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Re: [Lab6] Sete

Ciao  :D è un piacere rileggerti
La narrazione ha un ottimo ritmo e i pensieri del protagonista sono reali e credibili. Riesci a mostrarci il suo carattere semplicemente dal modo in cui guarda il mondo: bene! Mi piace parecchio il tuo stile.
Canis ha scritto: Mi piaceva l'idea di rivelare la vicenda poco per volta, accompagnando il personaggio nella sua confusione e nel suo vagabondare, partecipando insomma almeno in parte al suo stato mentale. Infatti il racconto finisce per concentrarsi proprio su questo e non tanto sulla vicenda in sé.
Non sottovalutare questo aspetto: il suo vagabondare è la vicenda. Il racconto funziona così bene proprio perché c'è tutto quello che serve al posto giusto: un personaggio, uno scopo (scoprire la verità), delle sfide da superare che richiedono movimento fisico e movimento interiore, un punto d'arrivo che vede il personaggio cambiato rispetto al momento in cui è iniziato il racconto. È forse uno dei racconti più completi e bilanciati che ho letto in questo contest, quindi vai sereno.

Non mi è chiaro il passaggio del risveglio. 
Canis ha scritto: Aveva una sete tremenda, ma stavolta non c’erano né infermieri né medici a tenerlo d’occhio.
Perché non c'è nessuno a fare la guarda? Perché "stavolta", se siamo in un loop sempre uguale a sé stesso?
Canis ha scritto: Dalla nebbia dei suoi pensieri emerse un ricordo. Quella a sinistra era la porta dell’anagrafe, più avanti c’era l’ufficio dell’assessore alla cultura, in fondo la biblioteca. Era stato abbandonato nell'infermeria del loro municipio.
Perché è in municipio? Perché lo conosce?
Canis ha scritto: Sapeva di conoscere la persona di fronte a sé, ma non si ricordava chi fosse.
Chi è?

Sul finale:
Canis ha scritto: Di nuovo.
   Tutto da capo.
Il lettore l'ha capito, non c'è bisogno di chiudere con questa spiegazione metanarrativa poco elegante. Troverei molto più accattivante, ad esempio, chiudere sulla stessa frase dell'incipit:
Canis ha scritto: Intorno a lui c’era solo un letto d’infermeria, mura sterili, tende incolore, macchinari spenti.
 Gli venne in mente la noce di cocco che aveva martellato ripetutamente sulla soglia della terrazza.
Inezie, di per sé, ma su due punti per me abbastanza importanti:
- Sempre rispondere alle domande sollevate, a meno che non sia una ben precisa e particolare scelta artistica
- Dare grande peso alla frase di chiusura

Il racconto mi è piaciuto molto. Grande!

Re: [Slab6] Sete

Ciao @Canis, mi fa piacere che qualcun altro si aggiunga  :D 
Mi piace questa idea, può permettere di esplorare in modo interessante il senso di colpa. Nella sinossi presenti gli avvenimenti secondo l'ordine della fabula, e va benissimo. Qui dici:
Canis ha scritto: La narrazione si sposta quindi in un'infermeria
Quindi è la narrazione che si sposta? Il primo evento del racconto effettivo sarà l'omicidio? Secondo me potrebbe funzionare meglio se il racconto si aprisse col risveglio di Febo in infermeria. Da lì, cerca di capire come ci sia finito e cosa gli stia succedendo, e ricostruisce i ricordi offuscati dell'omicidio e del presunto suicidio. Ad esempio, in questo modo, puoi mostrare in parallelo il flashback col suicidio di Febo (mostrandolo per la prima volta) e il secondo suicidio per sensi di colpa.
Un elemento che manca - ma che non è per forza detto ci debba essere - è un movente dell'omicidio. Una buona idea è scegliere qualcosa che sia in linea con il punto di vista tematico del racconto: capito quale sia il messaggio che vuoi dare con questa storia, tutti gli elementi e i dettagli vanno a posto da sé (quasi).
Attendo con curiosità di leggere il racconto allora  :D

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