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Re: Che libri hai sul comodino?

Le ragazze di Emma Cline, libro famosissimo, storia a cui è ispirato ancora più celebre (la Famiglia di Manson), per ora è la storia di una ragazzine che cerca un'identità come tutte le ragazzine al mondo. Realistico, ben rese le emozioni di quell'età, anche se è un'età che io non sopporto tanto più nella lettura. Ma immagino che ora la storia viri.

Ho letto Lolly Willowes o L'amoroso cacciatore di Sylvia Townsend Warner. Un po' piatto ma inglesissimo. Una storia si può dire di streghe, un piccolo esempio di femminismo dei primi del secolo scorso. 

Ho iniziato anche Dio di Illusioni di Donna Tartt, super d'atmosfera, scritto bene per ora. Intriga.

E poi ho finito insieme alle bambine Pluk e il Grangrattacielo, bellissimo libro per l'infanzia della scrittrice olandese Annie Schimdt, premio Andersen, e illustrato (ormai in modo vintage, ma per me perfetto) da Fierp Westendorf.

Re: Che libri hai sul comodino?

Cheguevara ha scritto: sab gen 23, 2021 2:02 pm Sono a tre quarti del voluminoso libro di Scurati, il secondo della trilogia "M", titolato "L'uomo della Provvidenza". Data la mia età, la cronaca dei fatti su cui è basato il libro mi era più o meno nota, eppure è sorprendente constatare come l'azzeramento della democrazia e l'abolizione dei diritti acquisiti sia stata al tempo resa possibile da divisioni, manipolazioni e false motivazioni nuovamente riscontrabili negli attuali populismi, risorti un po' ovunque come cadaveri dalle tombe. La cosa preoccupante è che del lezzo che emanano si accorgano in pochi.
Ho da poco letto Il complotto contro l'America di Roth, che anche se ucronico si basa in partenza su eventi reali, e trovare il motto/nome del partito America First, ritornato di moda sia in America con Trump che da noi declinato all'Italiana è sconcertante per quanto sia così facile imbonire un certo tipo di popolazione, nello stesso identico modo.

Re: Che libri hai sul comodino?

Continuo Prateria di William Least Heat-Moon.
Ho iniziato e finito Le ricette della signora Tokue, libro fin troppo semplice e didascalico, non sono il target per opere di questo tipo, credo, ma ha comunque il merito di trattare un argomento originale e importante. Che non mi sarei aspettata da questa lettura e che non conoscevo. Una malattia che relegavo ai libri di storia. E le leggi che la riguardano.
Ho finito La famiglia Karnowski, bellissimo, una saga familiare in tre generazioni con ascesa e caduta, con personaggi interessanti, una vivida descrizione dell'ambiente, che si ferma a un passo dal culmine dell'Olocausto, con l'emigrazione in America. Prima o poi recupererò altro dell'autore.
Finito anche Riparare i viventi, che forse mi è piaciuto un briciolo di meno di Nascita di un ponte, ma ho comunque apprezzato tantissimo. Con tanto di superlativo. La storia di una donazione di organi. Una notte. Una morte. Il trapianto. In mezzo tutto quello che accade, adoro la sua scrittura iperrealista, materica, tecnica ed emotiva. Precisa e fluviale, tutto nello stesso tempo. So che per molti è proprio quello lo scoglio, per me, è fenomenale. E' diventata una delle mie scrittrici preferite, credo di arrivare esattamente dove vuole portarmi. Ecco, qua sono la lettrice target.
Iniziato Il posto di Annie Ernaux, primo libro che leggo dell'autrice. Per ora molto asciutto, rigoroso.
Iniziato il manga memoir Il diario della mia scomparsa di Hideo Azuma, il "padre" di Pollon e Nanà che ha attraversato fasi di depressione e vita da senzatetto nella sua vita, che sono quelle che racconta in questo fumetto, in modo ironico e sincero. Mi sta piacendo.
Infine ho iniziato un audiobook, Questa è l'America di Francesco Costa, visto che mi sono regalata l'abbonamento a Storytel. Interessante, alcune cose già le sapevo (quando dice che abbiamo un'idea del'America che non è reale perché ci basiamo sulle serie tv, beh, diversi argomenti di cui parla io li conosco grazie alle serie tv, anche, ad esempio il problema della dipendenza da antidolorifici/eroina o il caso Bundy - in Homeland c'è un episodio super ispirato a quell'evento, con tutte le implicazioni politiche e sociali), comunque un ascolto interessante, anche se non recente, siamo a non molto dopo l'elezione di Trump credo come data di uscita.
E ultimo, un altro memoir, La valle oscura, di Anna Wiener, sulla Silicon Valley. Ne ho letto appena un sesto ma mi ero aspettata qualcosa di un po' diverso. Ovvero che l'autrice fosse un'informatica, che fosse più dentro alcune questioni. Invece è una ex editor con formazione umanistica e la cosa mi ha spiazzata. In questo periodo mi sono disintossicata dai social e trovo interessante valutare i piccoli cambiamenti nella mia vita. Quindi letture sull'argomento mi interessano, e lo dico mentre comunque resto immersa in tutto ciò che è tecnologia, con Google Home che ha appena parlato proprio ora che scrivo. Mi sembra di essere immersa nella fantascienza, e se non penso sia per forza apocalittica, di sicuro alcune storture ci sono. I meccanismi dei social ad esempio, che è la cosa su cui mi soffermo adesso, avevano inquinato il mio modo di gestire il mio tempo. Con la stessa meccanica con cui mi accendevo una sigaretta, prima di smettere anche quelle. E la smetto pure di sproloquiare, ma è un argomento molto vasto che sarà il prossimo campo di indagine delle mie letture (e visioni). Argomento affascinante e inquietante. Come inizio però questo La valle oscura è poco centrato, almeno per ora.

