Alberto Tosciri ha scritto: Venne ad aprirgli un frate che sarebbe apparso bene in una stampa di secoli addietro, in un paesaggio dove incombeva la peste, talmente appariva emaciato, sporco e dolorante.
Immagine manzoniana. Bella!
ScimmiaRossa ha scritto:
Qui c'è un cambio di scena e un salto temporale abbastanza importante. Lo avrei evidenziato di più a livello grafico, mettendo uno spazio o due tra i paragrafi.
L'ho notato anch'io e concordo
Il racconto mi piace molto è ben articolato, ottima la cura di tutta la parte non detta, ogni cosa emerge in modo chiaro e inequivocabile.
Alberto Tosciri ha scritto:
Sentì bussare alla porta della sua camera; un tocco leggero, timido, che riconobbe con un tuffo al cuore, misto di ansia e di gioia. Andò ad aprire.
tra le varie frasi, questa è quella che più di tutte rende "onore" al non detto.
Per questo testo sarebbero tutti complimenti, eppure, mannaggia, trovo una nota stonata nel finale, non per la tua scelta di fare fenire il racconto in tal modo, ma perchè passi dal suggestivo non detto al "detto tutto, chiaro e tondo". Secondo me, avresti dovuto mantenere la stessa magia che hai messo in atto per tutto il racconto anche nella chiusura. Lasciando intuire il futuro scelto dal confessore pentito per la vita che ha condotto fino a quel momento.
Resta comunque un bel testo! Pone sotto gli occhi del lettore la propria misura della morale, del sentimento, del peccato. Ognuno di noi proporziona quest'ultimo alla propria idea di colpa (in tutti gli ambiti, e non solo nella sfera intima). Al confessore vengono aperti gli occhi non tanto perchè non sapeva ciò che aveva commesso, ma perchè comprende l'evoluzione tra il pensiero antico e quello della vita attuale (la stessa vita alla quale i frati del monastero non sarebbero riusciti ad adattarsi). Si è abbassato il livello di tolleranza verso se stessi usando per metro di paragone con gli altri. C'è sempre chi fa peggio di noi, ed è così che ci definiamo migliori degli altri. Nessun giudizio, dico solo che troviamo molte scuse per perdonarci ogni tipo di peccato anche il più semplice, o veniale che sia, a danno del vivere "civile" (che esula perfino dalla religione stessa).
La scrittura è ineccepibile, nessun inciampo, nessun dubbio, grande coerenza. Fossi in te proverei a migliorare il finale, il tuo racconto lo merita.
Grazie per l'interessante lettura.