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Re: [H2022R] Non ho un nome

Ciao @Bef, passo con gran piacere a commentare il tuo racconto. Mi è piaciuto parecchio, tra tutti è quello che ho trovato più horror. O meglio, naturalmente, horror per come lo intendo io.
Bef ha scritto: E l’odore sembra meno forte, forse sorci e pipistrelli preferiscono posticini più piccoli e intimi, per i bisogni.
Questa frase mi suona un po' strana. O sono molto vicini all'ingresso, o non si spiegano sorci e pipistrelli. Comunque topi in generale è strano; e il guano dei pipistrelli non ha un odore particolarmente forte a meno di colonie enormi. A parte il fango, sono un ambiente piuttosto pulito, le grotte
L'altro ieri, in una strettoia, ho schiacciato con la mano una cacca di martora... Ma quella è un'altra storia  :asd: 
Bef ha scritto: Non ci fu bisogno di discuterne, tutti rimpacchettarono i viveri appena assaggiati e si rimisero in piedi. Caricati gli zaini in spalla, strette per bene le cinghie di imbracature ed elmetti, si misero in cammino in fila indiana in direzione dei lamenti.
Come mai vanno tutti e quattro a controllare? Cioè, ai fini della storia è chiaro, ma per i personaggi un po' meno. Metterei quantomeno una battuta di dialogo sulla linea del "andiamo noi due a controllare?" "No, andiamo tutti"
Bef ha scritto:
perché ora la tensione e la concentrazione erano massimali.
Non sono convintissimo della scelta lessicale, massimale è il limite massimo. Ha senso, solo che mi suona un po' strano
Bef ha scritto: Si attivarono con mazzette e scalpelli per scavare il suolo su cui posava il pesante masso.
Qui mi sarei atteso un po' di cautela. Sicuro qualche foto al menhir, e poi, nonostante si tratti di un reperto archeologico anch'esso, l'inizio dello scavo con lo scopo di salvare la persona dall'altra parte

Perdona queste sottigliezze, mi ci sono soffermato solo perché il racconto mi ha coinvolto. Che dire, le cose che ho apprezzato sono innumerevoli. Gli accenni di descrizione alla progressione speleologica sono molto azzeccati, il mostro è memorabile e originale nel suo essere onesto con i quattro sventurati, e i protagonisti sono dei completi idioti. Non sono veramente interessati a salvare quella che pensano sia una vittima, solo alla propria gloria, e ne sono talmente accecati da non rendersi conto della minaccia, in una sorta di delirio da onnipotenza. In questo, mi hanno ricordato i protagonisti di The green Inferno di Eli Roth, pellicola che trova sotto questo punto di vista l'unico spunto innovativo rispetto al film a cui si ispira, Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato (lì il delirio di onnipotenza dei protagonisti è diverso, forse più oscuro ma meno sottile).
I tuoi protagonisti hanno una buona caratterizzazione; forse troppo. Può sembrare un controsenso, ma in un racconto così breve una caratterizzazione stereotipata non è sempre il male e può aiutare il lettore a capire meglio chi fa cosa. Questo il mio mezzo consiglio, poi vedi tu cosa farne.
Secondo me la dose di detto / non detto è giusta; le caratteristiche diaboliche del mostro, quasi luciferine, sono molto suggestive, senza scendere in spiegoni inutili.
Alcuni aspetti della storia mi hanno ricordato, forse per coincidenza, il racconto horror Ted the caver. Se non conosci, lo consiglio, lo trovi online tradotto e credo anche come audioracconto su YouTube sempre gratuito.
Insomma, per me il tuo è un horror di tutto rispetto, mi ha divertito e mi ha messo i brividi.
Ciao e a presto!

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