una testimone scomoda, o può essere rappresentata, come la stessa vittima?
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   Il piazzale del secondo piano era deserto.
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forse atrio era meglio
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   “Ma tu lo sai già”, tintinnò nel suo orecchio.
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forse meglio - al suo orecchio-
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   Scivolò su qualcosa e sbatté il cranio contro il pavimento. Il colpo fu attutito da un qualche tipo di melma. Il sentore metallico gli penetrò con prepotenza dentro le narici. Come uno schiaffo, Febo riacquisì lucidità. La sua guancia era affondata in una poltiglia rossa. Sangue. Brandelli di carne. Schegge d’osso.
   Di fronte a lui un martello era abbandonato a terra. Il martello con cui spaccava le noci di cocco. Con cui aveva spaccato Gloria. 
   Scrash.

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La scena del luogo del delitto è ben rappresentata. però organizzerei meglio l'intera frase a riguardo il passo in neretto. Io ci vedrei " cocco: anche il cranio di Gloria".
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   “Perché?” ridevano le voci oltre il suo campo visivo.
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   Finalmente fu in grado di aprire gli occhi. Era solo. La gola irritata si ribellò con uno scoppio di tosse quando tentò di chiamare qualcuno. Aveva una sete terribile.
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Quel finalmente credo che non vada messo
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   Intorno a lui c’era solo un letto d’infermeria, mura sterili, tende incolore, macchinari spenti.
   Di nuovo.
   Tutto da capo.
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Allora. Credo che come hai detto te, hai solo voluto rappresentare lo stato emotivo di Febo, alle prese con uno stato di shock , in un viaggio doloroso verso la consapevolezza. Quella dura realtà che, come nel più  classico esempio medico, spinge a rifiutare, tale è la sua durezza. Hai fatto un buon lavoro. Ciao

Re: [Slab6] Sete

@Canis ciao. Piacere di averti tra noi.

Allora, vediamo la tua trama. Da come l'hai impostata, pare di capire che l'uomo assassino sopravviva al suicidio: però questa è la tua idea?

Se la storia continua con lui in infermeria, si direbbe che solo un mancato suicidio, può giustificare il suo risveglio. Questi loop di cui parli potrebbero- anzi- dovrebbero, essere  il luogo dove si dovrebbe svelare tutti i perché dell'omicidio e dei suoi risvegli. Però, io ci vedo un triller di tipo surreale, giocato tra inconscio, realtà, il surreale, appunto, l'inferno che tu citi. Io credo che dovresti, a mio modesto parere, organizzare questi flash in solo tre momenti. Diversamente potresti trovarti in difficoltà sul senso della storia e trovarti con qualcosa di complesso da scrivere. Io credo che i tre loop dovrebbero essere organizzati secondo il canone classico: inizio- confronto-finale. Ciao  (y)

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