Re: Che libri hai sul comodino?

Bef ha scritto: gio gen 07, 2021 10:29 am Ho letto poche cose di Capote ma Colazione da Tiffany e A sangue freddo sono di sicuro tra i libri che più mi hanno colpito negli ultimi anni. Quando poi si pensa che A sangue freddo è il primo libro di quel genere, a metà tra documentario e romanzo, un lavoro giornalistico di inchiesta impeccabile, uno stile narrativo che non è invecchiato. Un mostro, Capote era un mostro di genialità.
Finito oggi, wow. Sono rimasta senza parole. Un costruzione davvero magistrale, un montaggio pazzesco per rendere un quadro davvero vivido, complesso. Scrittura perfetta.

Re: Che libri hai sul comodino?

queffe ha scritto: mer gen 06, 2021 7:31 pm Iniziato "Spifferi" di Letizia Muratori (La nave di Teseo, 2018). Non conosco l'autrice, lo leggo perché sì, perché è un libro di racconti (perché a me i racconti piacciono davvero e faccio quanto mi è possibile per dimostrare che le raccolte di racconti non è vero che non vendono). Vi dirò come l'ho trovato.
Ho letto La casa madre di suo, particolare. Non la mia scrittrice preferita, mi è mancata un po' di complessità nella narrazione ma in quel libro ha un immaginario che mi è invece piaciuto molto.

Io sul comodino ho trecento cose. Vediamo se li ricordo, leggo diverse cose insieme:

A sangue freddo di Truman capote. Libro che non ha bisogno di presentazioni, manco l'autore. Sono in una fase crime da qualche mese, e un classico del genere dovevo recuperarlo. Lo sto divorando, Perry Smith è il mistero su cui mi sto interrogando, relazioni (anche con l'autore visto che Capote ha conosciuto i personaggi per scrivere la sua non fiction novel) questa volta sì, molto complesse. Cerco di leggere tra le righe, cerco foto, interviste. Grande scrittore, comunque.

E in parte legato a questo, c'è un'altra mia fissa del momento. La prateria americana. Non so neanche dire perché, visto che tutta la retorica da pionieri da un lato mi annoia, per questo devo indagare cosa c'è in quella sconfinata prateria ad attrarmi. E quindi, dopo averci girato intorno, con romanzi lì ambientati, vado al nocciolo della cosa, con Prateria di William Least Heat-Moon (quarta: Questo libro afferma con forza che oggi, nell’era in cui è possibile raggiungere gli angoli piú remoti del mondo senza uscire mai di casa, si può ancora viaggiare. Non solo, si può viaggiare con la curiosità dei grandi esploratori, con la loro ingenuità, con la stessa sete di scoperte e quello sguardo desideroso e disciplinato, il solo che porti con sé simpatia per i luoghi visitati e voglia di capirli. In Prateria Least Heat-Moon concentra la sua attenzione su una piccola contea del Kansas, la Chase County, lavorando in profondità, quasi come un archeologo, sulle infinite stratificazioni naturali che sfuggono agli occhi del turista frettoloso, raccontando le alluvioni, il vento, la furia del tornado, l’erba senza fine e il silenzio della prateria. Un canto d’amore per la natura che, non solo in America, rischia di scomparire.) Ma sono all'inizio.

La famiglia Karnowski, di Singer. Questa non è una fissa voluta, ma è da un po' (complice Roth, ma non solo) che leggo libri di scrittori ebraici. La religione è una cosa che mi interessa poco, ma la cultura ebraica è un contesto che ha sicuramente fatto nascere grandissimi scrittori. Quindi, pur senza farlo apposta, posso dire che è comunque un trend delle mie letture. Un vero classico. Saga familiare, sempre moderno, interessante e coinvolgente. Sono a un quarto, circa.

E ultimo. Riparare i viventi di Maylise de Kerangal. Lei non rientra in nessun trend. Ho letto l'anno scorso Nascita di un ponte e l'ho semplicemente adorato. Scrittura bellissima. Quindi ne ho iniziato un altro suo. Ma anche qui sono all'inizio. Spero si ripeta il miracolo.

(Ho una tastiera schifosetta, mancheranno di sicuro delle a e qualche altra lettera).

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