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Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

maxgiglio ha scritto: Spero che la spiegazione del contesto sia una plausibile giustificazione. Questo è un atto di accusa. Non è prevista replica.
Qualcuno potrebbe pensarla diversamente a tale proposito.
maxgiglio ha scritto: Dante Alighieri oggi, se si fosse individuata con certezza la corrispondenza tra Beatrice e Bice Portinari, sarebbe considerato uno stalker.  :facepalm:
Potrebbe essere secondo i punti di vista. Ci potrebbero essere donne che nel ricevere simili attenzioni dal sommo poeta ne sarebbero lusingate...
Io volevo solo farti notare il taglio troppo leggero per un tale argomento. Tutto qui. Ciao @maxgiglio

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

ciao @maxgiglio e grazie per essere tra noi.

Dopo aver letto i quattro capitoli del tuo "favoloso processo" ti lascio queste mie considerazioni.

Devo allacciarmi alla tua quarta di copertina per prima cosa:
Si può identificare il momento esatto in cui è stato piantato il primo seme della misoginia? Vediamo crescere floride le sue piante, moltiplicarsi i suoi frutti, frutti che, dopo secoli, sono diventati sempre più velenosi. Ma quale è stata la genesi di tutto questo? Un riguardo, un amore, una passione, una bugia. Saprà un giudice (maschio) condannare i colpevoli?
Mi chiedo a questo punto dove sia stato questo processo.. Se hai preso la decisione di lasciarlo incompiuto, usando come finale quella che potrebbe essere una infinita lista di donne "querelanti" che lasciano il tribunale dopo aver messo a terra le scarpe rosse, simbolo usato oggigiorno a simboleggiare le vite perse di donne morte ammazzate, beh! forse ci poteva stare. Ma dove sarebbe però questo processo? Va bene che hai impostato una rappresentazione favolistica di questo processo, ma mancano completamente le figure del Pubblico ministero, avvocati della difesa, ect, ect.
Questo tuo processo lascia troppo spazio alle esternazioni delle tue donne e manca completamente il contraddittorio.
Mi domando pure del perché hai inscenato questo processo irreale, irrealizzabile per ovvietà temporale, senza inventarti una soluzione diversa.
Far parlare Penelope, Beatrice, Bella, Eva, lasciando che il loro vissuto venisse messo in luce, e le quattro storie, venissero condensate per attrazione d'argomento, richiedeva una trama diversa, per non finire sul banale. Come si poteva costruire tale processo? Questa risposta la lascio a te!

Sulla questione "misoginia" ho trovato il finale pertinente anche se scollegato al registro usato per le quattro deposizioni. Un pubblico ministero avrebbe potuto dare vita a questo contraddittorio, magari facendo parlare i chiamati in causa: favola per favola, facciamoli parlare. Certo che avresti dovuto tagliare il fraseggio quasi isterico di alcune, e dare spazio alle controparti, ma almeno si sarebbe parlato delle cause di questa misoginia.
Che a mio avviso neanche colgo se dovessi esprimere un vero giudizio, se fossi nei panni di quel giudice. Come si può incolpare Adamo, Dante, Proci, e tutti i principi azzurri di questo mondo di misoginia? secondo me queste storie non mi evocano tale avversione maschile verso la donna. Quello che tu rappresenti è sicuramente una idea distorta verso il mondo femminile, che poi si è sviluppata nella cultura maschilista che a sua volta ha dato vita all'idea del possesso materiale della donna. Quattro esempi che, se davvero fossero stati dibattuti, sarebbero approdati alla sentenza con il rito " Il fatto non sussiste". E sì! Il fatto non sussiste. Dante era innamorato di Beatrice? Volle immortararla nei suo versi? Questo è un gesto d'amore. I principi azzurri che aspettano che la Bella si risvegli, non sono pazzi d'amore per lei? Forse su Eva, potrei avanzare delle difese su questo processo. Vedo che hai evitato di evidenziare il detto ( che sarebbe stato perfetto) tutto maschile del " Puttana Eva". Questa frase è una vera evidenza di quella misoginia a cui ti riferisci, e su questo dovevi puntare. Qualcosa di più forte e attuale, per mezzo di un percorso narrativo diverso. Anche perché, messa in chiave favolistica, a mio parere, non ha funzionato. Mi pare di assistere a una rivendicazione quasi casalinga di donne stereotipate, verso di un problema che sa tanto di sangue, di sofferenza, di vite spezzate, e ancor peggio, di esistenze lunghe una vita nelle mani del boia. Dove tutto muore nell'animo della donna pian piano, giorno dopo giorno. Nel silenzio più assoluto, nella indifferenza di chi, o vive altrettanto male, o che nelle tue disgrazie non vuole entrare. per concludere ti segnalo i troppo lunghi monologhi delle tue donne, anche se hai gestito bene la forma dei capitoli. Pochi refusi e scrittura scorrevole. Ma non mi trovi convinto per le ragioni espresse. Ma va bene pure così! Ciao e a presto.

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