L ha scritto: Trovai lavoro nell’unico ristorante di Porto di Torre Marina, come pomposamente chiamavano le poche case ai piedi della scogliera: il Rifugio del Coffiere.Questa frase non mi torna particolarmente per la punteggiatura. Forse direi più una cosa come:
Trovai lavoro nell’unico ristorante di Porto di Torre Marina, o, come pomposamente chiamavano le poche case ai piedi della scogliera, il Rifugio del Coffiere.
L ha scritto: Il salone da pranzo dal pavimento a grandi piastrelle bianche e grigie, i tavolini di legno quadrati e le tovaglie rosse. Le ampie finestre affacciate sulla baia e il poderoso vociare di Alfredo, cuoco e padrone, che risuonava in ogni anfratto. L’energica tenacia di sua moglie, Caterina, l’allegria spensierata del piccolo Roberto e la litigiosa amicizia con Mirco e Ludovico, gli altri aiutanti: ancora oggi, quasi sessant’anni dopo, nulla dimentico del luogo e delle persone che mi accolsero.Qui stai facendo un elenco e secondo me l'unico punto fermo ci starebbe alla fine del periodo, al posto degli altri metterei dei punti e virgola
L ha scritto: Il lavoro al ristorante è una fatica continua, senza veri orari e con sempre qualcosa da fare. Soprattutto in locali come il Ristoro che, scoprii, attirava frotte di vacanzieri.Non mi tornano i tempi verbali. Okay che ha ancora il ristorante ("è una fatica"), okay che ha scoperto all'epoca il turismo ("scoprii"), ma il ristorante attira tuttora clienti, no? Quindi "attira", non "attirava", credo
Lettura molto interessante, mi è piaciuta la scrittura e chiara e scorrevole, a volte si incarta un po' sulla punteggiatura (ho segnalato giusto un paio di cose), ma con un paio di riletture si può sistemare. Ho apprezzato la costruzione dell'innamoramento del protagonista per il borgo e del mistero attorno a Pietro, così come l'alternanza tra presente e passato. Su questa, secondo me, avresti potuto giocare un po' di più. Qui, ad esempio, introduci l'interlocutore:
L ha scritto: Gli presentai tua nonna, la tua mamma.E potresti inserire altri passaggi simili, anche prima: sia intercalari con cui il nonno si rivolge alla nipote ("sai", "vedi", "credimi"), sia azioni nel presente che spezzano il dialogo (ad esempio, lui che fa una pausa per bere un bicchier d'acqua). Questo ti permette anche di aggirare in parte gli infodump:
L ha scritto: Il cuore aveva tradito Alfredo in una calda notte d’estate, addormentato nel letto, e lei raccontava d’averlo trovato sorridente e beato la mattina dopo.Qui ad esempio puoi dire "già lo sai / te l'ho detto / l'hai sentito"
Inoltre, mentre ci sta usare il discorso diretto nel parlato per singole linee di dialogo (è di uso quotidiano, ad esempio: «Io gli dissi: "vai al diavolo".»), diverso è per i passaggi botta e risposta: prova a immaginare il nonno che sta raccontando la storia alla nipote, come ti immagini reciti quei passaggi?
Il ribaltamento finale mi lascia un attimo interdetto sul senso del racconto. Perché il protagonista ha continuato a portare avanti l'usanza di Pietro, quella di aspettare, anche dopo aver capito che lui è "un coglione"? Probabilmente perché non si tratta di un qualcosa di particolarmente dispendioso in termini di tempo, come viene detto qui:
L ha scritto: È da una settimana che arriva prima del tramonto, si siede sullo scoglio, aspetta un’ora almeno e se ne vaSi tratta di un'oretta di meditazione, niente di che, mica mezza giornata. Può trattarsi solo di rilassarsi un po', restare un po' soli con sé stessi o con qualsiasi cosa il mondo gli butti addosso mentre resta là, quindi non capisco perché dovrebbe significare sprecare la vita. A questo punto non posso non chiedermi: come si definisce esattamente "vivere la vita"? Personalmente penso che ogni esperienza valga la pena di essere vissuta; passare un'ora a guardare il mare dovrebbe essere meno nobile di passare un'ora ad allenarsi, a meditare, a lavorare, a mangiare, a dormire, a fare sesso? Perché questo dovrebbe rendere Pietro un coglione? Il protagonista ha un'opinione molto forte e forse è troppo inaspettata e ingiustificata per il lettore. D'altro canto, come si definisce esattamente "attendere"? Qual è stato l'errore di Pietro, per il protagonista? Da dove viene la sua rabbia, se non dal rispecchiarsi in lui? Penso che Pietro occupasse le altre ore della giornata in qualche maniera, chissà se buona o cattiva secondo il giudizio morale della voce narrante: non ci è dato sapere, perché non viene fatta luce. Nel finale, forse, mi sarebbe piaciuta una spiegazione in più, il contenuto del pacchetto di Pietro e sapere cosa significa che stava attendendo la vita; oppure una costruzione graduale del perché il protagonista sia arrivato a quella conclusione e opinione.
A parte questo, che nell'economia generale del racconto è secondario - e commento solo perché secondo me è un lavoro valido - ripeto che la lettura mi è piaciuta grande!