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Re: [CDP2] Sanguemadre

ciao carissimi @Alberto Tosciri @ @Monica.

Vi ringrazio del vostro passaggio. Domenica di Pasqua ho avuto una sorta di crisi mistica e pensando a delle letture fatte in precedenza mi è venuta l'idea di questo "vangelo" tutto al femminile...  Vi è stato un artista che ha fatto una opera con la donna in croce al posto del Cristo.
L'argomento comunque l'ho gettato così, nei tempi che avevo a disposizione. Mi piace sempre questo uscire dalla prassi ed essere un provocatore.

Grazie ancora... :D

[CDP2] Sanguemadre

Traccia uno: L'uovo. La sorpresa


  
Lei aveva finito di sparecchiare e riempito la lavapiatti. In silenzio era andata in camera.
Lui si era alzato dalla sedia e l’aveva raggiunta. Al suo apparire lei gli aveva detto: “non mi va, lasciami in pace”. Ma lui si era gettato su di lei, spavaldo ed eccitato, per niente disturbato dal suo rifiuto: “invece a me sì”. Un tentativo vano di divincolarsi da lui che innervosito prende a stringerle le mani sul collo. Anche questa volta dovrà arrendersi alla violenza e lasciarlo fare quello a cui aspira: essere uomo.

Questa è la terra. Questi sono gli uomini. Questi corrono come se non avessero più tempo.
Si attaccano alle cose inutili, si ammazzano per niente. Non vogliono perdere tempo a pensare, si affidano ai loro maestri. Solo di una cosa hanno paura: perdere la propria donna. E quando succede non se ne fanno ragione. Non ho bisogno di aprire gli insulsi giornali di carta degli uomini per sapere. Non mi serve neanche ascoltare chi legge le notizie dentro quella scatola di immagini e sogni che a scelta ti da quello che piace vedere e fa comodo. Io le incontro ogni giorno quando lasciano il corpo sul gelido pavimento della morte per portarle con me.

E ogni volta torno col pensiero a mia madre e alla storia che amavo tanto mi raccontasse: “Nascesti dentro a una stalla fredda in cui ci eravamo rifugiati per la notte. Un bue e un asinello ci servirono per scaldarci.”

Che storia affascinante. Mia madre fu la prima a parlarmi del mio futuro. Mi raccontò dell’angelo che le apparve per annunciarle la mia nascita: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole lei era rimasta turbata e si era domandata che senso avesse un tale saluto. "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.  Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo.

Io devo salvare gli uomini, tutti gli uomini, anche quelli che uccidono. Devo tentare. Averli fatti nascere da una donna non è bastato a renderli umani. D’altronde, neanche il Padre mio vi era riuscito nell’intenzione. Cosa avrebbe mai potuto salvarli? Per questo mandò me per tentare ancora annunciando un futuro di pace e amore, senza guerre e odio. Ma è proprio dura! Una missione impossibile se non fosse voluta da chi tutto può. I secoli sono passati e il tempo concesso sta per scadere. Molti degli uomini che hanno vissuto la vita terrena aspettano la luce: si sono spenti con tale speranza. Ma molti non credono nonostante conoscano il regno dei cieli e lo possano ammirare proprio sopra la loro testa. Non hanno colto il messaggio. E la strage continua, inarrestabile. Ma io non demordo, fino all’ultimo cercherò uomini degni di essere salvati. Non è mai una sorpresa quando ne incontro uno. L’altro giorno ne ho trovato un altro. Gli ho scrutato l’animo scoprendo quello che ha dentro. Ho guardato alla sua vita di sacrificio, condiviso con la sua compagna, moglie e madre. Perché questo sentimento non ha attecchito in tutti gli uomini? Gli uomini ripudiano le loro madri? Rifiutano le loro origini? “Bisognerebbe entrare dentro alla loro testa per capire.” Questo si usa dire di fronte alla ennesima donna uccisa. E io penso. Penso a mia madre e alla sua fantastica storia su di me...

