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Re: Gli incubi dello scrittore

Temo che il maggior problema che ho sia quello di non credere poi tanto nella mia scrittura.
Ci sono volte che mi pianto a leggere e rileggere un passaggio di mezza paginetta perché "non va", "non è scorrevole", "non riproduce ciò che voglio raccontare", senza sapere come procedere. Riscrivo la frase più e più volte col risultato che, alla fine, la formulazione partorita, dopo tanti sbattimenti, mi convince anche meno di quella originale, e allora mi dico che al lettore ciò che scrivo sembrerà ben povera cosa, che "non sono buono" e che sto sprecando (proprio così!) intere giornate della mia vita inseguendo l'utopia della scrittura.
Un altro timore è quello di non avere uno stile riconoscibile, di essere l'imitazione di qualcun altro: Francesco che gioca a scimmiottare King, MZ Bradley e compagnia cantante. Ma come si vede è un problema che viene "dopo" (non è secondario, ma logicamente segue) l'altro. O forse sono la stessa cosa... Boh!
Un tempo temevo che qualcuno mi rubasse lo scritto, che se ne intestasse la paternità, ma dato che la fiducia su come scrivo quello che scrivo ha una decisa tendenza al ribasso, il timore oggi mi assilla molto meno! :D
Non ho preoccupazioni, invece, quanto all'originalità: semplicemente penso che là fuori sia tutto un copiarsi a vicenda!
Avrò letto, quanto?, centinaia di libri e tutti sono riconducibili a una manciata di archetipi di cui riproducono schemi, spunti e argomenti principali.

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