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Re: Labocontest n.7 - Discussione generale - La pistola di Cechov e le false piste

Bardo96 ha scritto: A volte non è nemmeno una profezia vera e propria, è piuttosto la semplice esplicazione dello scopo dei personaggi, mi viene in mente il Signore degli Anelli: dall’inizio sappiamo che lo scopo è distruggere l’Unico Anello, e quello che leggiamo è appunto la storia di come avviene.
Quello però è l'obiettivo del protagonista, no? Non credo che l'obiettivo corrisponda sempre a prefigurazione. Oppure sì? In effetti, nel momento in cui l'obiettivo è chiaro, il lettore si aspetta sia raggiunto... Non lo so
Bardo96 ha scritto: Il dubbio nasce da una storia fantasy che sto scrivendo, e come tutte le storie fantasy ha un elemento magico; ora, questo elemento ha una limitazione ben precisa, di cui ho già pronto un modo per aggirarla, e non vorrei che questo passasse per una “pistola” senza esserlo, visto che all’interno del libro nessuno userà mai l’escamotage. Secondo voi, dire “è impossibile fare X” costituisce una Pistola di Cechov?
È un po' difficile ragionarci in maniera astratta. Comunque, se il modo di aggirare la limitazione non verrà mai sfruttato, direi che non ha senso menzionarlo, per economia del racconto.
Ad esempio: una bacchetta può essere usata solo dieci volte al giorno, ma il limite può essere aggirato: uccidendo una persona, si ha diritto ad altri cento incantesimi. Ora, se mai nessuno sfrutterà l'escamotage di far fuori una persona, direi che non ha senso menzionare affatto questo aspetto. A meno che non sia consapevolmente un'aringa rossa: ad esempio, in un momento critico e a corto di incantesimi, il protagonista potrebbe trovarsi davanti a un dilemma etico. Se è così allora ben venga, ma se è world building fine a sé stesso a me non fa impazzire (altro discorso è per qualcosa come un capitolo speciale che descrive nei dettagli gli oggetti magici del mondo, quello è un approfondimento specifico di lore)
Alba359 ha scritto: Magari quel marchingegno magico che hai inventato servirà solo in una scena, l'importante, secondo me, è che abbia un senso almeno in quel momento, altrimenti perché vorresti descriverlo?
Sono d'accordo  :comedicitu:

Re: Labocontest n.7 - Discussione generale - La pistola di Cechov e le false piste

Ringrazio @Nightafter per la puntuale e precisa disamina  :) Mi rimane un dubbio, uno che prima non sapevo neanche di avere ma che mi è sorto dopo (sono i migliori, a mio parere  :asd: )
Qual è la differenza tra la pistola di Cechov e la prefigurazione? In ultima analisi, mi sembra quasi che l'idea sia che la prima sia un elemento neutro, mentre la seconda un indizio che il lettore può cogliere. Se quindi il lettore coglie il significato o la funzione della pistola, allora essa non è più definibile tale? È una pistola di Cechov solo se riesco a ingannare il lettore sul suo ruolo all'interno della storia, o a nasconderlo?

A parte ciò, devo dire che la pistola di Cechov è uno di quei meccanismi che mi rende particolarmente interessante il mondo della narrativa: tutto ha un senso, tutto ha uno scopo, anche il più piccolo elemento, e in qualche modo è rassicurante. È così perché c'è un Dio in quel mondo, lo scrittore, che non sta semplicemente facendo una lista casuale di eventi che si susseguono l'un l'altro, ma sta raccontando una storia coesa e organica. Offre una boccata d'aria fresca contro il caos deterministico che è la nostra realtà  :asd: È anche per questo che spesso mi sento tradito dalle digressioni.

Inoltre, in quanto lettore, o fruitore in generale di opere di narrativa, apprezzo la tensione che questa tecnica genera, più della sua risoluzione. So che è un'opinione abbastanza impopolare, ma do maggior peso a quanto lo svolgimento della storia mi intrattenga più che al finale.

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