“Quando ci trovammo nella mangiatoia tuo padre mi preparò un letto di paglia. Verso notte cominciai a sentire le doglie del parto. Pensai a quel dolore estremo che avrei provato ma alla felicità che ne sarebbe poi arrivata. Ho pensato che il figlio che stavo per partorire sarebbe diventato quel grande condottiero che avrebbe riscattato gli umili della terra. Ho pensato a te e alla forza che avresti ricevuto dall’Onnipotente. Mi sentivo fiera per essere stata scelta per dare alla luce il messia. Quella notte feci tutto da sola, Giuseppe mi tenne la mano per tutto il tempo di travaglio e quando con l’ultimo grido ti sentii uscire da dentro di me fu come una liberazione. Io ti presi per le braccine e ti sollevai a me, ancora tutta bagnata: “Eri una splendida bambina”.

Mia madre mi raccontava sempre di quello stupore nel rendersi conto che non era un figlio maschio ad aver ricevuto dal Dio creatore. La sorpresa era stata enorme. Persino il dubbio si era insinuato dentro di lei, al pensiero di quanto le era stato annunciato: un figlio condottiero. Come avrebbe fatto una donna a scuotere il mondo e rivoluzionarlo? Come avrebbe fatto a distruggere l’arcaica legge degli uomini, con la quale essi si permettevano qualsiasi cosa? “Per la durezza dei vostri cuori Mosè vi concesse di ripudiare le vostre mogli, e di violare la legge del cuore”.

Quanto fosti dubbiosa, o Madre! Pensasti di vivere una tua fantasia frutto di un abbaglio. Ma poi io sono cresciuta e ti sei resa conto che era tutto vero. Io ero diversa da tutte le bambine. Non mi hai trattenuta quando cominciai a praticare le strade e circondarmi delle dodici compagne con cui prendemmo a percorrere le aride terre della Giudea. I primi discorsi alle folle di donne che venivano da tutte le parti per sentirci estasiate: “Beate le povere di spirito, perché vedranno Dio”.

E gli uomini stavano ad ascoltare… Chi colpito dal nostro messaggio di pace e amore, di nuova terra, di una vita felice in piena libertà: “Nessuno prende moglie, saremo come angeli del cielo”.

Ma per molti queste parole furono un insulto alla loro autorità. Un mondo dove le donne erano libere dall’uomo era un messaggio che non poteva passare. E così venne il giorno annunciato dove io sarei stata messa a morte assieme alle mie compagne. Mentre le pietre lanciate da chi mi circondava mi colpivano devastandomi il corpo, ricordo che pensai alla profezia: “Dopo l’intimo tormento e la morte rivedrà la luce”.

E io sono tornata alla vita e ho raccolto le anime delle mie compagne. Da millenni vaghiamo su questa terra portando avanti il progetto divino di salvare gli uomini per mezzo delle loro donne.
Capisco che oggi è diventato ancora più difficile. Le donne hanno perso la speranza di cambiare l’uomo. Si sono ribellate e combattono per la loro libertà. Non vogliono più aspettare il regno dei Cieli per essere libere dalla schiavitù dell’uomo: “Il serpente ti cingerà il calcagno, ma verso l’uomo sarà il tuo istinto”.

I tempi sono cambiati. Noi donne abbiamo alzato lo sguardo fiero e rivendichiamo il nostro ruolo.
Questo è l’anticamera delle nostre speranze. Nonostante il martirio incessante, l’uomo da tempo manifesta i segni del cedimento. Le sue convinzioni cominciano a vacillare. Molti hanno colto il grido di dolore di noi donne e si sono uniti alla causa. Ma come nei giorni della mia passione, ancora molte di noi pagano il costo del progetto divino.

Ma sono fiduciosa. Ancora troverò uomini disposti a cambiare. Come quell’uomo a cui oggi ho assistito alla sua morte. L’ho sentito sospirare nell’esalare l’ultimo respiro e invocare: “Madre mia”.

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