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Re: [MI169] Nonna Erica

Almissima ha scritto: @Mina  grazie.
Hai beccato tutti i punti dove avevo dubbi. Allora Erika/Erica sono la stessa persona, sono io che ho fatto un errore di battitura.
L'aconito ti fa star male da subito. Hai le palpitazioni, dolore al ventre e non c'é antidoto. Quindi mi sono immaginata gli ospiti molto indeboliti, convinti di aver mangiato troppo e ancora rilassati. La nonna i celulari li butta, perché sia mai che chiamino qualcuno che sventi i suoi piani per una serena vecchiaia.
Lo scontro fra Lele e Pucci a mio avviso era il furtto di un rapporto fra due fratelli ipocriti e bugiardi che cercavano di salvare la faccia facendo ció che si immaginavano andasse fatto senza sentirlo davvero.
E per quanto riguarda i personaggi: hai ragione, faró tesoro dei tuoi consigli.
Grazie dei chiarimenti, avevo capito male io  :libro:

Re: [MI169] Nonna Erica

Il racconto è scritto molto bene, mi piace come emerga il carattere della nonna. Che gran personaggio, tutta questa cattiveria abbastanza ingiustificata è terrificante. Mi sono però perso sugli altri personaggi, non riesco ancora a dipanare la matassa. Tra l'altro, Erica ed Erika sono lo stesso personaggio? Sono completamente smarrito.
La situazione descritta è immersiva, hai evocato molto bene l'atmosfera del cenone di natale. Ho perso l'immersione però in un paio di punti:
Almissima ha scritto: Lele prende per il collo Pucci. “Bastardo, che non sei altro!”
“Non far il cretino Lele, che lo sapevi benissimo. Anzi eri pure contento di poterti dedicare anima e corpo alle cinesine senza tua moglie ad impicciarsi!”
Erica li guarda impassibile mentre rotolano per terra rovesciando le sedie. Mollano la presa abbastanza in fretta, i dolori al petto li fiaccano.
Questo passaggio secondo me è troppo improvviso, e poco in linea con la maschera di famiglia allegra che tutti stavano cercando di mantenere (nonostante la nonna senza peli sulla lingua). Anzi, era proprio questo a dare grande potenza all'atmosfera: una famiglia in cui tutti si odiano, sanno cosa si fanno alle spalle gli uni degli altri, ma fingono di essere felici. Anche perché
Almissima ha scritto: nella famiglie certe cose si sanno
quindi la reazione è un po' esagerata, mi aspetterei maggiore controllo dai due, che sanno già del fattaccio ma cercano di disinnescare:
"Ma di che stai parlando, mamma?" Lele fa un sorriso forzato.

L'altro punto strano secondo me è qui:
Almissima ha scritto: Erika raccoglie tutti i cellulari e li butta dalla finestra prima di chiudere le imposte. Tanto nella notte di Natale non se ne accorgerà nessuno.
Come mai questo gesto? E okay che sono tutti affaticati dall'avvelenamento, ma com'è che nessuno fa resistenza?
Almissima ha scritto: Mi sono resa conto che non so come cavarmela quando ci sono tanti personaggi. Mi sono addirittura fatta la tabellina per ricordarmi chi era chi. Se qualcuno avesse consigli, ne sarei grata.
Ecco, forse il punto principale è che se hai avuto bisogno tu di fare una tabella, noi lettori siamo irrimediabilmente persi. Per un così alto numero di protagonisti ci vuole molto, molto più spazio. DIrei un romanzo. Qualche consiglio sparso che mi viene in mente - sempre da prendere con le pinze, come tutto quello che dico - è di cercare di differenziare bene i personaggi - meno spazio hai a disposizione, più le differenze devono essere marcate, quasi caricaturali - oppure, al contrario, puntare a rendere tutti i personaggi un blocco unico, da trattare come un personaggio unico, "il gruppo". Un altro aiuto potrebbe essere quello di differenziarli bene anche con i nomi, ponendo particolare attenzione sulle iniziali.
L'idea è ottima, l'atmosfera creata anche, e il personaggio di Erica è ben delineato e originale; sugli altri personaggi forse c'è da rivedere un attimo il tutto

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