queffe ha scritto: mer gen 06, 2021 7:31 pm
Iniziato "Spifferi" di Letizia Muratori (La nave di Teseo, 2018). Non conosco l'autrice, lo leggo perché sì, perché è un libro di racconti (perché a me i racconti piacciono davvero e faccio quanto mi è possibile per dimostrare che le raccolte di racconti non è vero che non vendono). Vi dirò come l'ho trovato.
Ho letto La casa madre di suo, particolare. Non la mia scrittrice preferita, mi è mancata un po' di complessità nella narrazione ma in quel libro ha un immaginario che mi è invece piaciuto molto.
Io sul comodino ho trecento cose. Vediamo se li ricordo, leggo diverse cose insieme:
A sangue freddo di Truman capote. Libro che non ha bisogno di presentazioni, manco l'autore. Sono in una fase crime da qualche mese, e un classico del genere dovevo recuperarlo. Lo sto divorando, Perry Smith è il mistero su cui mi sto interrogando, relazioni (anche con l'autore visto che Capote ha conosciuto i personaggi per scrivere la sua non fiction novel) questa volta sì, molto complesse. Cerco di leggere tra le righe, cerco foto, interviste. Grande scrittore, comunque.
E in parte legato a questo, c'è un'altra mia fissa del momento. La prateria americana. Non so neanche dire perché, visto che tutta la retorica da pionieri da un lato mi annoia, per questo devo indagare cosa c'è in quella sconfinata prateria ad attrarmi. E quindi, dopo averci girato intorno, con romanzi lì ambientati, vado al nocciolo della cosa, con Prateria di William Least Heat-Moon (quarta: Questo libro afferma con forza che oggi, nell’era in cui è possibile raggiungere gli angoli piú remoti del mondo senza uscire mai di casa, si può ancora viaggiare. Non solo, si può viaggiare con la curiosità dei grandi esploratori, con la loro ingenuità, con la stessa sete di scoperte e quello sguardo desideroso e disciplinato, il solo che porti con sé simpatia per i luoghi visitati e voglia di capirli. In Prateria Least Heat-Moon concentra la sua attenzione su una piccola contea del Kansas, la Chase County, lavorando in profondità, quasi come un archeologo, sulle infinite stratificazioni naturali che sfuggono agli occhi del turista frettoloso, raccontando le alluvioni, il vento, la furia del tornado, l’erba senza fine e il silenzio della prateria. Un canto d’amore per la natura che, non solo in America, rischia di scomparire.) Ma sono all'inizio.
La famiglia Karnowski, di Singer. Questa non è una fissa voluta, ma è da un po' (complice Roth, ma non solo) che leggo libri di scrittori ebraici. La religione è una cosa che mi interessa poco, ma la cultura ebraica è un contesto che ha sicuramente fatto nascere grandissimi scrittori. Quindi, pur senza farlo apposta, posso dire che è comunque un trend delle mie letture. Un vero classico. Saga familiare, sempre moderno, interessante e coinvolgente. Sono a un quarto, circa.
E ultimo. Riparare i viventi di Maylise de Kerangal. Lei non rientra in nessun trend. Ho letto l'anno scorso Nascita di un ponte e l'ho semplicemente adorato. Scrittura bellissima. Quindi ne ho iniziato un altro suo. Ma anche qui sono all'inizio. Spero si ripeta il miracolo.
(Ho una tastiera schifosetta, mancheranno di sicuro delle a e qualche altra lettera).